CAPITOLO 19. -LEXIE-

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Sta piangendo da tempo e non da segno di voler smettere. Io intanto lo guardo, cerco di capire perché quella foto ha scatenato in lui una reazione così improvvisa. La mia mano accarezza il suo collo adesso, è scesa lungo la testa senza che me ne accorgessi.
Sono rigida, ho le gambe bagnate e comincio a sentire un po' freddo. Un freddo dentro, che mi logora le ossa. Lerman è ancora lì.
Passano alcuni minuti e poi si calma, comincia a respirare più regolarmente e lentamente riprende il suo colore naturale. Comincia ad accarezzarmi le cosce dolcemente e io sussulto ad ogni cerchio che disegna con le sue dita affusolate sulla mia pelle. Tira su con il naso ma non accenna a spostarsi, io nel frattempo sento un formicolio partirmi dal piede destro, da quanto tempo sono in questa posizione?
"Thomas..." fa lui cogliendomi di sorpresa. Non mi sta guardando, mi accorgo che i suoi occhi fissano il pavimento.
"Come?" chiedo io tremando. Adesso ho freddo davvero.
"Si chiamava Thomas Cood..." continua a bassa voce con ancora i segni delle lacrime sulle guance.
"... Aveva otto anni."
Avevo ragione, era molto piccolo.
"Fratello del ragazzo in questa foto, lui si chiama Alan, Alan Cood" dice.
Mi accorgo che ha usato il passato riferendosi al ragazzino. Mi mordo la guancia.
"È morto due anni fa"
Lo dice così velocemente che temo di non aver capito bene.
"Come mai?" chiedo fissando davanti a me.
Lerman accarezza la mia coscia lentamente e io sento un brivido lungo la schiena. Ma non gli dico niente. Perché non gli dico di smetterla?
"È stata colpa mia" fa lui e un'altra lacrima cade accanto alle altre.
"Eravamo in campeggio... Io, Lawrence, Layla, Alan e..." a quel nome sussulta. "...Thomas"
Prendo un respiro profondo, mi preparo mentalmente per la storia, anche se non so che tipo di storia.
"... Una mattina decidemmo di fare una passeggiata sulle montagne. Alan era un esperto e aveva accettato di portare con sé il suo fratellino per non lasciarlo da solo giù al campo..."
Abbasso gli occhi e vedo Lerman intento a sforzare la mente mentre osserva la foto.
"... Alan era andato a fare una foto con Layla e aveva chiesto a me e a Lawrence di tenere d'occhio Thomas..."
Fa una pausa.
Io odio le pause in mezzo a storie come queste. Per fortuna si riprende.
"... Io e Lawrence eravamo... Stavamo uscendo insieme..."
Sospira.
"... Avevamo fatto del male a molte persone prima di quel giorno..."
"Dai Lerman!" pensa la mia vocina nella testa.
"... Mentre Layla e Alan erano via io stavo giocando con Thomas per distarlo. Lawrence cominciò a parlare di quello che stava capitando a noi e a tutto quello che avevamo combinato."
Accarezzo il collo con le mani fredde ghiacciate e lui fa lo stesso con la mia gamba, ma le sue sono calde e accoglienti.
"... Abbiamo finito per urlarci contro... Ho-ho perso di vista Thomas..."
Forse so quale sarà la fine della storia ma non voglio pensarci.
"... Quando Alan e Layla sono tornati per dividerci non trovavamo più Thomas..."
Sospira e piange un altro po'.
Io aspetto in silenzio.
"... Ci siamo messi a cercarlo e..."
Piange più rumorosamente.
"... Ho trovato il suo berretto e il corpo sotto alla montagna dove eravamo. Il suo esile corpicino sotto alla sporgenza sulla fredda roccia."
Singhiozza rumorosamente.
"... Sangue, ricordo sangue e Alan. Il suo sguardo non me lo scorderò mai..." aggiunge infine.
"... Al funerale sia io che Lawrence promettemmo che non ci saremmo mai più sfiorati nemmeno con un dito per evitare di... che accada la stessa cosa..."

E piange.

Tanto.

Troppo.

Di nuovo.

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Mi ha fatto salire un groppo alla gola fortissimo scrivere questo capitolo bytheway spero vi piaccia.

❤️ Grazie e baci

GAY? || Logan LermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora