Allyson White
Ogni domenica, la mia casa si trasforma in un piccolo stadio, soprattutto quando mio padre invita tutti i suoi amici a guardare la partita. Il soggiorno diventa un campo di battaglia, tra urla, risate e discussioni infuocate. Entro con Richard, scambiandoci un'occhiata complice, mentre salutiamo. Nessuno ci risponde, sono troppo presi a discutere su chi avesse ragione riguardo all'ultima azione.
«Sembrano dei ragazzini,» commento versando un bicchiere di succo a Richard, che mi osserva divertito.
«Sembrano?» ride, indicandomi suo padre, «il mio si è persino messo la felpa della squadra.»
Proprio in quel momento, mia madre entra in cucina con Ashley, indaffarate a preparare una torta. Nonostante il caos del soggiorno, la cucina sembra un'oasi di pace, il profumo di vaniglia che si diffonde nell'aria.
«Come va?» chiede mia madre, guardandomi con il solito sguardo premuroso.
«Meglio, la febbre sta scendendo,» rispondo, sorseggiando il succo.
«E com'è andata la partita, Richard?» domanda subito dopo, mantenendo lo stesso tono affettuoso.
Richard sorride, felice di raccontare: «Abbiamo vinto! È stata una bella partita. Liam, un giocatore dell'altra squadra, ha fatto un salto di qualità incredibile. Molto probabilmente verrà convocato per una partita regionale.»
«Liam Gosling?» domando, con un sopracciglio alzato. Richard annuisce, e io non posso fare a meno di sussurrargli: «Mi ha appena scritto.» Mostro il telefono a Richard con fare cospiratorio, abbassando la voce per non farmi sentire da mia madre.
«Oddio, di nuovo?» borbotta Richard, avvicinandosi curioso per leggere il messaggio. Liam mi ha commentato una storia su Instagram: una foto di me col mio cane, il libro sulle cosce, e la frase "Influenzata ma felice". Il suo messaggio? «Sei bellissima anche con l'influenza e quel nasino rosso. Quando guarisci, andiamo a prendere quel famosissimo caffè?»
Non riesco a trattenere una risatina, ma l'espressione di Richard si fa seria. Conosce Liam e soprattutto conosce me.
«Gli rispondo?» chiedo, cercando un consiglio.
«Ti piace?» domanda lui, scrutandomi con un'aria da fratello maggiore.
Alzo le spalle, incerta. Richard scuote la testa, saggio come al solito. «Io ti consiglio di rispondere solo se ti interessa davvero. Se no, continuerà a cercarti per sempre.»
Sospiro. «Esteticamente è carino, simpatico, con la battuta sempre pronta. Ma Josh dice che è troppo... cazzone.»
Richard alza un sopracciglio. «E che ti importa del parere di Josh?» Mi lancia un'occhiata significativa, marchiando il nome con enfasi. «Rispondigli solo se ti interessa davvero. Sono sicuro che non vuole solo un caffè.»
Annuisco, un po' indecisa. «Forse ci penserò su...» borbotto.
«Per cosa ci penserai su?» La voce di mia madre interrompe la nostra conversazione, curiosa come sempre.
«Mamma, si chiama privacy!» rispondo con un mezzo sorriso.
Lei alza le mani, in segno di resa. «Ok, ok, la prossima volta non ti chiederò più niente.» Ma dal suo tono è chiaro che non ci crede nemmeno lei.
Il campanello suona, e mia madre mi chiede di aprire. Quando apro la porta, incontro lo sguardo caldo di Josh, con quegli occhi color cioccolato che sembrano sempre leggermi dentro.
«Che ci fai qui?» chiedo, appoggiandomi allo stipite della porta.
«Devo lasciare le chiavi della macchina a mio padre. È ancora qui, giusto?» mi chiede con il suo solito tono tranquillo.
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IL GIOCO DEI COLORI
Teen Fiction|In Riscrittura| Vi ricordate l'adolescenza? Quel periodo in cui le emozioni si trasformano in tempeste, i sogni diventano nebbie che avvolgono i pensieri, e gli amori sono come cristalli pronti a frantumarsi al minimo tocco. È un'epoca magica, inte...