something sinful •• [interrotta]

.12.

something sinful :: hes

«No, Aaron, ti ho già detto che non sono proprio in vena di feste io.»

Era la quinta volta? Oh oppure no, oppure era la decima volta che ripetevo lo stesso concetto variando le parole eppure il rassegnarsi non rientrava nei suoi piani.
Mi piaceva averlo intorno ed adoravo sentirmi qualcuno accanto che fosse disponibile a tirarmi su d'animo, il problema? Non c'era nulla che mi potesse sollevare quel peso mastodontico dal petto.
Magari avrei potuto scordarlo per qualche oretta, ma poi sarebbe ritornato ancora più doloroso e pesante ed insostenibile, e allora qual era il senso?

D'altra parte un po' di divertimento sicuro non guastava, se poi vogliamo aggiungere che non avevo mai assistito a delle feste vere e proprie e che poteva essere per me la volta buona per introdurmi in quel mondo, be' allora i motivi per rifiutare erano davvero pochi.
«Allora,» cominciò prendendo fiato.
«Io so che non mi conosci ancora bene e, fidati, ci sarà il tempo per farlo.» ammiccò ironicamente, mentre mi seguiva dalla cucina al salotto dove Seth giaceva stravaccato sul divano ed il telefono nelle mani. «Ma non mi arrendo io e se si tratta di feste, ti convincerò sì o sì. Sono le tue uniche due alternative.»

«Ti conviene accontentarlo.»
Un suggerimento arrivò dalle labbra del riccio che pur prestando attenzione al suo cellulare, aveva anche un, uhm, orecchio di riguardo a disposizione per la nostra conversazione. Mi chiesi cosa diavolo facesse sempre con gli occhi incollati sullo schermo.
«È che non sono dell'umore.» sbuffai buttandomi a sedere sulla poltrona.

«Proprio per questo dovresti distrarti.» rispose ovvio, ritrovando in me uno sbuffo come replica.
«Non ho nulla da mettermi.» pensai sfidandolo con lo sguardo.

«Alex e Gwen non si tireranno indietro dal prestarti qualcosa.» ribatté sicuro di sé.
«Non ho un mezzo per ritornare a casa se mi stanco.» dissi adagiando la schiena sullo schienale, sorridendo quasi vittoriosa. «Ricorda che devo lavorare.»

«Rimarrò sobrio per riaccompagnarti qui in caso tu dovessi annoiarti, il che non succederà ma non si può mai sapere.» ricambiò la mia espressione senza un minimo d'incertezza.

«Non ho confidenza con nessuno dei vostri amici, di sicuro mi sentirò ancora peggio.» controbattei gesticolando in difficoltà. Stavo proponendo qualsiasi scusa possibile ed immaginabile.
«Per questo starai con noi tutto il tempo.» rispose con noncuranza, osservandosi le unghie, mentre aveva una caviglia appoggiata sul ginocchio.

«Per l'amor di Dio, siete pesanti sul serio.» sbottò Seth, gettando nel mentre il suo cellulare sulla coscia e alzando gli occhi al cielo. Il suo corpo muscoloso era schiacciato contro la pelle del divano ed il respiro regolare catturò la mia completa attenzione.

«Convincila tu, allora.»
Aaron alzò le mani in segno di resa, sfidando l'amico.
Seth sbuffò rumorosamente, girandosi nella mia direzione. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia, ed i muscoli delle braccia fletterono sotto il materiale leggero della maglietta, per poi agganciare i suoi occhi con i miei.
E, oh mio dio, posso giurare di averne visto ogni pagliuzza azzurra nel verde che ne predominava, persino da lontano lo notai tanta fu l'attenzione che vi prestai.

Le sopracciglia sempre leggermente corrugate in un'espressione scocciata. Separò le labbra appena umettate dalla lingua poiché stava per parlare, ma lo interruppi prontamente. Mi aveva decisamente convinta anche solo guardandomi in quel modo.

«Non ce n'è bisogno.» chiusi gli occhi rassegnata. «Va bene, okay, verrò a questa serata.»

Lo sguardo di Aaron saettò su di me incredulo e vittorioso al contempo e stava per esultare, potevo vederlo dai suoi movimenti, ma lo fermai in tempo. Era incredibile, sembrava un bambino capriccioso.
«Senza nemmeno aprir bocca, hai qualche potere di cui non sono a conoscenza?»