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«Dovrei seriamente considerare l'idea di fermarmi oltre e pregare qualcuno di voi che mi porti a fare da turista.»

La voce di Alyx riempì l'abitacolo dell'auto per l'ennesima volta, ne avevo perso il conto ormai. Non che mi desse fastidio, adoravo il fatto di esser tornata a sentire la sua voce.
Il problema era la mia testa che non smetteva di carburare pensieri a più non posso.
«Guardi che noi ci stiamo, girare per Manhattan è magico.» disse Aaron e potei sentire subito dopo un'onomatopea di uno scintillio incantato uscire dalla sua bocca. Sorrisi tra me e me.

Sebbene stessi meglio, molto meglio, di qualche minuto prima, grazie all'enorme aiuto che Seth mi aveva concesso e di cui scommisi non ne avesse capito il valore, era comunque un momento critico per me. Per davvero. Dannazione.

Aaron ed Alyx erano seduti comodamente nei sedili posteriori a parlare e discutere della bellezza di cui vantava la grande mela, si doveva pur riconoscere ad Alyx uno spirito prettamente giovanile. In ogni caso non era poi così tanto oltre con gli anni, anzi.

Ed invece Seth stava impugnando il manubrio, prestando attenzione alla strada, mentre io guardavo fuori dal finestrino. Una mano era stretta al lato sinistro dello sterzo ed il gomito poggiato sullo sportello, mentre l'altra giaceva indisturbata sul cambio. Ogni tanto mandava delle occhiate agli specchietti retrovisori e si mordicchiava l'interno guancia, sembrava tanto nervoso quanto me.
Gli lanciai uno sguardo interrogativo, volevo capirne il motivo e quando se ne accorse mi guardò per un tempo che parve infinito e fin troppo intenso di quanto sarebbe dovuto risultare. Poi voltò il capo e lo scosse impercettibilmente.

Uno straordinario sound fuoriusciva dai piccoli fori delle casse, accompagnando tutto con un'armonia favolosa. Ed io ero interdetta.
«Alyx.» la richiamai improvvisamente, parlando per la prima volta dopo il grazie che avevo rivolto a Seth sotto forma di sussurro. Interruppi il loro vociare.
«Come sta Hudson?»

Improvvisamente mi ricordai di suo figlio: l'unico vero amico che avessi mai avuto. Mi erano passate per la testa tante cose da chiedere, da chiarire, scoprire, ma non era ancora il momento e questa fu l'unica che riuscii a far uscire.

Volsi la testa di poco verso la sua direzione, notando subito l'enorme sorriso che le tagliò il viso. «Meravigliosamente.» annuì trasmettendomi calore con una semplice espressione.

«Non ha mai smesso di pensarti.» aggiunse inchiodando il suo sguardo su di me, però non ebbi il coraggio di fronteggiarlo. Un po' per il paesaggio che mi calmava, un po' perché neanche io lo avevo rimosso ed avevo sempre tenuto a lui più di qualsiasi altra cosa al mondo, oltre mia madre.

«Cos'è? Avevi un fidanzatino?» ammiccò ironicamente nella mia direzione Aaron. Si capivano perfettamente i suoi tentativi di alleggerire la pesantezza della mia situazione, e la cosa sorprendente era che a me non risultasse fuori luogo quando al momento tutto lo faceva.

Risi per il movimento delle sue sopracciglia e scossi la testa. «È il mio migliore amico, sciocco.» gli rivolsi una linguaccia.

Seth non aveva ancora proferito parola eppure sapevo che stava ascoltando, lo capivo. Dato di fatto era che lui non fosse di molte parole, tuttavia non mancava solitamente di assecondare Aaron.

Il sorriso di Al si espanse il doppio e crebbi fosse giacché usai il presente, d'altronde ci tenevo a specificare che nonostante ne fosse passato di tempo e lui si fosse creato una vita mentre io ero impegnata a ricominciarla, il suo ruolo nella mia vita non era cambiato. Dubitavo lo avrebbe mai fatto.

something sinful •• [interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora