CAPITOLO 46.-LOGAN-

119 14 55
                                    

"Lexie?" è chiusa in quella camera e non vuole aprirmi, la sua voce mi rimbomba nella testa.

È ubriaca.

E non so per quale diavolo di motivo e intendo scoprirlo; provo ad aprire la porta abbassando con forza la maniglia ma è chiusa a chiave.

"Lexie mi apri così parliamo...?"

In verità vorrei solo stringerla fra le braccia, controllare come stanno le ferite e cullarla stretta a me, anche se è una cosa davvero dolce da dire.

"Mi brucia la gola Logan" urla lei biascicando.
"Aprimi" inveisco nuovamente.
"Tu vuoi solo parlare del fatto che abbiamo fatto sesso, ma ti rivelo un segreto: non importa a nessuno. Finiti questi giorni torneremo a casa e tutti si scorderanno di  ciò che è accaduto qui"

Il fiato mi si mozza in gola a quelle parole. So che è l'alcool a parlare ma vorrei tanto che questo fosse un sogno. Vorrei svegliarmi adesso, prima che tutto peggiori.

Stringo i pugni fino a sentire le unghie nella carne pungere e fare male.

"Lexie... vuoi dire che...?"
"Che mi distruggi Logan e nessuno deve saperlo"

Spalanco gli occhi e indietreggio appena di qualche passo. Il cuore martella nel petto e appena la sento ridacchiare mi calmo.
"Aprimi questa cazzo di porta"
"Uhuh il piccolo gay si sta arrabbiando" mi provoca lei ridacchiando.
"Non avevi detto che non volevi più usare le etichette?" domando sarcastico.

Lei sbuffa e posso immaginare quanto sia carino il suo viso leggermente contrariato.
Tanto non vale più la pena mentire, ci ho fatto sesso, mi è piaciuto e forse forse mi piace anche lei.

Forse.

Forse.

"Logan, le ferite..."
Quelle parole risuonano come campanello d'allarme, mi avvicino alla porta appoggiando le orecchie alla superficie. "Cosa? Le ferite cosa Lex?"
"Fanno male" aggiunge lei.
"Aprimi, adesso." dico con voce ferma.
Aspetto qualche secondo sentendo i passi incerti della ragazza avvicinarsi e mi scanso prima di sentire la serratura girare e la porta aprirsi.

Appena si spalanca corro verso di lei. Ha il viso rosso, le lentiggini si vedono appena tra il colore delle sue guance. Gli occhi sono dilatati, sembrano ancora più grandi e rossi.

"Cazzo" dico appena vedo le ferite aperte dalle quali scivola un po' di sangue, sono principalmente quelle sulle braccia.
"Cosa è successo?" chiede lei ingenuamente.
"L'alcool non aiuta le ferite" aggiungo io decidendo di sollevarla e portarla nell'altra stanza. Con velocità la sollevo sulla testa e la tengo dalle gambe mentre lei ciondola dietro la mia schiena.

"Logan! Mettimi giù!" protesta lei debolmente cercando di tirarmi dei pugni leggeri sulla schiena.
"Zitta" rispondo io ridacchiando.

La poso sul letto e afferro le garze e il disinfettante che avevo prontamente messo sul comodino.
"Mi spieghi perché diavolo lo hai fatto?" i miei occhi indagano le pieghe della pelle, ogni marchio e ogni ferita cercando di non farle male. Appena appoggio il tampone su una cicatrice sussulta.
"Affrontare i problemi non è mai stato il mio forte" i suoi occhi mi scrutano.
"Quale tipo di problema?" afferro una garza e la poso delicatamente sulla ferita appena disinfettata.
"Tu"

Alzo gli occhi in attesa che lei continui.
Mi osserva con dolcezza, stranamente.
Sento il suo profumo e il mio che si mescolano insieme e il mio respiro che si unisce al suo così forte che sa di alcool.
Le sue labbra calde si posano sulle mie così fredde procurandomi un brivido che corre lungo la mia schiena fino ad arrivare ai piedi.

È un bacio casto che sa di vodka e di lacrime versate silenziosamente.

Il cuore martella nel petto, mentre ci stacchiamo.
Rimango come incantato da quel gesto così improvviso e al contempo così bello.
La guardo, si sta mordendo il labbro inferiore con violenza come se volesse dire qualcosa e al contempo la stesse trattenendo.

"Lexie?"
"Tu mi distruggi ogni volta, cerco di costruire un muro e puntualmente lo distruggi. Le mie barriere con te non esistono" delle lacrime leggere appaiono nei suoi occhi verdi.

Cerco di non dare a vedere la mia gioia nel sentire quelle parole. Sto facendo uscire il vero lato di lei, quello nascosto sotto cumoli di acidità e sarcasmo.

"E quindi è un buon motivo per bere?"
"C'è sempre un buon motivo per bere" dice lei.

~

Quando finisco di mettere le garze lei si sdraia sul letto con le mani lungo i fianchi e gli occhi chiusi.
"Mal di testa?" domando mentre metto via tutto quello che ho usato.
"N-Non andartene" sussurra con la voce spezzata prendendomi debolmente per un braccio.

Trema leggermente.

Sorrido e appena torno seduto sul letto lei mi si stringe al petto. Sembra una persona totalmente diversa da quella che era prima di questa avventura.

Prendo ad accarezzarle i capelli.

"Quando mi sarà passata la sbronza sappi che tornerò come prima Lerman, non credere che rimarrò così sempre"

Sorrido involontariamente.

Questa si che è Lexie Collins.

-----------
HELLOOOOOOOOO. Oddio, Buon Anno a tutti in ritardo, buon San Valentino anche a chi, come me, è single!

Grazie a tutti per aver aspettato così a lungo, nel futuro aggiornerò prima, lo prometto.

Che ne pensate? È un po' corto e i giorni a casa di Lexie stanno finendo.

Alla prossima! Vi voglio bene.

GAY? || Logan LermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora