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Stranamente in quell'area della sede, non molto lontana dal giardino di Venere, dove comunque continuava ad estendersi una lunga radura, il sole era splendente e sembrava voler minacciare di spaccare i mille frammenti qualsiasi pietra nella sua traiettoria.

Alzai lo sguardo sopra di me e lo diressi verso il cielo. Era di una tonalità azzurra talmente tanto bella che per un momento mi sentii irradiare una strana tranquillità, in contrasto con la trepidante attesa.
Alex stava sistemando le ultime cose perché il percorso fosse pronto sull'erba e metà sulla parte fatta di pavimentazione rocciosa. E poi si diresse verso di me, che cercavo di spostare tutta l'attenzione possibile verso qualsiasi cosa che non fossero Aaron e Seth non molto lontani.

Avevano insistito talmente tanto per assistere ai miei allenamenti che ero finita per voler scaraventare loro due dall'altra parte del Kòsmos con un solo calcio rotante, e dare così inizio alle lezioni di combattimento corpo a corpo, saltando la parte di resistenza aerobica, o così l'aveva chiamata Alex.

«Allora, l'allenamento aerobico ha lo scopo di migliorare la capacità di trasporto ed utilizzo dell'ossigeno, e di garantire un'ottimale gestione dei substrati energetici per produrre l'energia necessaria al combattimento.» cominciò a spiegare ed anche Aaron e Seth si avvicinarono per sentire la spiegazione. Dovevo aver un'espressione ebete stampata in viso perché era proprio come mi sentivo.

«Ti sei ingoiata un manuale sui personal trainer o cosa?» dissi con voce carica di sorpresa ed era comprensibile che io lo fossi e mi fu concesso, ma non potei dire lo stesso degli altri.
Seth e Aaron si scambiarono un'occhiata sorpresa come se non sapessero che si sarebbe calata così bene nella parte, cosa che non sfuggì agli occhi vigili della rossa che li fulminò.
«Che c'è? Credevate di essere gli unici preparati non solo fisicamente?»
Seth mimò con la mano il gesto di un gatto che caccia fuori gli artigli. «Miao.» e le labbra gli fremettero.
Scossi la testa per non rovesciarla all'indietro e ridere per l'espressione di Seth quando dopo aver dato della felina ad Alex, lei lo aveva minacciato di mettere alla prova le sue capacità con lui.

«Dicevo..» ritornò alla carica ed io riposi ogni briciolo di attenzione per capire stavolta cosa le uscisse dalle labbra sottili. «Queste cose sono solo la base di ciò che ti aspetta, questo servirà a potenziare le tue capacità.»

Le mie capacità? Ma se sventolavo le braccia, avrei potuto spiccare il volo tanto che la mia pelle era flaccida. Non mi ero mai interessata alla palestra ed al rassodamento dei muscoli e cose del genere, motivo per il quale non avevo un briciolo di forza nel mio corpo. E poi anche solo potenziare tutto quello avrebbe preso troppo tempo, mi chiedevo come avrei fatto visto che per sviluppare anche solo un inizio di muscolo e resistenza ci volevano mesi e mesi.

«Devo soltanto imparare a non essere umana e ricordare cosa significhi essere una semidea, nonostante fino a pochi giorni nemmeno sapessi potesse essere possibile.» dissi e rimasi a corto di fiato. «Facile, no?»

«Amanda, non sei umana.» mi richiamò Alex, come se potesse leggermi nel pensiero e questo mi fece pensare che praticamente la mia espressione mi rendeva un libro aperto.
«Sono capacità innate, è già tutto dentro te, così com'è dentro ognuno di noi. Certo magari un po' di più per te, considerato che sei figlia di Apollo. Devi solo rispolverarle un pochino.» mi sorrise dolcemente e mi venne voglia di cercare conferma delle sue parole nello sguardo del ragazzo a pochi metri da me, ma feci appello alla mia forza di volontà per evitarlo. Non aveva senso cercare delle certezze in Seth, non eravamo nulla, eppure sentii che avrei dovuto.

«Direi che devo proprio scoprirle e basta.» borbottai insicura e già scocciata in partenza. Non sarebbe mai dovuta andare così, sarei dovuta crescere qui e la mamma con me e con.. con Apollo. Nessuna vita normale, per quanto al momento desiderassi la mia dolce monotonia, non sarebbe dovuta andare così. Magari se fosse andata diversamente la mamma sarebbe ancora qui, o almeno avrei avuto ogni elemento necessario per poterla difendere. Il solo pensiero mi fece stringere i pugni lungo i fianchi fin quando le nocche diventarono bianche. Un moto di rabbia richiedeva la scintilla necessaria ad accenderlo, ma non gliela concessi, non ora almeno.
Pensandoci mi ricordai che dovevo ancora incontrare il mio fantomatico zio perduto.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora