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"Perciò" decretò il professore, appoggiando i gomiti sulla scrivania. "A mio avviso dovrebbe approfondire di più l'aspetto concettuale. Di certo è necessaria la dimostrazione di tutto quando, anzi, indispensabile, però non può prescindere da una spiegazione chiara ed esaustiva di tutti i concetti" concluse, e Gerard annuì in silenzio. "Bene, allora ci rivedremo quando la stesura sarà quantomeno a metà, va bene?"

"Perfetto. Grazie mille" rispose alzandosi in piedi e raccogliendo i suoi appunti.

Il professore lo salutò gentilmente tornando al suo lavoro, e Gerard lasciò l'ufficio chiudendosi la porta alle spalle. Per un attimo era stato lì lì per tendere la mano al professore, ma si era trattenuto appena in tempo ricordandosi del numero di Frank scritto sul suo polso. Conoscendo l'insegnante non l'avrebbe presa molto bene.

Sovrappensiero, schiacciò il pulsante per chiamare l'ascensore e lanciò un'occhiata al suo braccio, dove le cifre del numero di Frank erano ancora ben chiare e leggibili. A quanto pareva doveva essere il numero di un telefono fisso; chissà perché non gli aveva lasciato quello di cellulare, si chiese Gerard. Forse lo usava per lavoro? O forse lo dava solamente a pochi amici stretti? Lasciando da parte le congetture, ricordò che Frank gli aveva esplicitamente detto di chiamarlo e perciò era ben deciso a farlo, quantomeno per lasciargli a sua volta il suo numero. Sì, l'avrebbe fatto appena arrivato a casa.

Mettendosi le cuffie nelle orecchie e stringendosi automaticamente nella giacca, Gerard uscì dalla facoltà e si diresse verso casa. Non era molto tardi, credeva che l'incontro col professore si sarebbe protratto più a lungo ma era ben felice di essersi sbagliato.

Una volta al caldo nella sua stanza prese il telefono e trascrisse il numero di Frank in rubrica. Per un secondo esitò prima di far partire la chiamata, ma poi si diede dello stupido e schiacciò il pulsante verde, mettendosi in attesa della linea. Il telefono dall'altro lato si mise a squillare ma nessuno rispose e Gerard concluse che Frank probabilmente doveva essere ancora al lavoro. Ben presto scattò la segreteria telefonica che lo invitò a lasciare un messaggio dopo l'apposito segnale acustico, e prima che Gerard potesse avere la prontezza di chiudere la chiamata la segreteria iniziò a registrare.

"Hem..." iniziò, intimidito. "Ciao. Hmm, credo tu sia ancora al lavoro perciò lascio un messaggio e... oh. Sono Gerard, che stupido dannazione" borbottò, per poi tirarsi una manata in fronte quando ricordò che era stato registrato anche nelle sue imprecazioni. "Ok va beh, volevo solo lasciarti il mio numero di cellulare e quindi ecco" concluse, dettando le cifre in fretta per evitare altre figuracce. "Chiamami quando vuoi non lo so, se ti va un altro pranzo o qualcosa, insomma. Quello che vuoi, potresti unirti a me e agli altri miei amici per uscire una volta ad esempio. A presto" salutò terminando il messaggio con un sospiro di sollievo.

Dio, che idiota.

Frank avrebbe pensato di avere a che fare con un completo deficiente, nemmeno in grado di lasciare un messaggio di segreteria di senso compiuto senza balbettare, fare figuracce o altro.

Che idiota.

Gerard si lasciò cadere all'indietro sul letto chiudendo gli occhi e indeciso se ridere o piangere.

Aveva ventiquattro dannati anni, anzi, quasi venticinque, e gli pareva invece di essere un adolescente alle prese con la sua prima cotta. Anche quel pensiero lo fece arrossire e dare dello stupido, di nuovo. Cosa cazzo andava a pensare. Sì, Frank era davvero simpatico e si trovava bene insieme lui, più che con tutti gli altri suoi amici probabilmente, anche se lo conosceva da così poco. Sarebbe nata un'amicizia, cos'altro? Ed era contento che sarebbe nata, riusciva ad essere piuttosto rilassato e a suo agio insieme a lui e questa era una cosa che gli capitava davvero raramente, soprattutto nell'ultimo periodo. Sentiva quasi che forse avrebbe potuto essere sé stesso per davvero insieme a lui. Era una sensazione strana e probabilmente irrazionale però lo faceva star bene. Frank gli dava l'idea di essere un tipo che non giudicava e che non si aspettava mai troppo dalle persone, che prendeva ciò che gli altri potevano dare senza problemi e senza paranoie, e anche se queste erano tutte impressioni Gerard era convinto di non sbagliarsi.

Face It - (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora