Allyson White
Mi siedo sul divano, osservando i miei amici immersi in una fitta rete di conversazioni: qualcuno discute animatamente di pallacanestro, altri di hockey, e qualcuna si perde in dettagli sui travestimenti per la festa di Halloween. Il caos comincia a regnare sovrano nel piccolo salotto, come se ogni parola aggiungesse un granello di sabbia in una clessidra già traboccante. Il mio sguardo si posa su mia sorella, il suo volto dolce ma stanco, con l'espressione leggermente aggrottata di chi sta combattendo con il sonno. Penso che sia arrivato il momento del suo riposino pomeridiano; il suo corpo sembra già pronto a cedere, come una foglia che si piega sotto il peso della rugiada.
«Possiamo parlare delle attività?» domanda Rose, la sua voce alta e chiara, richiama l'attenzione di tutti.
«Certo», rispondono in coro le ragazze e, il brusio che riempiva la stanza scema all'improvviso.
«Allora... so che potrebbe sembrare una pazzia», inizia a dire Kate, e immediatamente tutti noi volgiamo lo sguardo verso di lei, curiosi. «Ma perché non organizziamo una sfilata?»
«Una sfilata?» ripeto confusa, mentre i ragazzi cominciano a ridacchiare, come se Kate avesse appena proposto di volare sulla luna.
«Esatto», risponde lei, con la sicurezza di chi ha già tutto pianificato. «Ho già parlato con il preside, il coach delle squadre e... beh, anche con mia madre. Tutti e tre mi hanno detto che è un'idea meravigliosa».
«Io non ho ancora capito», borbotta suo fratello, lanciandole uno sguardo perplesso.
«Dobbiamo recuperare degli abiti vecchi, sistemarli e usarli per la sfilata. Le persone potrebbero poi acquistarli e...»
La interrompo, frastornata. «L'idea è originale, nessuno qui ha mai organizzato una sfilata, ma... chi sistemerebbe gli abiti?»
Mi guarda con un sorriso sornione e alza un dito, puntandolo direttamente verso di me. «Tu, tesoro».
«Io?» rispondo, con la voce che quasi si incrina per lo stupore.
«Mia madre ha accettato solo perché ti ho nominata», continua, sempre più sicura. «Dice che hai un talento naturale per la moda, che le tue creazioni sono sempre eleganti e raffinate. Ci aiuterà, ma solo se tu l'aiuterai».
«Oddio, nostra madre è d'accordo con questa pazzia?» domanda il fratello, quasi incredulo.
«Non è una pazzia», borbotta Kate, fulminandolo con lo sguardo. «Abbiamo Rose che potrebbe occuparsi delle fotografie e della parte social per sponsorizzare l'evento, abbiamo Sandra e Rachelle che potrebbero sfilare insieme a me, e poi ci sei tu», continua, indicando di nuovo me, «che sei perfetta per disegnare e cucire. Potrebbe essere una cosa divertente!»
«Ci penserò», mormoro piano, mentre Josh e Richard ridacchiano tra loro, lanciandomi un'occhiata divertita. Sandra e Rachelle stanno ancora riflettendo sulla proposta di Kate, ma Rose è l'unica a mostrare entusiasmo.
Il gruppo si lancia in una discussione animata sulla sfilata. Approfitto del momento per allontanarmi un attimo, prendendo Ashley tra le braccia e portandola nella mia stanza, dove potrà riposare. Aspetto che si addormenti completamente, il suo respiro diventa regolare e lieve come il fruscio del vento tra gli alberi. Accendo il suo pupazzo luminoso, la copro delicatamente con la coperta e mi sdraio accanto a lei, sperando di poter chiudere gli occhi per qualche istante. Vorrei ritornare ad essere una bambina, ad non avere delle preoccupazione, per lasciarmi ondeggiare dal fruscio del vento.
Proprio mentre il sonno sembra avvicinarsi, una voce bassa mi riporta alla realtà. «Come va?» sussurra Josh, appoggiato allo stipite della porta della mia stanza. I minuti si sono moltiplicati, o almeno così sembra, da quando sono entrata.
«Bene», rispondo piano, cercando di non svegliare Ashley. «Stavo per scendere. Continuano a litigare?»
Josh annuisce e ridacchia. «Stanno discutendo come se dovessero organizzare le Olimpiadi».
«Sei stanca?» mi domanda poi, con uno sguardo attento che sembra voler scrutare oltre il mio sorriso.
«Un pochino», confesso, lasciandomi andare contro il cuscino. Mi fa piacere stare con i miei amici, condividere il tempo con loro, sentire il calore della loro presenza. Ma spesso, desidero il silenzio, il mio spazio. Ho bisogno di rifugiarmi nella mia bolla, dove posso respirare senza essere risucchiata dal caos che mi circonda.
«Si vede», dice, con un piccolo sorriso che gli illumina il volto mentre entra nella stanza e si siede sul bordo del letto, con la delicatezza di chi sa di trovarsi su un terreno fragile. «Si vede che hai bisogno di pace».
«Si vede davvero?» domando, con un tono leggermente ironico, ma anche un po' triste. «Nessuno sembra capirlo».
«Io sì», sussurra lui. La sua voce è un filo che collega le sue parole alla mia stanchezza. E in quel momento, capisco che Josh, più di chiunque altro, riesce a vedere le mie crepe nascoste, quelle che tento sempre di celare dietro una facciata di serenità.
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IL GIOCO DEI COLORI
Roman pour Adolescents|In Riscrittura| Vi ricordate l'adolescenza? Quel periodo in cui le emozioni si trasformano in tempeste, i sogni diventano nebbie che avvolgono i pensieri, e gli amori sono come cristalli pronti a frantumarsi al minimo tocco. È un'epoca magica, inte...