In quel lasso di tempo indefinito le uniche possibilità che avevo di rimanere al passo con lo scorrere dei giorni era domandare o capirlo in base a quando mi svegliavo. Chiedere quale giorno di prigionia fosse mi sembrava, uhm.. come dire: scortese. Nemmeno dedurlo dal numero di volte in cui mi addormentavo e svegliavo, in realtà, era una brillante idea, giacché ci fossero alte probabilità che stessi mutando il mio essere.
Poco a poco stavo diventando un ghiro. O anche un bradipo. O una combinazione di entrambi.
Diciamo che il concetto base fosse quello stile di vita.
Gli sbadigli erano divenuti il mio pane quotidiano e la noia mi scorreva addosso di continuo, come se avessi avuto una nuvola fissa sulla mia testa che piangesse noia. Lo stato d'animo non era dei migliore e l'igiene neanche a parlarne.Comunque, per rimanere aggiornati s'intende, non avevo più il sedere schiacciato contro una sedia scomoda e dura. Non che le mie condizioni fossero di lusso, ma almeno avevo un materasso ed un bagno e la mia vita aveva detto addio alla catena ambrata. Dedussi che il posto in cui mi trovavo fosse tutt'altro che una casa e che non venisse utilizzato da tempo ormai. L'ambiente in generale era minuscolo, supposi non arrivasse a superare i venti metri quadrati nell'insieme. Le mattonelle bianche stavano per cambiare colore dalla sporcizia,confondendosi con le fessure nere che ne separavano una dall'altra, ed il bagno non aveva l'acqua due volte su tre. Aveva solamente una vasca sulla sinistra, contro la parete, un water al lato ed un lavandino di fronte.
Lo specchio su quest'ultimo era ignobile. Goccioline d'acqua sporca, grigie e secche, si confondevano ed intrecciavano, non permettendo all'immagine di riflettersi chiaramente. Avevo dovuto bagnare un enorme strato di carta igienica e mi ero data alle pulizie di primavera. Non che mi fosse risultato faticoso, d'altronde non è che avessi qualcosa con cui intrattenermi, però non ero propriamente una fan accanita della sporcizia.
Le sbarre erano il tocco di classe. Parevano fatte d'acciaio splendente e sospettavo avessero una qualche funzione divina, visto e considerato che una volta mi ero svegliata con un uomo che gli sussurrava parole incomprensibili e, nonostante le scarsissime conoscenze che avevo, sapevo fosse greco per certo. Ci avrei messo la mano sul fuoco, e deducendo dove fossi non mi sarebbe stato difficile trovarlo. Ne ero comunque rimasta segnata a vita dalla scena, tanto per la cronaca. Svegliarsi con un uomo, strano e mai visto, pregare e contemplare le sbarre della tua prigione non è il massimo, parola mia. La tunica nera ne copriva tutte le fattezze, per cui avevo avuto modo di vedere solamente il mento barbuto, il naso lungo ed ampio e gli occhi rotondissimi come il fondo di una bottiglia di vetro.
Lo avevo soprannominato "colui che sussurra alle sbarre". Ognuno ha i suoi hobby. Il mondo è bello perché è vario, ma se esiste una coppia di gemelli che vuole tenerti rinchiusa, allora meglio rimboccarsi le maniche e rendere il soggiorno vivibile.
Il deodorante sembrava essere un optional e chiederlo non mi sembrava essere nei miei diritti al momento. A quanto pareva ero necessario per il suo fanatismo e presa di potere, ma profumare mentre lo aiutavo, volente o nolente, non mi era concesso.
Chi le avrebbe mai capite quelle divinità!
Quando dopo aver studiato la porzione di pavimento giornaliera e mi sdraiai nuovamente con le mani incrociate sulla pancia sentii un grugnito di frustrazione e rabbia che mi fece sussultare inevitabilmente. Scattai con il busto all'insù, udendo uno scricchiolio di ossa. Le mie. Le possenti piante dei piedi di Thanatos sbatterono violentemente contro il pavimento, causando un tremolio generale. Sapevo si stesse dirigendo da me. No buono.
«I tuoi adorabili amici sono più attivi e devoti di quanto avessi calcolato.» scandì per bene, soffiando le parole tra i denti. Anche quando mi ringhiava contro nonostante non ne fossi la causa principale, aveva il tono cadenzato. Le sue corde vocali sembravano attutire di proposito la rabbia, buttandola all'esterno velata da una maschera melodiosa.
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something sinful •• [interrotta]
FantasiCi guardammo negli occhi per un tempo che parve infinito, riprendendo a respirare regolarmente. La sua espressione appagata mi smosse qualcosa dentro. Lo stomaco mi prese a sfarfallare senza sosta e se solo avessi rigettato, sarebbero uscite un paio...