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«Secondo voi è più calma adesso?»

Si udii leggermente la sottile, quanto delicata, voce di Gwen proprio dietro la superficie di legno che determinava la fine e l'inizio del mio spazio. Spazio che non volevo fosse invaso al momento. Assolutamente.

«Se vi interessa ciò che ho da dire proprio ora, credo che la stia prendendo da campionessa.» esortò la voce nuova di Caleb e stranamente la sua opinione non mi gratificò o alleviò lo stupore e sgomento che al momento dimmi avevano artigliata contro un muro immaginario.

«Non sarebbe dovuto succedere.» sibilò la tipica inflessione che associai al tono di Aaron. Per quanto tempo ancora pensavano di potermi tenere all'oscuro una cosa del genere? Certo, non erano costretti a rivelarmi chi o cosa fossero, ma la consapevolezza che io c'entrassi qualcosa in quell'anormale storia non mi abbandonò nemmeno ora.

Mi sentivo talmente tanto frastornata al momento. Credevo di essere subentrata in uno stato di shock. E lo credevo seriamente poiché tutto ciò che ritenevo possibile fare temporaneamente era fissare il vuoto. Un vuoto dinanzi il quale si rinfrescavano le immagini di qualche minuto prima. Gli incredibili, quanto assurdi ed illogici, avvenimenti.

Alex intervenì nel bel mezzo dei miei ricordi, come il resto di loro. «Credete che dovremmo portarla al Kósmos?»

«Ed eccoci di nuovo punto e a capo.» strepitò Gwendolyn e la sua voce risultò veramente troppo alta specialmente per i miei gusti del momento. «Lo sapevo. Ne ero certa, questo perché nessuno ascolta noi ragazze. Grandi maschioni che sanno tutto di tutti. Chissà cosa le passa per la testa ora..»

Di cos'altro diamine stava parlando?

Non riuscivano a smettere di interrogarsi su cosa fosse accaduto, sul da farsi. E la maggior parte del tempo si erano lasciati prendere dallo stupore. Ed invece, per quanto riguardava me, ogni qualvolta chiudevo gli occhi per frazioni minime di secondi, le lanterne blu che avevano sostituito gli occhi di Seth tornavano a farmi visita. Il colore blu del sangue che si schizzava ed irradiava tra le vene in modo dolorosamente visibile. Ogni tanto percepivo sensazioni che non potevano appartenermi, ma le sentivo come giuste dentro me. Era strano ed innaturale, percepivo delle emozioni che sapevo riconoscere non mie, ma che al contempo mi appartenevano in un certo qual modo. Erano come iniettate nei meandri della mia anima da un qualcosa di esterno.

Cosa mi stava accadendo?

«Seth.» lo richiamò la voce impaziente di Alex. Perché si rivolgevano a lui per qualsiasi cosa?
Alex fece capire al ragazzo innaturale di doverle una risposta o altrimenti non avrebbero saputo cosa fare. Eppure Seth aveva perso le redini della situazione esattamente come il resto. «Che si fa?»

«Quando sarà pronta, dovrà sapere tutto, mi sembrava abbastanza ovvio. Come dovrei spiegarle quello che ha visto, altrimenti? Tralasciando il piccolo dettaglio che stiamo praticamente urlando fuori la porta di camera sua.»
E fu tutto ciò che fu capace di far uscire dalle labbra spesso impertinenti e rossastre. Immaginai sul suo volto la solita espressione flemmatica, mista a sarcasmo, quanto pacata ad adontargli i lineamenti per la maggior parte duri. Sembrava sempre che niente potesse scalfirlo. Come uno zaffiro; uno zaffiro blu incandescente. Probabilmente aveva anche le braccia incrociate sul petto e le sopracciglia corrugate. Nella mia testa pensai che finalmente avesse capito ed abbracciato il mio diritto al sapere. Avrei voluto catapultarmi come una fionda  fuori dalla stanza e farmi spigare il ben che minimo dettaglio di quella follia, ma le parole di Ian continuavano ad echeggiare nei meandri del sistema nervoso.

Lui non si arrenderà.

Avevo persino preso a grattarmi convulsamente le braccia. Il modo in cui aveva pronunciato quel pronome azionava brividi su ogni lembo di epidermide arrossata possibile. Chi non si sarebbe arreso? E soprattutto, cosa c'entravo io in tutto quello? Ero una semplice ragazza, al quasi termine dell'adolescenza, stracolma di sfortune e scottature senza una adeguato risanamento. Cosa mai potevo aver a che fare con tutta quella pazzia?
D'improvviso un moto di curiosità, perplessità e bisogno di sapere mi accese tutta. Di conseguenza ciò che ritenni opportuno fare non fu più starmene seduta in modo poco garbato sull'angolo alla fine del letto.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora