Capitolo 17

78 37 138
                                    

Allyson White

Dei fastidiosi battibecchi iniziano a disturbare il mio sonno. Mi stropiccio gli occhi, ancora incerta se sia un sogno o realtà, poi mi siedo sul letto, e realizzo che la mia stanza è stata invasa. Josh e Richard sono lì, in piedi davanti al mio letto, intenti a discutere animatamente su una partita al computer. Che meraviglia.

«Ops, ti abbiamo svegliata!» esclama Richard, fingendosi innocente, ma con un sorrisetto che tradisce il fatto che probabilmente non gli dispiace affatto, perché molto probabilmente aveva ragione sulla discussione.

«Ma perché siete nella mia stanza? Sono le tre e mezza del mattino!» sbotto, ancora assonnata e incredula che siano riusciti a fare irruzione anche nel mio sogno di pace.

«I nostri genitori stanno facendo una festa in piena regola al piano di sotto,» risponde Josh, lanciandomi uno sguardo complice mentre appoggia il mio computer sul letto, abbassando il volume del filmato che stavano guardando.

«E stanno divorando la torta al cioccolato e innaffiando tutto con fiumi di vino,» aggiunge Richard, stiracchiandosi pigramente prima di buttarsi sui miei cuscini come se fossero i suoi. Da quando l'ho visto l'ultima volta, si è persino cambiato, ora indossa una felpa e pantaloni sportivi.

«E voi non potevate, non so... tornare a casa?» domando, cercando di mantenere la calma.

Perché non stanno nel loro, santo cielo?

«Non mi piace dormire da solo,» risponde Josh con un tono ironico, mentre anche lui, sembra essersi cambiato d'abito.

«Io stavo per tornare a casa,» interviene Richard, alzando le mani come se fosse completamente innocente, «ma poi ho incontrato Josh e ho deciso di tornare qui. Mi sono lavato, cambiato e voilà, eccomi qua! Non volevo lasciarvi soli.»

«Perché?» domando, confusa, mentre fisso Richard come se avesse appena detto di essere venuto da Marte.

«Lascialo perdere, è stupido,» risponde Josh al posto suo, lanciando a Richard un'occhiata fulminante come se avesse appena detto qualcosa di troppo imbarazzante.

«Voi due non siete normali,» dico con un mezzo sorriso. «Ma ora vi prego, ho bisogno di dormire!»

«Possiamo farlo tutti insieme! Come ai vecchi tempi!» esclama Richard con l'entusiasmo di un bambino di sei anni, spalancando un enorme sorriso.

«Vi prego,» rispondo con tono esausto. «Ho davvero bisogno di riposare, e voi due, insieme, siete ingestibili.»

Josh mi guarda con un'espressione dolce che farebbe sciogliere anche un iceberg, accentuando le fossette nelle guance. «Promesso, faremo i bravi,» dice con una voce morbida, quasi supplichevole. Alla fine, mi arrendo e annuisco, rassegnata al mio destino. Indietreggio un po' sul letto, appoggiandomi contro il muro per far spazio ai due.

«Cominciavo a sentire freddo,» borbotta Richard, già comodamente sotto la mia coperta, mentre riprende il mio computer e clicca nuovamente su "play".

Li osservo con una sensazione di totale sconforto. «Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?» mormoro a me stessa, facendo ridere entrambi.

Mi giro di lato, decisa a ignorarli, ma i miei occhi si fermano sul profilo di Josh. È concentrato sullo schermo, mordendosi il labbro inferiore e arrotolando nervosamente un laccetto della felpa. Sembra adorabile, non posso negarlo.

«Perché mi fissi, piccola Ally?» sussurra all'improvviso, senza spostare lo sguardo dal computer. Il mio cuore fa un piccolo salto, ma cerco di mantenere la calma.

«Non ti sto fissando, idiota,» sussurro a mia volta, sperando di sembrare convincente.

«Che bugiarda che sei, mostriciattolo,» ribatte, con quel tono divertito che mi fa venire voglia di tirargli un cuscino in faccia.

«Non mi chiamare mostriciattolo!» ribatto subito, alzando la testa dal cuscino per fissarlo negli occhi.

«Perché no?» domanda girandosi finalmente verso di me, con un sorrisetto divertito che gli illumina il viso.

«Perché sì!» rispondo, cercando di evitare altre spiegazioni. Non voglio dargli la soddisfazione.

Josh scuote la testa ridendo. «Ti ho sempre chiamato così. Ricordi quando cercavi di fare quei salti nelle coreografie e ti veniva sempre un po' goffo?»

«Lo facevi solo per prendermi in giro!» esclamo, ma Josh scuote la testa di nuovo, questa volta più serio.

«Non è vero. Ero il primo che ti applaudiva dagli spalti e ti urlava: 'Mostriciattolo, sei bravissima!'» risponde, con un'espressione di orgoglio. «Continuerò a chiamarti così, perché sei sempre stata un carinissimo mostriciattolo.»

Alzo gli occhi al cielo e scuoto il viso, ma non posso fare a meno di sorridere. «Sei impossibile.»

«Posso farti una domanda?» chiedo dopo qualche secondo di silenzio, abbassando la voce.

«Certo, dimmi,» risponde, curioso.

«Chi era quella ragazza che ti cercava?» domando con nonchalance, ma la verità è che la mia curiosità si mischia a una strana sensazione di gelosia?

Josh mi guarda, sollevando un sopracciglio. «Perché ti interessa?»

«Solo curiosità,» mormoro, cercando di sembrare indifferente, ma il battito del cuore che accelera mi tradisce.

Josh sorride appena. «In realtà, non la conoscevo neanche. Probabilmente una ragazza del primo anno che si era confusa.»

«Ah, capisco,» rispondo, cercando di sembrare tranquilla, ma dentro di me non posso fare a meno di pensarci. «Buonanotte, Josh.»

«Buonanotte, mostriciattolo,» sussurra, con quel tono dolce che riesce sempre a strapparmi un sorriso, anche se non voglio ammetterlo.

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora