Sono stanca.
Non dormo da giorni ormai, la mia mente è una massa informe senza né capo né coda: pensieri diversi si mescolano senza farmi capire più nulla.
Al centro di tutto? I miei tagli, i lividi ovunque sul corpo con cui devo convivere ogni giorno. Mi alzo, nel cuore della notte mentre Logan dorme e mi guardo allo specchio. Vedo solo l'ombra dei miei demoni, dei miei errori sparsi per il corpo dalla pelle bianca.Ma ciò che c'è di più distrutto adesso è la mia mente. Forse anche il cuore ma la mente prima di tutto. Pensavo che non sarebbe più successo: che sarei riuscita ad andare avanti dopo tutte quelle botte prese a scuola. Avevo costruito la mia corazza fatta di freddezza e acidità.
E aveva funzionato.
Finché non ero tornata a casa: è facile che tutto vada bene quando i tuoi problemi sono lontani, quando tu ti sei allontanata da essi per stare quantomeno in pace.
Ma perché sono tornata?
Forse per dimostrare a me stessa che ce la potevo fare: che potevo affrontare le mie paure a testa alta, senza tremare o vacillare.
E invece, sbagliavo.
Non ricordo bene quel giorno, so solo che un secondo prima ero davanti al supermercato e poco dopo stretta nella morsa di un uomo che non volevo mai più vedere.
Attaccata al muro e presa a calci e a pugni.
Sentivo lo stomaco torcersi in una morsa di dolore ogni volta che un colpo si sferrava violento sul mio corpo.Mai provato dolore più grande.
Mi hanno picchiata, quasi strozzata e usato un vetro di non so bene cosa per tagliare.
Tagliare la mia faccia, sfregiare il mio volto, rigare quello che non potevano vedere perché li riempiva di disgusto.Ora sono io che mi disgusto davanti alla loro "opera".
Mi risveglio dai miei pensieri quando la mano di Logan si avvinghia alla mia.
Non lo guardo: la stringo solamente tirando un lungo respiro sapendo che tra poco mi toccherà la sessione di shopping compulsivo di mia mamma.Io odio fare shopping.
"Stai bene?" sussurra lui con un sorriso.
Mi volto. Come fa ad essere sempre così gentile?
Annuisco.Devo fingere che vada tutto bene, come sempre. È come essere tornati ai vecchi tempi, quando, dopo la scuola mi rinchiudevo in camera, mi medicano da sola i danni creati da quelli e mi truccavo quel tanto che bastava per nascondere lo scempio.
Dopo un po' hanno cominciato a guarire e quando ho cominciato il college mi ero ripromessa che nessuno mai mi avrebbe più messo i piedi in testa anche a costo di diventare insopportabile agli occhi di tutti.
O quasi tutti.
A quel pensiero i miei occhi sfrecciano nella direzione del ragazzo accanto a me che guarda fuori dal finestrino. Un leggero sorriso si dipinge sul mio volto. Lui è uno di quelli che si prende cura di me. In tutti i modi.
Il resto del viaggio passa velocemente tra case che si rincorrono e mia madre che parla di non so bene cosa.
Quando parcheggia, scendo dalla macchina staccandomi per la prima volta dalla partenza dalla mano di Logan che scende dalla parte opposta.
Scendiamo e mia madre subito si fionda in un negozio, anzi, il suo negozio preferito facendomi alzare gli occhi al cielo. Ha davvero intenzione di comprarmi un abito per stasera.
-Stasera!- pensa subito la mia testa. -Cazzo Lexie, il tuo supplizio è solo rimandato- aggiunge.
I miei occhi balzano fuori dalle orbite e deglutisco a fatica. Alla festa di stasera ci sarà anche lui, anche loro.
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GAY? || Logan Lerman
Fanfiction"In quel momento era tutto diverso. Io ero diverso. Avevo sempre pensato che avrei trascorso il resto della mia vita al college con lui. Ma sbagliavo. Ero cambiato, forse quel bacio mi aveva cambiato. Forse, in quel momento, non ero più gay"