Capitolo 9

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Allyson White

Dopo aver riposto con cura la spesa nella dispensa e aver fatto brillare le superfici della casa, mi rendo conto che il tempo scivola via come sabbia tra le dita, e tra pochi minuti dovrò decidere cosa preparare per il pranzo. Non sono certo una chef stellata, ma riesco a cavarmela e, soprattutto, a sfamare chi condivide il pasto con me. Quando mia nonna o mia madre cucinavano, io non badavo ai loro gesti esperti, ma al forno che lentamente trasmutava gli ingredienti in qualcosa di speciale.

Getto uno sguardo oltre la grossa finestra della cucina e sospiro profondamente; il vecchio albero in giardino sta perdendo le ultime foglie che lo adornano, e un misto di malinconia avvolge il mio umore come una coperta pesante. I miei genitori, stremati dai doppi turni, mi hanno informata questa mattina che, prima di tornare a casa, sarebbero andati a trovare i nonni materni e poi al cimitero, per aggiungere qualche nuovo fiore sulla tomba di mio fratello.

È quasi trascorso un anno dall'incidente, ma diversamente da quelle foglie che tornano a cadere ogni autunno, lui non tornerà mai più.

Ricordo ancora la pioggia battente, i rumori confusi, le urla che perforavano il silenzio, e quel vuoto incolmabile che ha preso dimora dentro di me. Ricordo la mia apatia, come se il mondo fosse diventato un film muto, la mia mente persa in un'oscurità gelida, il dolore che pulsava costante.

Il ritorno alla realtà arriva improvviso, quando il telefono vibra. Sullo schermo compare il nome della mia amica Kate, e il suono familiare mi strappa da quei pensieri.

<<Buongiorno Kate>> esclamo rispondendo alla chiamata.

<<Come va? Richard ha scritto nel gruppo che i tuoi genitori non sono in casa, quindi abbiamo pensato di autoinvitarci per il pranzo. Così nel pomeriggio possiamo discutere delle attività per la beneficenza. Che ne pensi?>>

Sospiro e mi mordo il labbro. Maledetto Richard.

<<Non ci sono problemi. Venite pure, anche se, in realtà, non sono da sola.>>

<<Non sei da sola? Oddio! Con chi sei?>> Noto lo stupore nella sua voce.

<<Con Josh.>>

<<Oddio! Quel Josh? Il nostro Josh?>>

<<Proprio lui>> rispondo ridacchiando.

<<Non ci posso credere, mi farai perdere la mia scommessa.>>

<<Che scommessa?>>

<<Abbiamo scommesso su di voi. Io dico che vi odierete a vita, qualcun altro dice che vi sposerete.>>

<<Smettetela!>> Esclamo sbuffando. I nostri amici sono davvero dei cretini: alcuni sostengono che la rivalità tra me e Josh durerà per sempre, altri invece, scommettono che un giorno ci sposeremo.

<<Comunque, mia madre ha ordinato cibo coreano per tutti e arriverà da te per l'una, okay? Devo staccare, sta per arrivare Brandon e gli ho promesso di dedicargli del tempo. Ci vediamo tra un'oretta, okay?>>

<<Okay, Kate>> rispondo, ma lei ha già chiuso la chiamata.

Mi appoggio al bancone dell'isola e sospiro; a volte vorrei tanto imparare a dire di no, a prendermi del tempo per me stessa.

<<Tutto bene?>> domanda Josh, avvicinandosi alla penisola della cucina.

<<Abbiamo ospiti.>>

<<Ospiti?>>

<<Sì, Richard ha detto nel gruppo che i miei non sono in casa e così si sono autoinvitati.>>

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora