Capitolo 7

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Allyson White

Ho scoperto che la vita è come un giocoliere maldestro: sa regalarti momenti di pura gioia, ma in un batter d'occhio può farti cadere tutto dalle mani.

La pioggia ha iniziato a battere furiosamente sul vetro dell'auto, e quel tamburellare ha fatto accelerare il mio battito cardiaco, come se stessi ascoltando un tamburo di guerra. Ho sempre amato la pioggia, con il suo suono rassicurante e la sua danza impetuosa. Eppure, un singolo incidente è bastato per farmela odiare.

<<Tutto bene?>> domanda con un tono di voce basso e rilassato, mentre la musica sussurra dolcemente nell'abitacolo, cullando il leggero sonno di mia sorella. Ci sono giorni in cui vorrei tornare bambina, quando le preoccupazioni erano piccole come una briciola e le giornate si chiudevano sempre con un sorriso.

<<Sì>> rispondo, stringendo leggermente le mani sul sedile e spostando lo sguardo verso di lui.

<<Sembri tesa.>>

Scuoto la testa con un mezzo sorriso. Fuori dal finestrino, la città sembra un set abbandonato, le strade deserte e le case già immerse nell'oscurità. Le nuvole giganti nel cielo si illuminano a tratti, come se volessero farsi notare per un istante.

<<La pioggia non ti piace, vero?>>

<<Mi mette ansia>> sussurro, mentre un sospiro sfugge dalle mie labbra. Quel tamburellare, quel suono incessante, quel freddo pungente, e l'odore della pioggia mi riportano alla mente l'incidente, risvegliando una tempesta di angoscia e paura.

<<Tranquilla, siamo quasi arrivati. Se vuoi, posso andare più piano e alzare un po' il volume della musica.>>

<<Lo apprezzerei molto.>>

<<Potevi dirmelo subito>> sussurra, girandosi verso di me con un sorriso rassicurante.

<<Non volevo angosciarti con le mie paranoie>> rispondo, mentre lui scuote leggermente la testa. Continuiamo a chiacchierare fino a quando non ci troviamo nel vialetto di casa mia. Spegne la macchina e apre lo sportello, lasciando che la pioggia ci investa con tutta la sua furia. Apre lo sportello di Ashley e, senza svegliarla, mi aiuta a portarla dentro casa.

<<Siamo completamente bagnati>> dico ridacchiando, notando i suoi capelli fradici.

<<E siamo rimasti fuori solo pochi secondi>> risponde, tenendo tra le braccia Ashley, che abbiamo coperto con il suo giubbotto per tenerla asciutta.

<<Dormite al piano di sopra?>> mi chiede mentre mi tolgo scarpe e giubbotto.

<<Sì, ora la porto su.>>

<<Posso portarla io. È pesantuccia, tranquilla, lo faccio io>> risponde, e annuisco. Mia sorella ha tre anni, con lineamenti delicati, occhi azzurri identici ai miei, e la stessa espressione tenera quando parla.

Apro la porta della mia stanza e accendo la luce. Prendo un cambio dal suo armadio e, una volta che lui l'ha appoggiata delicatamente sul letto, la cambio e la copro con le coperte. Accendo il suo pupazzo, accendo la luce del comodino e spengo la luce principale, creando un ambiente soffuso e accogliente.

<<Ti va qualcosa di caldo?>> chiedo mentre scendiamo in cucina, sperando che una bevanda possa scaldarlo un po' dopo la pioggia.

<<Cosa mi prepari?>> mi domanda sedendosi su uno sgabello. La mia cucina, con i suoi toni neutri e le linee pulite, sembra quasi voler accogliere chiunque entri con un abbraccio caldo e confortevole.

<<Per caso sei a dieta?>>

<<Perché?>>

<<Pensavo di prepararti una bella cioccolata calda.>>

<<Ah, vuoi farmi ingrassare?>> ribatte con un sorriso ironico che mi fa ridere. <<Ma accetto volentieri.>>

<<Allora mi cambio in fretta e la preparo.>>

<<Posso cambiarmi anch'io? Ho un cambio in macchina nel borsone dell'hockey.>>

<<Certo>> rispondo.

Ci cambiamo velocemente, entrambi ora in abiti sportivi e comodi, entriamo in cucina, e inizio a preparare la cioccolata. Non sono una grande cuoca, ma quando si tratta di dolci e bevande, so il fatto mio.

<<Quanto manca?>> borbotta, tamburellando le mani sul piano della penisola e alzando gli occhi al cielo con un'espressione dolce.

<<Un minuto>> rispondo, rimettendo la bottiglia di latte in frigorifero e prendendo due tazze. Questa ricetta di cioccolata calda è un'eredità di mia madre, un comfort food che riscalda il cuore anche nelle giornate più fredde. <<Eccola,>> esclamo, porgendogli la tazza.

Sorride, e ricambio il gesto.

<<Accendiamo la televisione?>> propongo, guardando il salotto. Mi immagino già, seduta sul divano, avvolta dal calore della cioccolata, mentre fuori infuria la tempesta.

<<Ci guardiamo un film?>>

<<Posso sceglierlo io?>>

<<L'importante è che non sia troppo sdolcinato, altrimenti l'atmosfera potrebbe cambiare velocemente.>>

<<In che senso?>>

<<Siamo soli, in una bella casa, su un comodo divano...>>

<<Josh! Ma che ti passa per la testa>> rido, portandomi una mano alla bocca. Lui ride a sua volta e ci sediamo entrambi sul divano. <<Mi piace quando ridi>> sussurra.

<<Non ci vuole molto per farmi ridere.>>

<<E allora perché non ridi sempre?>>

<<Perché a volte è difficile.>>

<<Allora, quando avrai bisogno di ridere, vieni da me. Farò sempre in modo di strapparti un sorriso.>>

Gli sorrido e accendo la televisione. Ci imbattiamo in un film comico e, per tutto il tempo, rimaniamo in silenzio, a ridere per qualche battuta, godendoci la serata mentre fuori la pioggia continua a suonare la sua melodia tempestosa.

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora