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"Non è vero che non ricordi niente" affermò Frank.

Gerard per tutta risposta rimase lì impalato a fissarlo, incapace di dire alcunché. Sbatté le palpebre un paio di volte e poi aprì la bocca, la richiuse e la riaprì un'altra volta. "Perché dici questo?" domandò. "I- io... non mi ricordo niente, mi dispiace, avevo fumato troppo e quando fumo e bevo poi..."

"Cazzate" lo interruppe Frank. "Reggi l'alcool meglio di me e se non sono svenuto io vuol dire che non eri messo così male"

"Ma invece ti dico di sì!" insistette lui.

"Non mentirmi Gerard, io pensavo che fossimo amici"

Quella frase evidentemente toccò il tasto giusto perché Gerard aggrottò le sopracciglia con aria triste e gli rivolse uno sguardo sofferente. "Non dire così, dai" disse talmente piano che Frank dovette sforzarsi per sentirlo. "Noi siamo amici"

"E allora dimmi la verità"

"Perché pensi che questa non la sia?"

Frank sbuffò. Quella conversazione stava prendendo una piega che non gli piaceva e lui stava iniziando a innervosirsi. "Perché, se proprio vuoi saperlo, se non ti ricordassi niente mi avresti chiesto cos'hai combinato, ti saresti fatto raccontare tutto e non saresti scappato come invece hai fatto. E poi, e poi non avresti iniziato ad evitarmi perché non ne avresti avuto motivo mentre ora non riusciamo più a parlare senza che l'imbarazzo cali fra noi. E non era mai successo e non avrei mai voluto che succedesse"

Frank si zittì e rimase a fissare Gerard, che però non aprì bocca.

"E in più" riprese allora. "L'altra notte mi hai guardato mentre eravamo in salotto, e c'era la luce quindi non dirmi che il buio mi ha ingannato o altre cazzate. Mi hai guardato in un modo. Quella droga e quell'alcool non ti hanno fatto un cazzo" constatò brutale. "Lo sai che cos'è successo, lo sai"

Gerard continuò ad osservarlo senza dar segno di avere neanche capito cosa l'altro avesse detto, poi abbassò appena la testa. "Sì, io lo so" disse, e Frank si morse il labbro più forte di quanto avesse inteso fare.

"E allora perché?"

"Perché non te l'ho detto? È che i- io avevo, non lo so, ero confuso e poi- io mi faccio un sacco di film mentali Frank" affermò. "E tutto ciò che nelle settimane scorse avevo creduto di capire e creduto di vedere e immaginato, con tutto quel fumo è diventato una certezza; e invece quando mi sono svegliato la mattina l'unica cosa che riuscivo a pensare era che questo avrebbe rovinato la nostra amicizia e che avevo rovinato tutto, di nuovo. Avevo appena trovato un amico vero, perfetto sai?" disse, e Frank sorrise leggermente abbassando il mento. "In ogni cosa, e ho rovinato tutto perché sono idiota totale. Poi oltretutto non è che l'avessi premeditato o altro, non avevo mai e poi mai pensato di farlo te lo giuro, ma in quel momento eravamo così vicini, avevo così tanto alcool e fumo in corpo e t- tu eri così carino e... m- mi dispiace non avrei mai dovuto farlo e ora se per te la nostra amicizia deve finire lo capirò" concluse tutto d'un fiato. Poi si zittì abbassando lo sguardo con le guance in fiamme.

Anche Frank rimase zitto per qualche minuto, assimilando la lunga confessione dell'amico e cercando di trovare un senso logico a tutta quella situazione. "Finire... perché?" chiese infine.

Gerard lo guardò di nuovo. "Perché, perché ora sai che- non lo so, che non ti considero solo un amico mentre io invece... mentre invece tu... mentre io invece non ti piaccio" concluse abbassando gradualmente il tono di voce.

Frank sgranò gli occhi e sbatté le palpebre più volte, incapace di comprendere a pieno ciò che aveva appena sentito.

"Senti, senti mi dispiace davvero credimi. Dirò a mio fratello come sono andate le cose perché ora pensa che abbiamo litigato e così almeno la colpa non ricadrà su di te e poi..." scosse il capo e in quel momento Frank uscì dallo stato catatonico in cui era evidentemente caduto.

Face It - (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora