Capitolo 26

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Josh Cooper

La mia routine scolastica inizia ogni mattina con una corsa per la città. Questo periodo dell'anno è uno dei miei preferiti: le temperature calano, la pioggia diventa più frequente e le foglie cadono dagli alberi, colorando le strade. Rientro a casa, appoggio le scarpe da corsa nella scarpiera e mi precipito in bagno per lavarmi e prepararmi per una nuova giornata di scuola.

Indosso in fretta una tuta sportiva della scuola, un berretto di lana in testa, delle comode scarpe ai piedi, e scendo al piano inferiore. Qui, la mia famiglia ha già iniziato la giornata, circondata dal profumo del caffè e delle torte che prepara mia madre.

«Buongiorno, figliolo!» esclama mio padre con la sua solita tazza di caffè in mano.

«Buongiorno. Vuoi che ti tagli un pezzo di torta alle noci?» chiede mia madre, sorridendo come sempre.

«Buongiorno a tutti!» borbotto, rimettendomi le cuffie e scuotendo la testa. Oggi non è proprio una buona giornata, e ho la sensazione che continuerà così. Prendo le chiavi della macchina e aspetto che la mia amica e vicina di casa, Rachelle, mi raggiunga. Ogni volta che la vedo, il suo sorriso luminoso mi ricorda che la vita può essere più leggera di quanto sembri. È come una dose quotidiana di positività in un mondo spesso opprimente. Rachelle è dolce e chiacchierona, a volte un po' irritante, ma è impossibile non amarla. Ogni mattina, il suo sorriso è un faro di speranza che illumina la mia giornata.

«Oggi torno con Travis,» mi dice, mentre collega il telefono allo stereo dell'auto. Inizia a cantare con entusiasmo "Love Story" di Taylor Swift, e la sua voce melodiosa riempie l'auto. Canta come se fosse sul palcoscenico di un grande concerto, e la sua passione per la musica è contagiosa. «Come va con lui?» chiedo, e non posso fare a meno di notare quanto il suo sguardo sia vivace e curioso.

Travis è un mio amico, ma se mai dovesse farle del male, non esiterei a farlo pagare. L'idea che possa ferirla mi preoccupa. Nonostante il sorriso che Rachelle mi offre, dentro di me cresce un'ansia silenziosa.

«Molto bene. Mi piace davvero tanto,» risponde sorridendomi. «E tu, Allyson?» aggiunge, mantenendo un tono sereno ma con una punta di ironia. «Per fortuna siamo arrivati,» rispondo, ignorando la sua domanda. Sento il suo ridacchiare leggero che fa da contrappunto ai miei pensieri pesanti. Travis si avvicina alla macchina e abbraccia Rachelle, mentre io mi dirigo verso la scuola con il cuore appesantito. La scorsa notte non ho dormito molto bene e questa giornata, non finirà molto bene.

La scuola è un caos di urla e corse. Ogni giorno sembra un turbine di emozioni e adrenalina. Quando apro il mio armadietto per prendere un libro, vedo Allyson appoggiata al suo, mentre ride con un ragazzo che non conosco. Il contrasto tra il suo sorriso genuino e il mio umore cupo mi colpisce come una freccia. Mi avvio verso la classe di letteratura, il cuore pesante e colmo di pensieri confusi.

«Josh Cooper, oggi sei in anticipo,» dice il professore con un sorriso benevolo, appoggiando il libro sulla cattedra. La sua voce calda e rassicurante mi fa sentire un po' più a casa. «Già,» rispondo, dirigendomi verso il mio solito posto.

«Tutto okay?» chiede il professore, il suo sguardo indagatore cerca di cogliere più di quanto stia rivelando. Il professor Allen è uno di quei docenti che si sforza di comprendere i propri studenti, e il suo corso è sempre un mix di teoria e pratica che riesce a tenere alta l'attenzione.

«Tutto okay, prof,» rispondo, anche se dentro di me una tempesta di emozioni si scatena. Le ore di lezione passano più velocemente del previsto, ma il tempo sembra allungarsi quando si tratta di sentimenti inespresse e relazioni irrisolte.

Il 23 novembre è un giorno che non dimenticherò facilmente. Mi sono sentito sprofondare in un abisso di tristezza e preoccupazione. Allyson, la ragazza che avevo considerato la mia fonte di gioia e ispirazione, era in condizioni critiche in ospedale. Il mondo mi sembrava crollare addosso e il mio cuore si frantumò in mille pezzi. Non avevo mai provato una sensazione così opprimente.

«Josh!» esclama Allyson con un sorriso quando si siede accanto a me in aula. Il suo sorriso è come una luce che cerca di penetrare l'oscurità che mi circonda. «Oggi sei puntuale,» aggiunge, mentre tira fuori il quaderno e l'astuccio. Le sue guance sono leggermente arrossate e il nasino rosso per il freddo le conferisce un'aria di innocenza.

La guardo e sento una morsa di affetto e tristezza. È così fragile, pura e meravigliosa. Da bambino, ero affascinato dalla sua chioma riccia e morbida, dalla sua risata contagiosa e dal suo nasino cosparso di lentiggini. Amavo trascorrere tempo con lei, raccogliere foglie nel giardino della scuola, farla ridere e vedere la sua gioia. Ma crescendo, le cose sono cambiate. Ha cominciato a ridere di meno, a ignorarmi, a tenere le persone lontane. La sua trasformazione mi ha lasciato un vuoto immenso, come se una parte fondamentale della mia vita fosse scomparsa.

Il campo estivo è stato un momento cruciale, ma non l'unico. Quando Eric cercava di sfruttarla per una scommessa, io cercavo di farle capire che molti la volevano solo per ciò che dava e non per chi fosse realmente. Ma non volevo essere crudele. Eppure, ho fallito.

Quando il professore inizia a parlare, sposto lo sguardo verso di lui. Allyson prende appunti con attenzione, la matita tra le dita e lo sguardo concentrato. Le sue espressioni cambiano mentre scrive, il suo nasino rosso per il freddo e le guance arrossate le conferiscono un'aria di vulnerabilità e grazia. Mi piace osservare questi piccoli dettagli in lei, anche se mi rendo conto che è cambiata profondamente da quando eravamo bambini.

Le ore di lezione passano e, mentre Eliot ed io ci dirigiamo verso la mensa, ci fermiamo per ascoltare l'allenatore che ci aggiorna sulle future partite.

«Non vedo l'ora che Travis ritorni. Sono stufo di essere il capitano della squadra di basket,» borbotta Eliot, mentre prende lo zaino con un gesto stanco.

«Di solito non si ferma a chiacchierare così a lungo,» dico ironicamente, sentendo Eliot sbuffare.

«Andiamo in mensa, ho una fame da lupi,» ribatte Eliot e ci avviamo verso la grande sala luminosa. La luce che filtra dalle vetrate crea un'atmosfera calda e accogliente. Prendiamo il nostro pasto e salutiamo alcune persone, sedendoci al nostro tavolo abituale.

Riconosco subito Allyson, seduta con il nuovo ragazzo accanto a lei. Indossa abiti eleganti e costosi, ha i capelli ordinati e castani, occhi verdi e un viso curato. Arrossisce quando viene presentato, e ciò mi strappa un sorriso.

«Finalmente ragazzi!» esclama Richard mentre mi siedo tra lui e Allyson. Il ragazzo accanto a lei è lo stesso che ho visto stamattina.

«Il mister ci ha trattenuti,» dice Eliot, dando un bacio sulle labbra di Sandra.

«La fortuna di essere il capitano,» aggiunge Travis, con tono ironico. Ha ancora il polso infortunato e probabilmente salterà gran parte del campionato.

«Una fortuna che mi auguro di passarti presto,» risponde Eliot, mentre inizia a mangiare.

«Comunque, lui è Michael e si è trasferito da poco,» dice Rose, indicando il nuovo arrivato. Michael sembra quasi un estraneo in quel contesto familiare, e la sua presenza crea un piccolo squarcio nella mia routine.

«Piacere, sono Eliot,» dice, stringendo la mano a Michael. Allyson mi dà un calcetto sul piede e io mi alzo, sentendo un'onda di emozione spingermi verso l'uscita. «Josh,» dico, raccogliendo le mie cose e dirigendomi verso l'uscita. I miei amici mi guardano con espressioni interrogative, ma non dico nulla e me ne vado, con il cuore in tumulto.

Che mi sta succedendo? È stata una giornata storta. Ho evitato lo sguardo di Allyson, sapendo che la sua incessante preoccupazione mi avrebbe accompagnato per il resto della giornata.

Vorrei che potesse capire quanto mi fa male la sua assenza, quanto la sua distanza mi spezza il cuore. Vorrei poter trovare la pace.

Quella pace che è scomparsa il 23 novembre.

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora