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La mattina seguente la sveglia suonò. Eccome se suonò. Iniziò alle 7 in punto e dato che nessuno dei due occupanti del letto era un tipo molto mattiniero andò avanti per cinque minuti buoni, ossia fino a quando la mente di Gerard, per nulla abituata a quel baccano, uscì dalla nebbia del sonno e lo riportò nel mondo dei vivi.

Il ragazzo si rigirò nel letto per quanto la presenza di Frank gli permettesse e borbottò qualcosa di incomprensibile, poi cercò di tapparsi le orecchie, ma infine dovette cedere e aprire gli occhi. O meglio fingere di farlo, voltandosi verso Frank iniziando a scuoterlo per una spalla e andando avanti imperterrito finché il ragazzo non si svegliò con un mugugno scontento.

"Spegni la tua dddannatissima sveglia" balbettò Gerard, ancora quasi completamente addormentato, e Frank per tutta risposta si voltò dall'altro lato. "Come cazzo... fai a dormire con questo casino?"

"Chiudendo gli occhi" gli rispose in un borbottio.

"E spegnendo le orecchie?" domandò ironico allungandosi oltre di lui, rassegnato al fatto che Frank non avrebbe comunque spento quell'arnese. E spegnendola Gerard lesse anche l'ora che indicava. "Ma sono solo le sette!" esclamò a voce più alta di quanto intendesse.

Frank a quel punto si alzò su un gomito e lo fissò sbadigliando. "Dovevi alzarti presto" si giustificò mentre si strofinava un occhio.

"Ma non... così presto" ribatté scostandosi i capelli dal viso con un gesto spazientito. Frank fissò la sua chioma e sorrise. "Sono molto spettinati?" chiese Gerard cercando di capire a tastoni la gravità della situazione che si trovava in testa.

"Un po'" rispose il più piccolo continuando a sorridere. "Ma sei molto carino spettinato"

"Ah sì certo, come no" alzò gli occhi al cielo ributtandosi sul cuscino. Frank gli passò una mano tra i capelli e lo imitò, sbadigliando di nuovo. "Pallido, con occhiaie che arrivano a terra e un nido di rondini in testa. Proprio un fotomodello" gli sorrise mentre l'altro continuava a far scorrere le dita sulla sua testa.

"Allora possiamo dormire ancora un po'? Potrei mettere la sveglia, che ne so... alle dieci"

"Mi pare un po' troppo tardi, non lavori tu?"

"Hai ragione" scosse il capo Frank. "E va bene, allora alle nove" decretò prendendo la sveglia e impostando il nuovo orario. "Ieri" commentò nel frattempo. "Non hai avvisato tuo fratello che rimanevi qui?"

Gerard strinse le labbra. "Veramente no, ma non devo dirgli per forza tutto quello che faccio"

"E gli racconterai cos'è successo? Gli avevi detto che hmm... che avevamo litigato"

"Come fai a... vabe, non importa" si interruppe pensando che dopotutto litigare non era una cosa così scandalosa e che perciò suo fratello ne avrebbe potuto parlare anche abbastanza liberamente.

Frank comunque stava aspettando una risposta in silenzio.

"Beh io in realtà non lo so" disse Gerard, insicuro.

"Perché?"

Il ragazzo ci pensò su per un po'. Già, perché? Forse semplicemente non voleva ricevere commenti, frasi e battutine, forse non voleva raccontare tutti i fatti suoi a Mikey. O forse semplicemente non sapeva come dirgli che aveva baciato il suo nuovo amico e che ora stavano insieme. Dopotutto se fosse stata una ragazza Gerard sapeva che non avrebbe avuto nessun problema a raccontargli tutto, e invece con Frank era diverso e lui neanche riusciva a spiegare a sé stesso diverso come. In realtà, poi, per lui non faceva assolutamente nessuna differenza e sapeva bene che anche per suo fratello era così; uomo, donna, gay, etero, non faceva alcuna differenza. Eppure era preoccupato e la prospettiva di dirgli tutto lo metteva in ansia.

Face It - (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora