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«Ti consiglio di scattarmi una fotografia, almeno quando avrai bisogno di studiarmi non dovrò sentirmi fissato.» la voce di Seth riempì l'atmosfera fredda del mattino, mentre ancora camminavano nel parcheggio.
Non avevamo parlato da quando eravamo stati troppo vicini, nessuno dei due sembrava averne l'effettiva audacia. A dirla tutta, Seth sembrava un po' innervosito. Non lo avevo mai visto sbilanciarsi in quel modo nei miei riguardi, era sempre stato molto, troppo, restio, nei miei confronti, nei confronti di tutti.

Parlavamo poco e tuto ciò che facevamo era sfidarci o rinfacciarci quanto ci infastidissimo a vicenda, tuttavia quello che c'era nell'elettricità intorno a noi provvedeva a creare una sorta di legame tra le nostre pelli.

Mi chiedevo se fossi l'unica a percepirlo.

Il suo profumo diventava giorno dopo giorno più forte ed era come se riuscissi ad avvertirlo con i sensi da chilometri di distanza. Era così strano, ma tutto mi portava a stargli attaccata, (non che lo facessi sul serio.) Ed io ero più confusa, minuto dopo minuto. Inoltre la mia permanenza lì aveva intrapreso tutt'altra svolta; che fosse uno sciocco presagio o meno non contava.

Ad ogni modo, successivamente a quel momento, Seth ed io eravamo rientrati al chiuso al fine di coinvolgere gli altri nella decisione di tornare a casa prima. Mi preoccupai poiché eravamo arrivati lì con una sola auto, ma poi mi assicurarono che un loro amico (l'ennesimo) li avrebbe accompagnati senza alcun problema. Da dove spuntassero tutti quegli amici rimaneva un mistero.

Adesso eravamo fuori nel parcheggio qualche miglio oltre la casa di Kade, cercando la macchina di Seth. Non risultava affatto arduo riconoscerla, era la più elegante e bella. In ogni caso ero così stanca del suo mettere in evidenza i miei occhi che finivano inevitabilmente su di lui. Ne avevo abbastanza, quindi decisi di giocarci un po' su. Preferivo ribattere che lasciar morire le mie parole dall'imbarazzo.

Potevo essere chi ero, giusto?

«Questo perché sei proprio un bel tipo, sai?» ironizzai roteando gli occhi al cielo con la voce stracolma di sarcasmo.
Seth mi rivolse un sorrisino tirato, anche lui aveva un vago presagio di scherno. «Ne sono consapevole.»

«E ti piace mettere a disagio la gente.» osservai corrugando le sopracciglia e trattenendo la carne dell'interno guancia con i denti.
«E a te piace provocare.» controbatté utilizzando la mia stessa inflessione di voce contro di me.
Decisi, volente o nolente, di non prestare o soffermare la ben che minima attenzione sul modo in cui le sue labbra si gonfiavano nei suoi sorrisi.
«Puoi dirlo forte.»

Eravamo appena giunti sino la sua macchina e bisognava soltanto che Seth sbloccasse la chiusura, ma in qualche modo eravamo presi da altro. Entrambi.

«E sei anche irritante, per giunta.» riflettei, seguitando nel mio assalto alla guancia ed inoltre prendendo a sbattere il piede contro il suolo ruvido. Mi sentivo abbastanza irrequieta, mi si doveva riconoscere.
Il suo sguardo profondo su di me riusciva soltanto ad aumentare la mia tentazione di fargli sparire il sorrisetto dalla faccia, nonostante sapessi non avrei mai avuto successo in quello. Forse la consapevolezza che non sarei mai riuscita a fargli vacillare la sicurezza, mi intrigava. Forse.

E forse quella sicurezza gli piaceva soltanto ostentarla, un po' come me.

«Me lo hanno già menzionato, sì. Un paio di volte o giù di lì.» annuì, avvicinandosi in un movimento brusco ed inaspettatamente veloce. Lo sguardo inquisitore mi perlustrò senza alcuna vergogna o disagio o timore. Il suo viso, adesso nuovamente ad un palmo di mano dal mio, mi paralizzò. Mi si annodarono le viscere nello stomaco ed ancora una volta le gambe decisero di non dare per buoni gli ordini del cervello.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora