Capitolo 2

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Allyson White

Le lezioni del pomeriggio sono state sospese per l'attività extra, così, dopo pranzo, ci dirigiamo verso la biblioteca. La struttura, un angolo di serenità staccato dalla scuola, è a pochi passi di distanza, un rifugio tranquillo immerso nella quiete del quartiere.

Durante la giornata, Josh ha cercato incessantemente di catturare la mia attenzione, come un marinaio che cerca di attrarre il vento in una vela ferma. Tuttavia, sono riuscita a mantenere il mio distacco, un'isola solitaria in un mare di tentativi. Col passare del tempo, ho capito che il mio silenzio è per lui una marea inarrestabile, e non riesce a tollerare il fatto che possa restare muta per periodi prolungati. Per me, il silenzio non è una prigione, ma una forma di libertà che mi alleggerisce.

Ci conosciamo da sempre, eppure ogni volta che ci parliamo, sembra che lui non riesca a comprendere davvero chi io sia.

Flashback

Mi guardo per l'ultima volta nello specchio, cercando di sistemare l'abito bianco che indosso per la festa di fine estate, organizzata da Travis. Canticchio la mia canzone preferita, un'ode alla gioia che sembra tornata a brillare dopo mesi di oscurità. Il sorriso che vedo riflesso nel vetro è un sole dopo una lunga tempesta.

<<Due minuti e sono pronta!>> urlo dal bagno. Josh mi sta aspettando nella mia stanza, e abbiamo passato gran parte dell'estate insieme, come due anime vaganti in un mare di felicità, tra giorni di sole, gelati e risate contagiose. Grazie a lui, ho riscoperto la gioia di vivere e, per un attimo, il mio cuore è tornato a battere come una sinfonia. Mi è stato accanto nel periodo peggiore della mia vita e gli sono infinitamente grata per tutto quello che ha fatto per me.

Apro la porta del bagno e vedo Josh in piedi accanto alla mia scrivania, frugando tra i miei cassetti come un ladro curioso. Rimango immobile, il rumore della scatola di latta che si chiude è un segnale di allerta. <<Che stai facendo?>> chiedo, la mia voce un misto di delusione e tradimento. La fiducia che avevo riposto in lui sembra svanire come nebbia al sole.

Si volta di scatto, gli occhi spalancati come se avesse appena scoperto un segreto proibito. <<Chiudevo il cassetto,>> sussurra, come se fosse la spiegazione più innocente possibile.

<<Perché stavi toccando le mie cose?>>

Mi avvicino lentamente, il mio sguardo fermo come una sentinella davanti a una fortezza. Il mio cuore accelera, come se stesse per scoppiare un conflitto inaspettato.

<<Non è come sembra,>> sussurra, cercando di placare la tempesta che si sta sollevando dentro di me. Raccolgo un pezzo di carta arrotolato dal pavimento, un frammento di un mio mondo intimo e privato. Odio quando qualcuno invade il mio spazio, soprattutto toccando i miei foglietti personali.

<<No? Sicuro?>>

<<Allyson,>> dice con voce decisa, cercando di mantenere il controllo. <<Volevo solo capire perché.>>

Mi blocco. I suoi occhi castani cercano di penetrare il mio silenzio, ma non riescono a decifrare il velo di oscurità che mi avvolge. In questo momento, vorrei solo scagliargli contro un uragano di emozioni represse.

<<Capire cosa? Pensavo che fossimo amici. Pensavo che potessi fidarmi di te, che prima o poi ti avrei raccontato tutto quello che mi passava per la mente. Ma sai una cosa? Mi sbagliavo. Vattene.>>

<<Allyson.>>

<<Ho detto che devi andartene.>>

Gli indico la porta con un gesto deciso. Il mio tono è un iceberg di freddezza, delusione e tristezza.

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora