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"Allora, ci sei?" domandò Mikey rivolto al fratello, osservando ansiosamente l'orologio.

"Sì, ancora un secondo solo" rispose Gerard correndo da una parte all'altra della camera. Mikey sbuffò vedendo che era ancora in mutande e con i capelli completamente all'aria, indizio del fatto che avrebbe impiegato ben più di un secondo per prepararsi.

"Se non ti dai una mossa" puntualizzò "Arriveremo in ritardo e non è esattamente fantastico che il tuo amico rimanga insieme agli altri che neanche conosce per ere geologiche"

Gerard alzò gli occhi al cielo pettinandosi alla svelta e infilandosi un paio di pantaloni neri al volo.

"Ci sono, ci sono" borbottò frugando intanto nell'armadio e disseminando il pavimento di vestiti. "Ma dov'è la mia giacca?!" esclamò, e il fratello gli lanciò il suo giubbotto di jeans praticamente in faccia.

"Me l'hai data tu prima" sospirò. "Ora possiamo andare?"

Gerard annuì. "Andiamo, andiamo, mister perfezione" lo prese in giro tirandosi dietro la porta.

Il luogo d'incontro del gruppo, il Jhon's, era un pub in centro che i ragazzi frequentavano spesso, vicino alle abitazioni di tutti e perciò piuttosto comodo come ritrovo, e i due non ci misero molto a raggiungerlo a piedi. Quando iniziarono a intravedere la testa rossa di Matt, Gerard si accorse che fortunatamente Frank non era ancora arrivato.

"Hai fortuna" bisbigliò Mikey prima di rivolgersi agli altri tre cominciando a chiacchierare.

Gerard salutò, rimanendo ad ascoltare la conversazione come suo solito. Non era particolarmente loquace da un po' di tempo a quella parte ed era stato quel fatto a farlo rendere conto per la prima volta lucidamente del suo cambiamento perché ok che era fondamentalmente timido ma era sempre stato un ragazzo scherzoso ed estroverso quantomeno con i suoi amici, mentre ora non parlava quasi più. Semplicemente, non aveva niente da dire. Si limitava ad ascoltare e rideva di rado, e quando si era reso conto di quanto fosse cambiato il suo comportamento aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Ora però non se ne preoccupava più, era anzi arrivato alla conclusione che prima o poi quel periodo di merda sarebbe passato e che non aveva altro da fare che aspettare.

Così come stava facendo riguardo l'arrivo di Frank proprio in quel momento, accendendosi una sigaretta mentre si guardava intorno quasi inconsapevolmente.

Era piuttosto concentrato a scrutare la folla quando una voce conosciuta lo costrinse a voltarsi verso gli altri, sbuffando la sua sorpresa in una nuvola di fumo.

"Ciao Gerard" lo salutò Frank con un sorriso a trentadue denti.

Frank era vestito molto similmente a quando l'aveva incontrato fuori dal night, aveva una semplice maglietta scura nonostante l'aria fredda della sera e un paio di jeans strappati sulle ginocchia, ma non fu questo a catturare particolarmente l'attenzione di Gerard quanto piuttosto i tatuaggi che le maniche corte lasciavano scoperti. Ne aveva già notato uno sul collo e sulle dita delle mani, precedentemente, ma in tutte le altre occasioni Frank era sempre stato coperto dal collo in giù o da una giacca o dalla divisa da lavoro e Gerard non si era reso conto di quanto fosse ricoperto di tatuaggi. La cosa, al di là dei brividi che gli procurava, lo incuriosiva anche e per un attimo il ragazzo si chiese cosa si dovesse provare a farsi tatuare, a sentire un ago premere e bucare la pelle lasciando strisce di colore che avrebbero poi formato quel disegno che sarebbe rimasto impresso sulla pelle per sempre. Per tutta la vita, per sempre.

L'idea dell'ago però faceva troppo orrore a Gerard, che scacciò quel pensiero dalla mente e salutò invece Frank, avvicinandoglisi e gettando la sigaretta a terra.

"Scusate il ritardo" disse Frank al gruppo.

Matt alzò le spalle. "Non preoccuparti, l'unico maniaco della puntualità è Mikey ma vivendo con Gerard sta tornando anche lui alla normalità" ridacchiò dando una gomitata al ragazzo.

Face It - (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora