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Durante la notte il mio subconscio si diede alla pazza gioia, tra sogni che dimenticai proprio nel momento in cui le palpebre degli occhi si sollevarono, e incubi bizzarri a cui non mi ero concessa di dare importanza per nessuna ragione.

Ebbi varie pause che disturbarono il mio sonno, ma se non fosse stato per queste non mi sarei mai resa conto del fatto che Seth era rimasto tutta la notte vicino il mio letto, con gli occhi chiusi ed il viso enigmatico voltato verso il mio, per cui, segretamente, fui contenta di essere stata costretta a svegliarmi per scoprirlo.

Controllai l'orologio da parete che segnava le cinque del mattino e non ebbi il coraggio di cambiare fianco, nonostante quello su cui fossi appoggiata cominciasse a dolore un po', semplicemente perché dato che ormai non riuscivo a prendere sonno mi ero persa ad osservare Seth, e successe solo e solamente poiché era l'unica attrazione nella camera, non perché la sua bellezza da addormentato mi facesse sentire ad un passo dalle nuvole.

Sospirai pesantemente portando entrambe le mani sotto la guancia, che avevo spiaccicato contro il cuscino, ricoperto di un materiale simile alla seta, ma sicuramente molto più economico. Lo sguardo mi cadde sul letto e mi resi conto per la prima volta dopo le numerose volte in cui mi ero svegliata sopraffatta, che ero coperta da un plaid bianco.

L'espressione enigmatica di Seth si era lievemente sciolta col passar della nottata, o almeno così ebbi modo di notare.

Pensai però che avrebbe sentito un forte fastidio al collo durante la giornata per la posizione estremamente scomoda sullo schienale della poltrona. Probabilmente se fossi stata d'indole più coraggiosa e sfacciata, gli avrei chiesto di prendere posto al mio fianco. Tuttavia tale pensiero mi faceva sentire a tratti sprovveduta, considerato che non avevo mai avuto a che fare con dei ragazzi in quel senso e qualsiasi cosa che andasse oltre il semplice dialogo mi portava sulla soglia dell'imbarazzo.

«Non riesci a riaddormentarti stavolta?»
Improvvisamente parlò contro ogni mia aspettativa, mentre io vagavo con i pensieri in luoghi quasi proibiti dal mio inconscio. La voce rauca e tutt'altro che stanca mi accarezzò sobriamente ed il mio cuore fece una capriola preso alla sprovvista così come me che trasalii di poco.

«Uhm.. no, ho dormito abbastanza.»  mentii.
Per quale ragione non mi era chiaro.

Seth apri un occhio mentre un sopracciglio si levò verso l'alto. Lo richiuse dubbioso e aspettò un po' di tempo prima di parlare. «Dubito che abbia conciliato per bene il sonno.»
La sua espressione da saputello diveniva più sopportabile quando non mi lasciava indugiare gli smeraldi appuntiti contro.

«Sei rimasto tutta la notte?» mi feci coraggio a chiedergli, mentre ormai nemmeno mi nascondevo più dietro un dito per il fatto che lo stessi osservando. «Grazie, ma non ce n'era bisogno.»

«No, sono tornato a controllare come stavi da poco.» levò un sopracciglio di nuovo, con ancora però le palpebre abbassate. Sapevo che non fosse assolutamente vero. Lo avevo visto sulla sedia ogni volta che aprivo gli occhi.
Volevo fargli assaggiare la sua stessa medicina, per cui non mi tirai indietro dal fargli notare la sua piccola bugia, esattamente come lui non si era preoccupato di risparmiare la mia.

«Non penso di averti immaginato stanotte.» osservai con voce lieve ma decisa. «O almeno avrei potuto farlo una volta, ma non tutte le volte in cui mi sono svegliata.»

«Hai appena ammesso di non aver conciliato bene il sonno.» una goccia di vittoria era presente nella sua voce. Dannazione, che nervi. «Precisino.»

«Hai ammesso di essere rimasto qui tutta la notte.» così come vi era anche nella mia.
«Sei irritante.» sussurrò scuotendo lievemente il capo; la scia di un sorriso minuscolo che stava per nascere sulle labbra. Notai poco dopo che stessimo sussurrando e la cosa mi inquietava, ma mi piaceva anche. Mi tranquillizzava e ne avevo bisogno.
«Mi hanno detto di peggio.» ridacchiai, riprendendo la sua battuta.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora