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Mi risvegliai dopo un lasso di tempo indefinito, percependo un calore ardente che mi scottava la guancia destra. Ripercorsi mentalmente i punti cardini avvenuti prima che prendessi sonno.
Avevo le palpebre ancora incollate tra loro, ma la mia essenza, il mio corpo, erano ritornati ad essere attenti. Tentai di deglutire, mentre lasciavo andare anche l'ultima traccia di stanchezza dalle membra, accorgendomi soltanto allora quanto in realtà mi risultasse difficoltoso far scendere giù persino la saliva.

Il cervello mandò l'impulso alle braccia di prendermi la testa mezza intorpidita, mezza stordita, che al momento non sapeva bene che direzione prendere, ma nel momento in cui feci per alzare le braccia mi accorsi che non arrivarono mai a destinazione.
Udii una risatina femminile rimbombare non molto lontano, anzi, probabilmente era fin troppo prossimo, il suono, e la pelle mi si accapponò sulla nuca.

A quel punto un moto di paura si cosparse in me, come se qualcuno me lo stesse spalmando sullo stomaco, e questo riuscì ad oltrepassare la pelle, scombussolandomi e rianimando le viscere.
Le palpebre scattarono e la vista, dapprima troppo appannata, adesso si faceva mano a mano sempre più nitida e la risatina femminile assunse dei tratti netti. Una fiamma di un camino fatto di pietra, incastonato nel muro, divampò ancora più forte al mio fianco e la sedia su cui mi mossi scricchiolò.
I capelli corvini con tracce lucenti illuminate dalla luce del fuoco le cadevano lunghi contro le spalle, sorpassando l'area dei seni e finendole sull'ombellico scoperto e pallido. Aveva il corpo fine fasciato in un completo di pelle nera e dalla schiena le si spiegavano una paio di sporgenze color pece alate.

«Delle ali?» mi venne spontaneo biascicare, tendando di recuperare tutte le mie forze. La donna mi guardò e sorrise, mostrandomi dei denti dal bianco splendente, affilati come delle lame. Le labbra carnose si ripiegarono sulla pelle circostante ed il naso a punta era identico a..

«È la prima cosa che ti viene in mente?» mi derise, accavallando una coscia sull'altra. «Non un 'dove mi trovo'? Che so, di solito sono le domande standard.»
La voce era tagliente, ma per niente squillante. Bassa e limpida. Trascinava quasi le parole quando le uscivano dalle labbra.

Mi guardai intorno, non rispondendo. Le mura in cui mi trovavo erano totalmente spoglie, se non per un camino ed una sedia. Il pavimento era di marmo scuro, sembrava dare l'effetto di sporco. Le mura erano rosso sangue e la temperatura non mi fece rabbrividire neanche per un secondo, e non era soltanto la presenza del camino a far sì che succedesse.

«Solitamente non faccio domande convenzionali, il mio cervello funziona così.» ironizzai, strisciando la schiena sullo schienale e portandomi a sedere meglio, quando mi accorsi di una catena del tutto inusuale che mi circondava vita, gambe e braccia.

Era del colore dell'ambra. E brillava.
Non avevo mai visto in vita mia una catena sbrillucicosa, che sembrava aumentare gradualmente la propria azione sul mio corpo stanco ad ogni minima azione.

«Che bell'accoglienza.» sbuffai, scrocchiando il collo e restituendo alle mie braccia la pace inerme.
«Vero? Mio fratello dice che ho classe in questo.» si vantò, scacciando una sostanziosa ciocca di capigliatura e facendola ondeggiare dietro la spalla.
«Oh, adesso vedo la somiglianza.»

Gli spigoli del viso e la carnagione erano identici a Thánatos. «Non sapevo avesse una sorella.»
Lei sorrise, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita. «Non sei stata attenta alle lezioni di mitologia o non ci siete ancora arrivati?»
Aprii la bocca per rispondere, ma non me ne diede modo. Che peccato, volevo proprio trovare conforto in un pizzico d'ironia, visto che era tutto quello che mi rimaneva.

«Sono Ker. Ad alcuni fanatici piace associarmi alla morte violenta, ma la maggior parte delle cose che vi insegnano sono menzogne. Nemmeno uno di loro ci ha mai visti, in realtà.» parlò e la noia trapelava dal suo tono che n'era intriso.
Si guardò le unghie, studiandone la lunghezza ed il colore. «Sono la sorella gemella di Thanatos e, prima che il tuo cervellino da umana possa anche solo arrivare a pensarci, no, non è il Tristo Mietitore.»

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora