CAPITOLO 36.-LOGAN-

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Entro in camera dopo aver finito la colazione per chiamare Lexie, solitamente, a Natale, io e la mia famiglia invitiamo tutti i nostri parenti e ci prepariamo per un pranzo con i fiocchi. Un evento che accadrà tra pochissimo tempo.

Raggiungo la porta e vedo la rossa voltata di spalle che parla al telefono e non posso fare a meno di origliare.

"Si, fra quattro giorni, più o meno" dice la ragazza seduta sul letto con le gambe incrociate.
Annuisce ad un qualcosa detto dalla madre e poi mette giù il telefono e lo sbatte sul piumone con un tonfo sordo.

Prendo un respiro ed entro in camera. "Che ha detto tua madre?" domando avvicinandomi alla sua figura.
"Che non sarà a casa quando noi arriveremo... Verrà a prenderci Ed" afferma osservandosi le mani.
"Tuo fratello?" lei annuisce semplicemente con aria sconsolata.
"Lexie? Stai bene?" domando vedendola così giù.
"Perché me lo chiedi?" possibile che ogni volta che le faccio una domanda mi risponde con un'altra domanda?!
Alzo le spalle. "Non so... sei così... giù"
"Non è che, perché una persona non ha un sorriso stampato in faccia allora vuol dire che sia triste" afferma con tono acido. Alzo gli occhi al cielo, ormai le sue risposte così aggressive sono all'ordine del giorno.

Si alza velocemente dal letto e afferra il cellulare posizionandolo sulla scrivania poco distante dal letto.
"Comunque preparati..." affermo alzandomi anche io. Mi guarda interrogativa. "Per cosa?"
"Per il pranzo di Natale.."
"Ancora?! Non fate altro che mangiare voi Lerman!" inveisce incrociando le braccia.
Alzo le spalle. "Questa è una tradizione"
"Anche la festa di ieri sera lo era..." effettivamente ha ragione, noi abbiamo un sacco di tradizioni.
"Si... Ma questa riguarda solo la famiglia Lerman"
"Che fortuna" sussurra roteando gli occhi al cielo.
Sbuffo divertito per queste sue reazioni così... umane, il che è anche un controsenso: Lexie, così fredda e apatica in realtà è un essere umano... diciamo che non sono ancora pienamente sicuro di questo.

Il suono del campanello porta la mia attenzione dai suoi capelli rossi all'ingresso, esco sul pianerottolo e sporgo la testa per vedere chi sta per entrare, è troppo presto per i miei parenti.
La domestica si affretta a raggiungere la porta e nonappena la spalanca riconosco i capelli biondi di un ragazzo che conosco, e anche da molto tempo.
"James..." esulto ridacchiando mentre scendo le scale e lo raggiungo stringendolo in un abbraccio.
"Ciao Logan" mi lascia delle amichevoli pacche sulle spalle anche se sa che le odio.
"Ieri non ci siamo parlati molto... dovevi presentare al mondo la tua ragazza" afferma con tono divertito.
Sorrido mentre fa capolino dalla porta anche Amy. Indossa un paio di jeans, degli stivali neri di moltissimi anni fa e una giacca rosso intenso abbinata alla sciarpa.

Sale i gradini e mi raggiunge. In un secondo ci ritroviamo abbracciati e io, come sempre, ho un sorriso radioso stampato in volto.
Adoro i miei due migliori amici, sono la parte migliore del mio ritorno qui, se avessi saputo che mi avrebbero regalato queste emozioni anche solo vederli, sarei tornato a casa prima.

"Ciao Lem" mi sussurra all'orecchio Amy facendomi sorridere ancora di più.
Lem è il soprannome che mi ha dato Amy, per lei mi chiamo così sin da quando avevamo entrambi quattro anni e l'unica cosa di cui c'importava erano i giochi e i mattoncini con cui volevamo costruire la nostra casa dei sogni. Ricordo che avevo detto che, appena compiuto i vent'anni l'avrei sposata.

Ci sciogliamo dall'abbraccio giusto in tempo per far comparire sulla porta anche mia madre che giunge dal salotto con la pelliccia in mano pronta per uscire. Saluta con un bacio James ed Amy e chiama a gran voce i miei fratelli.
Pochi minuti di silenzio e li vedo comparire sulle scale anche loro pronti per uscire e lasciarci, dunque, casa libera.

"Noi andiamo, saremo di ritorno per pranzo" afferma mia madre con un sorriso. Esce trasportandosi dietro Lindsey e Lucas che sono tutt'altro che felici.

GAY? || Logan LermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora