Qualche ora e due cocktail più tardi la musica rimbombava decisamente troppo tonante ai miei timpani.
I tacchi cominciavano ad infastidirmi ogni passo di più e tutto perché Caleb non aveva voluto accompagnarci fino alla vetta dei monti, il che era stata una gran bella seccatura del cazzo. Dopo la discussione diurna in biblioteca Gwen aveva rasentato i limiti del ridicolo in fatto d'indignazione, ma anche il suo amoroso non sembrava voler scherzare.
Si erano entrambi rifiutati, uno di accompagnarci e l'altra di accettare seppure si fosse deciso a farlo alla fine, ed io avevo sperato fino all'ultimo minuto che lo facesse. E confidavo sinceramente che avesse ceduto, se solo Gwen non fosse stata talmente tanto ostinata.
Comunque eravamo arrivate vive e vegete all'enorme villa in mezzo alla radura, si ergeva possente e mi era sembrata discretamente alta, ma non mi ero persa in dettagli perché ero rimasta abbastanza incentrata su una ragazza che stava già vomitando più in là del porticato. Diamine, era già messa male alle dieci di sera. Era troppo presto perfino per me che l'indomani avrei cominciato i corsi.
Ad onor del vero, io non ero nessuno per giudicare giacché un'ora dopo non mi ero affatto sembrata restia a catapultarmi direttamente al bancone degli alcolici. Avevo già passato la fase della prima sbronza, strano ma vero, quando ai quindici anni attraversai quel tipico periodo di frustrazione dove tra scuola e famiglia sembra andare in malora da un momento all'altro.
Ricordavo quella notte come se fosse stata qualche giorno prima. Hudson mi aveva concesso di passare la notte da lui e saltare la scuola il mattino successivo, e così avevamo svaligiato il settore alcolici da festa della madre. Alla fine ci eravamo fermati a metà bottiglia di vodka ciascuno, perché il nostro livello di tolleranza faceva davvero pena. Ricordo che fu liberatorio, quando la mattina mi svegliai con un completo blackout della sera precedente non mi dispiacque tentare di ricordare, invece di pensare a tutto il resto. Era un buon diversivo, sia durante che dopo.
Ad ogni modo, io e Gwen avevamo perso di vista Alex e continuavamo a guardarci intorno alla ricerca della nostra amica perduta, senza successo.
«Dove credi si sia cacciata?» le domandai, sorseggiando il mio cocktail dolciastro. Il sapore del alcol mi bruciò la gola, ma lo mandai giù in due sorsi belli lunghi. Mi era stato detto che più velocemente riesci a buttarlo giù, più veloce questo ti risalirà giusto in testa. «Sembrava un po' tesa.»Fece un segno della mano, tenendo stretto il suo bicchiere nell'altra. «Oh, non farci caso. Fa sempre così.» Esaustiva come sempre.
«Sarà sparita da qualche parte con Adam.» disse e si intuiva fosse un'abitudine ormai. Se non ci fossi stata io Gwen sarebbe stata abbandonata a se stessa, considerando che non avrebbe potuto divertirsi con qualunque sconosciuto.
Aguzzai la vista. «Credi sia qui? Sono curiosa.»
Provai ad allungare il collo per migliorare la visione oltre le teste che si agitavano e capelli svolazzanti, ma non la scorsi.
Lei fece una pernacchia che voleva essere un piccolo sbuffo inizialmente. «Sì, è sicuramente qui. Adam non la lascerebbe mai senza 'protezione'»
Oh. «È ossessivo?»
Inclinò la testa di lato, perlustrando la superficie con noncuranza. «È un bravo ragazzo dopotutto, ma a causa di quello che è successo al fratello, sì, è diventato un po' ossessivo.»Annuii. «Capisco. Però la tratta bene, giusto? Voglio dire, sì, sai, a parte i litigi.»
Gli angoli delle sue labbra si sollevarono pigramente verso l'alto. «Sì, sono abbastanza equilibrati. Lei è sfrenata, lui mansueto. Gelosi e divertenti entrambi, ma bene così. Scendono sempre a compromessi e si amano.»
Feci vagare anch'io lo sguardo in ogni dove, fremevo dalla voglia di vederlo. «Accidenti, sono curiosa di dargli un volto.»
«È alto quanto un armadio, ma ha un fisico nella media. Ovviamente la media divina, non quella mortale. Ed è fico, lo è davvero.» tentò di descrivermelo ed io cercai di far affiorare un'immagina quantomeno approssimata.
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something sinful •• [interrotta]
FantasyCi guardammo negli occhi per un tempo che parve infinito, riprendendo a respirare regolarmente. La sua espressione appagata mi smosse qualcosa dentro. Lo stomaco mi prese a sfarfallare senza sosta e se solo avessi rigettato, sarebbero uscite un paio...