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In mattinata non fu nessun profumino oltremodo gradevole a stuzzicarmi le narici per rendermi il risveglio meno doloroso. Al contrario, il rumore assordante della suoneria del cellulare non ne voleva assolutamente sapere di dare tregua ai miei timpani.
Sbuffando ed ancora con le palpebre incollate lanciai il braccio sul comodino, abbandonando la mia posizione fetale e mettendomi di pancia per raggiungere il lato opposto del letto.

Tastai la superficie liscia di legno bianco fin quando non trovai il telefono e racchiusi tra le mie dita. Lamentandomi e gemendo per il dolore alle articolazioni sollevai lievemente una palpebra e pigiai il dito sulla cornetta verde.
«Cosa c'è?» biascicai rotolando su me stessa e mettendomi di schiena. Mi portai una mano sulla fronte e richiusi l'unico occhio che avevo appena aperto.

La voce di Alex oltrepassò le casse del cellulare euforica, fin troppo, a differenza della mia che oltre ad essere roca somigliava a quella di un trans.
«Oh, ma andiamo! Davvero stavi ancora dormendo?»

Una punta di timore si insinuò nello stomaco pensando che la sveglia non avesse suonato ed avessi dormito per metà degli allenamenti, ma quando mi portai il telefono davanti agli occhi che purtroppo erano stati forzati ad aprirsi, corrugai le sopracciglia leggendo l'orario.
«Ma se sono soltanto le cinque meno un quarto del mattino!» gracchiai e mi venne voglia di piagnucolare come quando la mamma mi svegliava e non avevi la ben che minima voglia di andare a a scuola.

La sentii ridacchiare. «Appunto. Sei in viva voce, comunque. Vedi di alzare il tuo bel culetto quasi del tutto rassodato e raggiungici all'esterno.»
Arrossii e non capii per quale motivo a sapere di essere l'unica ancora tra le lenzuola, mentre gli altri erano tutti pimpanti ed insieme.
«Buongiorno, ragazzi.» sorrisi piano.

«E papà.» sottolineò Aaron ed il mio cuore perse un battito. Senza rendermene conto mi ero anche alzata in modo fulmineo e stavo già andando a lavarmi i denti.

«È entusiasmante il modo in cui parli del fondoschiena di mia figlia.» mormorò la sua voce piena di ironia e lo immaginai con un'espressione imbarazzata ad addolcirgli i lineamenti duri.

Non riuscii a contenere l'entusiasmo nella mia voce e mi odiai per quello, ma era mio padre ed io non vedevo l'ora di passare del tempo con lui, nonostante all'inizio avessi provato l'impulso di bruciare le tappe ed ucciderlo. «C'è Apollo?»
La sua voce profonda mi attorcigliò lo stomaco e poi me lo ripristinò. «Sì, sono qui.»
«Arrivo subito.» esclamai e senza far tempo a nessuno gettai il cellulare sul letto che rimbalzò e corsi saltellando per tutta la stanza.
Mi infilai dei pantaloni della tuta larghi e grigi ed una canottiera bianca perché nonostante facesse fresco lì nella sede del Kósmos, il duro allenamento me lo faceva scordare e nemmeno sentire.

Un fremito mi attraversò le labbra mentre gioivo internamente per la presenza di mio padre. Ancora dovevo abituarmi all'idea che fosse un dio. Uno stramaledetto dio, per l'amor del cielo! Da una parte era entusiasmante, nonostante pensassi al fatto che non era stato molto presente per me. Certo, lo aveva fatto a modo suo, aveva vegliato su di me, ma io questo lo avevo scoperto da meno di una settimana.
Poi mi chiesi se sapesse che a quanto pareva l'altra divinità si fosse servito di Jason per tenermi lontana e nascosta, e sicuramente era così. E allora perché non aveva fatto nulla? Non poteva, forse?
Scossi la testa, dividendo le domande dalla trepidazione di dovermi allenare con la presenza di Apollo.

Un po' mi rendeva nervosa, c'era d'aspettarselo. Mi sarebbe piaciuto tanto farlo sentire orgoglioso di una figlia che nonostante avesse dovuto abituarsi a tutto quello in così poco tempo, era già riuscita a scenderci a patti e conviverci. Ma d'altronde non erano motivi validi.

Comunque una volta vestita e profumata praticamente tutta schizzai verso l'esterno, oltrepassando i giardini di Venere e l'istituto del quale i ragazzi ancora dovevano concedere un tour completo.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora