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something sinful :: hes

La libertà.

La libertà non viene mai apprezzata abbastanza fin quando non trovi qualcuno che te la strappi via con facilità.

Io lo so.

Io lo sapevo.

Ma quando quel giorno, dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, avevo compiuto degli increduli passi in avanti sotto la pioggia fuori da quella casa della quale travi di legno mi avevano asfissiata per due anni, tre mesi e due settimane, un lumicino di speranza mi aveva incendiata tutta, da capo a piedi.

Lo stomaco ingarbugliato, le gambe che improvvisamente sembravano sveglie e ben riposate presero a muoversi, come se non avessero aspettato altro che sgranchirsi per bene dopo tutto quel tempo.

Prima le mie cosce si mossero in una corsa discretamente veloce, poi però avevano iniziato a protrarsi in avanti in maniera incredibilmente spedita, con una rapidità che non avevo mai pensato di possedere in tutti i miei diciassette anni oramai. Ne rimasi sorpresa, ma la sorpresa non era l'unica emozione che mi scuoteva.

Il cuore martellava insistente contro le costole, le budella erano intricate tra loro donandomi un senso di scomodità, ma non gli concessi molta attenzione perché ero troppo impegnata a piangere dalle molteplici emozioni contrastanti che mi stava affollando la testa. I brividi sulla schiena non sembravano volermi dar pace nemmeno per un secondo. I miei polmoni pregavano per una respirazione normale, purtroppo però non potevo concedergliela, non quando ero così vicina dall'essere lontana da lui.

Sfrecciai lungo tutto il vialetto di fango dove l'erba era stata tagliata apposta per far passare l'auto parcheggiata vicino la staccionata della baita, seguendo le profonde impronte dei pneumatici, o per meglio dire, ciò che ne era rimasto ormai. La pioggia si stava affrettando a cancellarne le tracce.

Le lunghe ciocche dei capelli sciolti ed ormai inzuppati uno ad uno svolazzarono alle mie spalle nonostante la loro umidità tanto dalla velocità con cui il mio corpo mi stava trascinando il più lontano possibile.
Boccheggiai a corto di fiato ormai, ma non mi fermai. Avevo aspettato così tanto quel dannato momento e l'ultima cosa che avevo intenzione di fare era proprio arrestare la mia fuga verso una libertà che agognavo già da troppo tempo.

Il sentiero lungo nel boschetto sembrava esser stato creato apposta per trovarne l'uscita, quindi con le gambe agili e il cuore in gola continuai imperterrita la mia corsa, non fermandomi nemmeno quando alcuni sottili rami d'albero cresciuti un po' troppo mi strapparono la parti delle maniche della camicia e tagliuzzarono la pelle delle guance.

Mentre seguitavo con la mia fuga, levai il viso in cielo, quel cielo che quella notte era di un blu fin troppo scuro ed impenetrabile. La pioggia scendeva violenta ed inesorabile su tutto il luogo circostante, bagnandomi tutta, rinfrescandomi.

Sorrisi.

Sorrisi ad occhi chiusi rallentando di pochissimo la mia corsa.

Finalmente.

Poi corsi per non so quando, persi la cognizione del tempo e della distanza una volta inoltratami per bene nel boschetto.

Corsi persino più veloce, nonostante le mie ginocchia mi implorassero una pausa, qualsiasi sorta di riposo. Non m'importava, avrei resistito a qualsiasi dolore ed anche alla massima stanchezza che mi stava attanagliando fin anche il petto fradicio.

Corsi. Corsi. E corsi ancora.

Fin quando, presa dalla frenesia e l'inarrestabilità del mio corpo percosso da tonnellate di adrenalina, sbucai in qualcosa che non era affatto il bosco. Non ebbi però il tempo di fare mente locale e capire dove realmente fossi andata a finire, perché non appena mi girai di lato una luce abbagliante spezzò l'oscurità della notte, penetrandomi nelle iridi, costringendomi così a serrare immediatamente le palpebre impaurita ed ignara di cosa stesse accadendo a causa della velocità con lo stava facendo.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora