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Man mano che i giorni passavano la situazione peggiorava e Frank aveva tentato di ignorare la cosa, di rinnegarla e di far finta di niente ma alla fine aveva dovuto capitolare.

Con Gerard non andava bene.

Lui non poteva fare a meno di sentirsi impaziente e ferito per il fatto che vivessero ancora in clandestinità, e Gerard dal canto suo era irritabile e stressato, rispondeva male per nulla e se la prendeva per tutto e Frank non sapeva come comportarsi, era arrivato al punto di dover soppesare ogni parola prima di dirla e questo non era giusto. Non era così fra loro fino a poche settimane prima. Ok, la sessione esami si stava avvicinando e ok, sia Gerard che gli altri dovevano rimanere sui libri ore e ore; essere stressati era normale ma Frank sapeva che non era solo per quello. Lui e Gerard non riuscivano più a parlare normalmente o quasi e capitava che non si vedessero o sentissero anche per due, tre giorni.

Ormai era quasi metà giugno e tutto sembrava difficile, tutto pareva andare a rotoli e Frank non aveva nemmeno qualcuno con cui parlare e sfogarsi. Passava le sue serate davanti alla TV da solo, pensando a cosa stesse sbagliando e cercando di trovare una soluzione che però non pareva volersi mostrare ai suoi occhi. Doveva essere comprensivo, lo sapeva, e infatti cercava in ogni modo di non arrabbiarsi con Gerard, di accettare subito le sue scuse quando lui gliele porgeva anche se a volte non gli sembrava giusto, di non alimentare le discussioni e di non fargli pesare le cose quando anche rimaneva male per qualcosa. Doveva solo avere pazienza, dopotutto gliel'aveva promesso che avrebbe detto tutto a tutti e lui gli credeva; era solo un periodo no, per colpa della situazione nuova, per colpa degli esami, per colpa della tesi che 'non si scrive da sola', come gli aveva ripetuto in tono seccato Gerard almeno mille volte, soprattutto quando lui gli chiedeva se potevano vedersi.

Tutto sarebbe tornato a posto, tutto sarebbe passato e loro sarebbero stati bene. Perché loro stavano bene, erano sempre stati bene, lui con Gerard stava bene, lui Gerard forse lo amava davvero ed era sicuro che anche lui provasse qualcosa, qualcosa di vero. Altrimenti non l'avrebbe detto a Mikey, giusto? Frank annuì finendo il suo caffè, consapevole di avere bisogno di quell'autoconvincimento perché non aveva effettivamente altro a cui aggrapparsi. Non sentiva Gerard dalla mattina precedente e gli mancava un sacco, ma non osava chiamarlo per non disturbarlo; quel giorno avrebbe dovuto mostrare la tesi al relatore ed era nervosissimo al solo pensiero, e Frank si rendeva benissimo conto quando era di troppo.

Ma gli mancava. Non avrebbe voluto sviluppare una dipendenza così forte per una persona, si era sempre definito un ragazzo indipendente ma con Gerard ogni cavolo di buon proposito era andato a farsi benedire e tutto ciò che voleva era rivederlo e stare con lui perché si sentiva solo, senza Gerard.

Sospirando si infilò la giacca leggera dirigendosi verso l'università. Quello sarebbe stato il suo ultimo giorno in quel cantiere, ormai i lavori erano terminati e avevano anche già smontato tutti i ponteggi e l'unica cosa che mancava era portare via gli ultimi materiali e sistemare le incombenze burocratiche, lavoro che comunque non spettava di certo a lui. L'aveva detto a Gerard, la settimana prima, ma sicuramente se n'era dimenticato così preso com'era nelle sue cose e dopotutto non era una notizia così sconvolgente quindi non aveva importanza.

Quando Frank entrò in quello che era stato il cantiere, il capo non era nemmeno ancora arrivato, solo qualcuno tra i manovali stava già indossando la divisa e iniziando a raccogliere arnesi qua e là e lui imitò gli altri cercando di mettersi avanti col lavoro per poter uscire prima. Non si illudeva di riuscire a incontrare Gerard all'ora di pranzo, e per questo non aveva nessuna motivazione per rimanere lì fino a quel momento. Ma non era un problema. Sapeva che Gerard aveva impegni importanti e lui poteva aspettare, non era un problema. Dopotutto gli dimostrava sempre di tenerci: era andato a conoscere i suoi genitori anche se l'idea gli metteva ansia, era rimasto al telefono con lui fino alle due del mattino perché non si sentivano da un po' anche se il giorno successivo avrebbe avuto lezione, si era presentato a casa sua a sorpresa con gelato e film solo perché l'aveva un po' ignorato a pranzo, la settimana precedente. Perciò Frank non doveva preoccuparsi, no.

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