"L-Lexie?" il mio cuore accelera di colpo e mi alzo in piedi per guardare meglio la ragazza dai capelli rossi che, ancora girata su un fianco, singhiozza lentamente e silenziosamente.
"N-Non guardarmi, Logan" inveisce mentre gli occhi azzurro-verde ormai rossi si puntano nei miei. Deglutisco pensando a cosa posso dire per calmarla ma tutto quello che mi viene in mente non aiuta.La ragazza abbassa lo sguardo e affonda la testa nel cuscino impedendomi anche solo per un istante di osservarla e di imprimere quelle lacrime nella mente.
Prendo un lungo respiro e so che non posso far molto per lei adesso se non provare a curare le sue ferite, quelle sulla pelle s'intende perché quelle sul cuore sono troppo difficili da affrontare.Riprendo a disinfettare la pelle e a spalmare una specie di crema che mi ha dato Ed per i lividi di cui la schiena di Lexie è piena.
Ogni tanto sento dei respiri mozzati per il bruciore delle mie medicazioni e mi fermo aspettando che si calmi."Lexie, ora vorrei vedere il viso" la rossa tira su con il naso prima di voltarsi lentamente e di appoggiare la schiena alla comoda e morbida testata del letto con un sonoro sospiro.
Mi accomodo di fianco a lei. "Il viso non è ridotto bene"
"Non lo era nemmeno prima" sorride lievemente mentre io ridacchio sapendo che alla fine, nonostante le lacrime è la stessa Lexie di un tempo.
Prendo a disinfettarle il bruttissimo taglio sulla fronte, accanto all'occhio destro.
Appena il disinfettante sfiora la sua pelle la sua mano scatta sulla mia gamba stringendola e il labbro inferiore viene martoriato dai denti."Scusa" ma in questo momento riesco solo a concentrarmi sulla sua mano, la sua mano così debole che si stringe sulla mia gamba fasciata nei jeans. Può esserci cosa più bella?
"Perché fai questo Logan?" mi domanda all'improvviso mentre passo al labbro inferiore che, anche questo, è pieno di sangue e c'è un brutto taglio vicino al mento.
"In che senso?"
"Perché mi stai aiutando"
Non ci rifletto neppure. "Perché..."
"Io sono un mostro" mi interrompe lei.Smetto di medicarla e la osservo, attentamente. L'occhio destro è semichiuso da un orribile livido che fra poco sarà ancora più violaceo e la sua ferita aperta sul sopracciglio sembra non voler smettere di sanguinare.
"Non sei un mostro" e lo penso davvero. "Come puoi dirlo?"
Lei, per tutta risposta, alza le spalle e mi guarda con un espressione che sembra quasi dispiaciuta.
"Tu credi che io sia un mostro?"
"No. Assolutamente no" affermo con tono sicuro.Lei scuote la testa e sposta lo sguardo guardando in basso.
"Non sei mai stata così poco sicura di te, Lexie, che succede?" domando di getto attirando ancora la sua attenzione.
Torna a fissarmi. "Forse sono sempre stata così, sono un mostro davvero. Forse hanno ragione loro e hanno fatto bene a fare tutto questo..."
"Non dirlo mai più." il mio tono è duro e secco.
"Invece lo posso ripetere quante volte voglio perché Logan, non si scappa mai dalla verità."
"E tu credi che questa sia la verità?"Annuisce non molto sicura trattenendo le lacrime.
Cosa diavolo è successo alla mia Lexie?
~
"Come sta?" la voce di Eddy arriva alle mie orecchie come un tuono in pieno giorno. Appena chiudo la porta della camera di Lexie mi raggiunge allarmato.
Charlie e Michael si staccano dalla parete accanto alle scale e mi vengono anche loro incontro.
"Sta meglio... Più o meno..." dico osservando di nuovo la porta come se lei potesse uscirne e tornare la Lexie di una volta.
"Grazie Logan... Le vado a preparare qualcosa da mangiare" aggiunge lui precipitandosi giù per le scale."Logan? Tutto bene?" mi domanda Charlie con le mani in tasca.
"Io sto bene, ma Lexie, lei no" affermo.
"In che senso?" mi domanda Michael spronandomi a parlare.
"Il nostro passato spesso ci rende diversi e tende a far uscire il peggio di noi. Ma non credo che lo stesso valga per Lexie, lei sta facendo uscire la parte migliore di lei, quella fragile, che aveva nascosto per tanto tempo agli altri, ma soprattutto a se stessa."
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GAY? || Logan Lerman
Fanfiction"In quel momento era tutto diverso. Io ero diverso. Avevo sempre pensato che avrei trascorso il resto della mia vita al college con lui. Ma sbagliavo. Ero cambiato, forse quel bacio mi aveva cambiato. Forse, in quel momento, non ero più gay"