Allyson White
Quando il cielo ha iniziato a tingersi dei colori del tramonto e gli stomaci di tutti hanno cominciato a suonare una sinfonia di brontolii, abbiamo deciso che era giunto il momento di abbandonare la spiaggia e cercare rifugio in un ristorantino. In realtà, non è stato il primo che abbiamo trovato lungo la strada, ma Rose aveva già un posto in mente, e si sa, quando lei si mette in testa qualcosa, è impossibile non assecondarla.
Il ristorante si chiama "Mangia e stai zitto!" e appena ho letto l'insegna, non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. Non tanto per il nome, ma per la smorfia che ha solcato il viso di Kate. Il locale, però, mi è sembrato fin da subito accogliente e ben curato: enormi archi adornati da fiorellini colorati incorniciavano l'ingresso, che era pavimentato con pietre e illuminato da grosse candele che davano l'impressione di camminare verso una scena romantica di un film.
Appena siamo entrati, un'ondata di calore ci ha avvolto, scaldando i nostri corpi gelidi come fossimo ghiaccioli sotto il sole. L'interno del ristorante è semplice ma affascinante: tavolini rettangolari con tovagliette bianche a quadri azzurri e piccoli centrotavola composti da bottigliette di vetro contenenti sassolini e conchiglie; ci siamo avvicinati al vecchio bancone di legno, dove un giovane cameriere con occhi verdi e una barbetta castana ci ha accolto con un sorriso che sembrava uscito da una rivista di moda. <<Ora capisco perché hai insistito,>> sussurro a Rose, dandole una gomitata amichevole, mentre lei scuoteva la testa sorridendo.
<<Ci siamo conosciuti a una festa e mi ha parlato del suo locale,>> mi spiega Rose, cercando di non arrossire troppo.
<<E quando l'ha fatto? Mentre eri piegata su di lui?>> domanda Kate con la sua solita ironia e Rose, come risposta inizia a ridacchiare, aggiungendo: <<Non hai bisogno dei dettagli, fidati.>>
<<Molto carino,>> aggiunge Rachelle, lanciando un'occhiata al cameriere che nel frattempo si allontanava.
Ci siamo seduti al nostro tavolo, io alla fine, con Richard al mio fianco e di fronte a me Josh, che teneva tra le braccia Ashley, la quale sembrava essere nel suo posto preferito al mondo. Dopo qualche minuto, il cameriere è tornato a prendere le ordinazioni.
<<Per la bambina una pizza margherita e per me un BB Premium Burger>> ordino con un semplice sorriso.
Il panino è una sinfonia di sapori: pane con semi di sesamo, hamburger succoso, salsa barbecue, cipolla bianca arrostita, cavolo rosso, patatine, lattuga e un mix di formaggi.
<<Senza formaggio>> aggiunge Josh, guardandomi.
<<Hai modificato il mio panino?>> domando, alzando un sopracciglio.
<<Ho letto che c'era del formaggio e so che non lo mangi. Ti ho fatto un favore.>>
Mi morsico il labbro e annuisco, ammettendo a me stessa che aveva ragione. Stavo dando per scontato che il panino sarebbe arrivato senza formaggio. <<Non è difficile dire un grazie,>> borbotta Josh, prendendo un sorso d'acqua con aria trionfante.
Lo fulmino con lo sguardo e come risposta mi sorride.
<<Domani organizzo una festa!>> esclama Travis, interrompendo il nostro momento di tensione con il suo solito entusiasmo.
<<Come sempre,>> commenta ironica Rose.
<<Ma questa è la festa di Halloween, e per nostra fortuna sarà di sabato. Quindi, preparatevi: alcol, belle ragazze o ragazzi per tutti!>>
<<Ci travestiamo?>> domanda Rachelle, girandosi verso di me con un'aria entusiasta.
<<Non penso di andare,>> rispondo con un mezzo sorriso.
<<Perché no?>> borbotta Rachelle, sfoderando il suo miglior broncio. <<Avevi promesso che ci avresti pensato.>>
<<Ci penserò,>> rispondo, cominciando a tagliare la pizza per mia sorella.
La cena è proseguita tra chiacchiere e risate, e il tempo è volato via senza che ce ne accorgessimo.
<<Andiamo dalla mamma?>> mi domanda Ashley, cercando di arrampicarsi sulle mie ginocchia.
<<Non siamo venute con la nostra macchina, tesoro,>> le sussurro, mentre lei appoggia la sua testolina sul mio petto, iniziando a giocare con i suoi riccioli.
<<Hai lasciato due pezzetti di pizza,>> ha notato Josh, avvicinandosi.
<<Non ne voglio più,>> risponde stropicciandosi gli occhi e sbadigliando. Per tutta la sera ha corso per la spiaggia, ha cantato e mostrato le sue doti da ballerina, e penso che sia arrivato il suo momento di riposo.
<<Sembra stanca,>> commenta Josh, avvicinandosi al mio fianco con un'espressione preoccupata.
<<Lo è. Non ha dormito nulla questo pomeriggio.>>
<<Vuoi andare? Se vuoi, possiamo anche passare all'ospedale, tanto è di turno anche mio padre.>>
<<Se per te non è un problema, possiamo andare.>>
Dopo aver infilato il giubbotto ad Ashley e aver salutato i nostri amici, abbiamo pagato e ci siamo avviati alla macchina. Ho fatto sedere Ashley nel suo seggiolino e ho tirato fuori il suo pupazzo dalla borsa. Appena gli ho schiacciato la pancia, la sua luce ha illuminato l'interno della macchina, creando un'atmosfera da fiaba.
All'ospedale, ho chiamato i miei genitori e in pochi minuti sono arrivati nella sala d'attesa con due grosse tazze di caffè. Appena ha visto mio padre, Ashley si è lanciata verso di lui e si è arrampicata tra le sue braccia come una piccola scimmietta.
<<Posso farvi una domanda?>> domando, attirando la loro attenzione. <<Che fine ha fatto Otto?>>
Otto non è solo un cane, è praticamente un membro della famiglia, e sembra capirmi meglio di qualsiasi essere umano. Sa sempre quando sono felice o triste, quando ho bisogno di compagnia o preferisco stare da sola. È come se avesse un sesto senso, e a volte vorrei che anche le persone fossero così intuitive.
<<È da Geltrude. Il suo cane aspetta i cuccioli,>> mi risponde mia madre; la guardo con un'espressione perplessa, mentre Josh, che è seduto accanto a suo padre, scoppia in una sonora risata.
<<Io non voglio crederci,>> borbotto, scuotendo la testa.
<<Perché?>>
<<Perché non è normale che tu abbia portato il mio cane a casa di Geltrude solo perché il suo cane è incinta!>>
<<Stanotte siete sole?>> domanda mio padre con un tono preoccupato. Annuisco.
<<Allyson,>> mi richiama con un tono leggermente serio, <<quando sei sola, dovresti invitare le tue amiche.>>
<<Non è la prima volta che dormo da sola,>> rispondo, cercando di tranquillizzarlo.
<<Lo sappiamo, ma può succedere qualsiasi cosa, e oggi non hai neppure Otto,>> aggiunge mia madre con un tono ansioso.
<<Mamma, non succederà niente. Ma per tranquillizzarti, ti consiglio di bere della camomilla e non del caffè.>>
<<Che figlia simpatica,>> borbotta mia madre, prendendo un sorso dalla sua tazza.
<<Lo so,>> rispondo ridacchiando. Quando la loro pausa è finita, e dopo che Ashley ha ricevuto infiniti baci, ci siamo incamminati di nuovo verso la macchina, pronti a tornare a casa.
STAI LEGGENDO
IL GIOCO DEI COLORI
Novela Juvenil|In Riscrittura| Vi ricordate l'adolescenza? Quel periodo in cui le emozioni si trasformano in tempeste, i sogni diventano nebbie che avvolgono i pensieri, e gli amori sono come cristalli pronti a frantumarsi al minimo tocco. È un'epoca magica, inte...