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La mattina successiva, quando attraversai il cortile con Alex e Gwen, afferrai con lo sguardo la figura di Seth troppo vicino le mura di confine dell'area del Kósmos, alla destra dell'entrata principale del portone. Aveva la schiena tirata lungo la motocicletta della notte del bacio, una possente Triumph Bonneville. Sapevo che era quella marca, ma non ne conoscevo il modello, e dovevo quella conoscenza ad Hudson il quale, due estati prima, mi aveva saturato la testa di motori e cilindrate.

Era circondato da degli enormi SUV neri e qualche altra motocicletta identica a quella che lui montava, per cui supposi fossero tutte attrezzature dell'esercito della comunità.

Indossavano tutti la divisa e Seth aveva i capelli meno domabili che mai. Riconobbi anche Milo ad affiancarlo. Gli diede un pugno sul bicipite dalla postazione da guidatore del SUV e Seth non si scompose minimamente. Dovevano star lasciando la struttura perché quando l'enorme cancello in ferro battuto prese a disserrarsi, un coro di motori rombò e ruggì.

Io mi ero ritrovata bloccata da non so cosa, totalmente inebetita. Guardavo la divisa tenderglisi sulle scapole, affossandosi negli avvallamenti della schiena. Era pronto a dare gas al suo mezzo di trasporto quando percepì la mia presenza.

Sapeva che ero proprio lì, a pochi metri da lui. Mi guardò da sopra la spalla, aveva un cipiglio evidente steso sui lineamenti induriti, la fronte tesa. Quando catturò i miei occhi tirò un sospiro intenso che di riflesso solleticò il mio diaframma. Piegai il capo di lato, non capendo cosa dovessi fare.

Qualcuno gli urlò qualcosa che io non afferrai assolutamente e lui tornò alla sua espressione seriosa. Il tricipite destro s'irrigidì e poi scattò, accelerando. La sua motocicletta saettò davanti e capeggiò le altre fuori dall'area, producendo un rumore infernale che mi avrebbe tormentato le meningi nelle ore successive alla sua assenza.

La giornata intera passò in fretta, tra sale ricreative in cui mi trascinarono i ragazzi e le lezioni. Una cosa che adoravo infinitamente era che ogni giorno aveva un massimo di tre lezioni, tra cui una almeno doveva essere pratica, per cui non ci si annoiava con tanta facilità come in quella umana. Altro punto aggiuntivo che aiutava il tempo a defluire senza impicci era l'ambiente che veniva a crearsi, alcune persone erano così estroverse e divertenti che a volte radunavano dei gruppetti per fare "casino" con delle canzoni inventate al momento e melodie estrapolate da divani, scaffali, mattonelle.

La sera non tutti si rintanavano nelle loro stanze e, come avevo ben scoperto, nessuno rispettava il divieto di mescolarsi nei dormitori del sesso opposto. Infatti in quella settimana i ragazzi e le ragazze erano venuti spesso in camera mia perché io avevo la stoffa della brava ragazza rispettosa delle regole.

A detta di Gwen, se la montagna non viene a Maometto, allora Maometto va alla montagna. Una filosofia di vita che avevano applicato anche a me e da una parte gliene ero grata fino al midollo, perché senza Seth tra i piedi cominciavo a sentirmi sola ed abbandonata al mio destino.

L'ispezione di un sola giornata si era trasformata in una gita allegra a tempo indeterminato ed io mi sentivo oltremodo strana. In termini fisici ero sempre stanca ed il sonno non fungeva da buona ricarica, il combattimento mi risucchiava fin troppa energia. Psicologicamente parlando mi mancava da morire. Non sentire la sua voce e la sua costante presenza era frustrante, come anche il non scambiarci dibattiti dialogati.

D'altra parte il trambusto interno senza limiti che provavo quando era nei paraggi si attenuò è questo servì solamente ad estrema conferma del fatto che non era il nostro legame ad influenzare i miei sentimenti per lui. Interiormente stavo meglio, stanchezza a parte, ma psicologicamente non vedevo l'ora che tornasse da me.

La sesta sera, quando i ragazzi crollarono, chi sul letto con me, chi sulla poltrona o sulle sedie, permisi a me stessa di afferrare stupidamente il cellulare. Quando nella rubrica mi apparse il suo nome ad illuminarmi il viso non ci ripensai due volte e digitai.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora