Allyson White
«Ti va di andare nel giardino?» La voce di Josh è quasi un sussurro, appena percettibile nel frastuono della musica e delle voci. Annuisco, e lentamente ci alziamo dal divano. Mi prende delicatamente la mano per aiutarmi a muovermi tra la folla di ragazzi che ballano, le luci soffuse che creano ombre danzanti sui loro volti. Il calore delle sue dita contro la mia pelle è rassicurante. Attraversiamo la sala e usciamo all'aperto, lasciandoci alle spalle l'aria soffocante e il rumore.
Ci accomodiamo sul dondolo di legno nel giardino, il cielo notturno è limpido, punteggiato di stelle. Mi giro verso di lui, e mi sorride, un sorriso tranquillo, disarmante.
«Ti stai divertendo?» mi chiede con quel tono calmo che sembra nascondere una miriade di pensieri dietro a parole semplici.
«Abbastanza, tu?» rispondo, cercando di interpretare il suo sguardo.
«Sì,» dice, e poi aggiungo con una nota di leggerezza, «Non pensavo che sarebbe stata una festa così... allegra.»
Sorride debolmente. «Pensavi che le persone ci avrebbero azzannato, come nei film?»
«Non bisogna guardare i film per capire che le persone sono dei mostri,» dico in tono più serio. «E che potrebbero davvero azzannarci.» La mia voce si spegne nel silenzio della notte, e lui ridacchia leggermente, scuotendo la testa. Mi guarda, anzi, mi osserva con un'intensità che mi fa sentire esposta.
«Mi piace quando sorridi,» ammette, fissandomi negli occhi. C'è una sincerità disarmante nel suo tono, come se fosse qualcosa che si è tenuto dentro per troppo tempo.
«Ultimamente mi viene più naturale,» rispondo, distogliendo lo sguardo per un attimo, quasi imbarazzata da quella confessione.
«E cosa è cambiato?» Il suo sguardo è penetrante, curioso, come se volesse scoprire i miei segreti più profondi.
«Sto ricucendo tutti i pezzi del mio cuore che si sono distrutti o allontanati,» dico, quasi a me stessa. Le parole escono spontanee, come se finalmente trovassero il coraggio di essere pronunciate.
«E lo stai facendo da sola?» chiede, la sua voce ora più morbida, come se fosse preoccupato per la mia risposta.
«Sì,» ammetto, lasciando scivolare via il respiro. «Non è facile trovare qualcuno che abbia la pazienza, che abbia voglia di aspettare o che segua il mio stesso ritmo. Non è facile trovare qualcuno disposto a ricominciare da zero, senza pretese, senza costrizioni. Non è facile trovare qualcuno che si sieda sull'ultimo gradino, accanto a me, con il mio stesso filo, per aiutarmi a ricucire le parti di me che ho perso.»
Lui mi guarda con un'espressione indecifrabile. «E tu, sei pronta a cercare quella persona?» chiede, avvicinando leggermente il suo corpo al mio, il suo calore contrastando il freddo pungente della notte.
«Penso che le persone non vadano cercate,» dico, guardandolo negli occhi. «Sarà il nostro percorso a farcele incontrare.»
Si avvicina ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. «E tutto questo come lo spieghi?» mi domanda con un tono che suggerisce una domanda più profonda. Il suo respiro è caldo contro la mia pelle, e il mio cuore inizia a battere più velocemente. Sussulto leggermente quando Brandon e Kate ci chiamano dall'altra parte del giardino, rompendo l'atmosfera intima che si era creata.
«Che ci fate qui fuori?» chiede Brandon, avvolgendo il braccio intorno a Kate, che ride senza una ragione apparente, chiaramente un po' alticcia.
«Prendiamo un po' d'aria,» risponde Josh, sorridendo con la sua solita espressione rilassata, mentre io sospiro internamente, cercando di ritrovare un po' di equilibrio.
«Saliamo al piano di sopra?» chiede Kate con un sorrisetto malizioso, guardando Brandon. Lui annuisce senza pensarci due volte, prendendola per mano e portandola dentro.
Rimasti soli di nuovo, il silenzio del giardino ci avvolge. «Entriamo?» propongo, «Sto iniziando a sentire freddo.» La mia voce esce imbarazzata, mentre cerco di distogliere il pensiero da ciò che stava per succedere. Con Josh c'è sempre stata una sorta di tensione, un legame che negli anni ha preso forme diverse. Da bambini, lui era sempre dietro di me: mi regalava fiori in primavera, lasciava che fossi io a tirare l'ultimo palloncino d'acqua d'estate, e in autunno raccoglieva le foglie più belle per me. In inverno, mi portava biscotti a forma di cuore o alberello che sua madre preparava. Ricordo ancora quando ha provato a baciarmi per la prima volta e io, impacciata e sorpresa, mi sono ritratta, senza sapere come reagire. Eppure, quante volte ho sognato quel bacio?
Il tempo ha giocato a suo favore e a sfavore: quando lui mi cercava, io ero altrove, e quando io lo desideravo, era lui a ignorarmi. Ma ora? Ora sembra che stia provando di nuovo, come se volesse baciarmi per la terza volta. Eppure, non riesco a lasciarmi andare.
Seduta sul divanetto, mi copro con il giubbotto e chiudo gli occhi per un istante. Sento la sua mano scorrere sulla mia fronte, e sussulto quando realizzo quanto sia gelida.
«Comunque, mi sa che hai la febbre, sei bollente.» La sua voce è preoccupata.
«Penso di aver preso freddo,» borbotto, girandomi verso di lui.
«Ti accompagno a casa?» Richard si siede accanto a me, interrompendo il momento, e noto lo sguardo infastidito di Josh.
«Josh! Una ragazza ti sta cercando,» esclama Eliot, arrivando di corsa. «Dice che deve dirti una cosa.»
Josh alza un sopracciglio, confuso. «Una ragazza?» ripete.
«Sì, è vicino al bancone.» Eliot sorride, quasi divertito. «Andiamo?» mi volto verso Richard, che annuisce.
Quando usciamo, l'aria gelida ci colpisce in faccia, e sento un leggero lamento provenire dalle labbra di Richard mentre accende l'aria calda in macchina.
«Tutto bene?» mi chiede, allacciandosi la cintura.
«Un po' stanca,» rispondo con un sorriso debole.
«Non intendevo quello.» La sua voce si fa più seria, mentre mi guarda di sfuggita.
«E cosa intendevi?» chiedo, curiosa.
«Prima hai fatto una strana espressione.»
«Quando Eliot ha nominato una ragazza per Josh?» chiedo, e lui annuisce lentamente. «Non ho fatto nessuna espressione,» aggiungo, ma non sono sicura neanche io.
«Okay...» mormora, poco convinto, mentre la macchina parte silenziosa nella notte.
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IL GIOCO DEI COLORI
Teen Fiction|In Riscrittura| Vi ricordate l'adolescenza? Quel periodo in cui le emozioni si trasformano in tempeste, i sogni diventano nebbie che avvolgono i pensieri, e gli amori sono come cristalli pronti a frantumarsi al minimo tocco. È un'epoca magica, inte...