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Capitolo 42: a casa di Cameron.

Chiudo la porta in fretta e rimetto la chiave dove era e poi ancora con grande fretta,scendo le scale pesantemente insieme a Nash,dove mi trovo la mia morte davanti. Non gli dico niente,prendo la tazze vuote sopra il tavolino di vetro e le metto nel lavabo,prima che si lamentino anche per esse.
"Non fare finta come se non fosse successo niente"
Mi dice mio padre,posando la sua valigia nera di cuoio a terra. Vuole proprio che lo odi a morte e che faccia un omicidio? A lui la scelta.
"sto solo cercando di non farmi salire la rabbia e mantenere la calma. Ma sappi che non resterà lì per sempre e quando uscirà io continuerò a vederlo."
Inizio a salire le scale per andare in camera mia e evitare di sentire altre cazzate che escono dalla loro bocca ma mi fermo appena mia madre e mio padre dicono:
"Ti impediremo di vederlo Jessy e se è necessario chiameremo qualcuno per controllare con che persone esci"
Dico calmi entrambi. Non posso credere che vogliono farlo davvero. Vogliono impedirmi di vederlo. Non possono. Voglio chiamare una persona per controllare ciò che faccio? No. No. No.
"Non volete farlo davvero?"
"Si Jessy...hai visto in che cosa ti ha coinvolto? Potevi finire in prigione anche tu!"
"Potevo,hai detto bene. Ma non ci sono finita! Sono qui!"
Salgo in camera e sbatto la porta. Prendo il mio cellulare e chiamo Cameron anche se so che non ha il telefono con lui. Parte la segreteria e gli lascio un messaggio,con la speranza che magari possa ascoltarlo:
"Ehy....sono Jessy. Ascolta non c'è la faccio più a stare qui con loro,non li sopporto più voglio andarmene via di qui. Voglio che tu esca da lì e voglio passare tutto il mio tempo con te" inizio a piangere " vogliono impedirmi di vederti e non posso stare lontano da te Cameron." Invio la registrazione e mi butto sul letto con le lacrime che scendono e fisso il soffitto. Voglio davvero andarmene di qui,non posso restare con due genitori che non mi lasciano i miei spazi. Voglio poter fare quello che voglio.
Di solito gli alcolisti bevono perché l'alcool ti fa dimenticare per un po' i tuoi problemi. Mi vengono in mente le parole dette dalla prof. É davvero così? In questo modo l'unico mio problema sarebbe stare attenta a quel che faccio perché sono ubriaca. Non mi ricorderei niente,per un po'.

La mattina mi sveglio nello stesso modo in cui mi sono buttata sul letto ieri sera,con il telefono nella mano sinistra e le lacrime asciutte. Dovrei andare a scuola ma non c'è la faccio sia emotivamente che fisicamente. Non dormo più tanto bene e sono stanca in questi giorni. Devo andare a parlare con la madre di Cameron. Devo. Mi vesto in fretta. Metto una felpa e dei jeans stretti al volo e prendo dei biscotti mangiandoli in fretta. Infine,corro nella stanza dei miei genitori e prendo due mila e cinquecento dollari,per darli a loro e tirare fuori Cameron. Lascio un bigliettino fuori dalla porta per Nash: torno presto. Se chiama non rispondo. Se non sbaglio la casa di Cameron è vicino a scuola e se voglio far prima devo prendere l'autobus che sta quasi per passare. Vado alla fermata e quando arriva ci salgo sopra,sedendomi al solito posto che fortunatamente sta mattina non è occupato dalla solita vecchietta con il bastone che se ne impossessa prima di me tutte le mattine qualche volta.
"Oh guarda chi c'è...la nuova 'criminale' " sento qualcuno dire alle mie spalle. Mi ero dimenticata che oltre a questa vecchietta ci sono anche loro tutte le mattine. Benjiamin insime ad Alex,il tipo biondo con gli occhi azzurri,si avvicina a me. "Allora,come ci si sente ad essere finita per una volta nei casini come una vera adolescente che si gode la sua vita?" Mi chiede con un sorrisetto finto.
"Preferivo che tutto andasse bene quel giorno ma è andata così quindi va bene e no non è stato per niente bello subire tutte quelle domande da parte di quello stronzo di commissario. Posso andare a sedermi adesso?"
"E Cameron? È stato messo dentro vero?" Mi chiede quasi contento.
Annuisco,incrociando le braccia e dico un'ultima cosa: "Non ti spiegherò come sono andata le cose quindi vado a sedermi"
Odio quando mi fanno troppe domande.

Quando sono davanti alla porta bianca di casa di Cameron,faccio un respiro profondo e con decisione suono il campanello. Ho più di due mila dollari nella tasca dei miei jeans e per fortuna Benjiamin e nessun altro se ne è accorto. Penso che sennò li avrebbero presi e spesi per comprarsi la loro erba. Quando Sierra,la sorella di Cameron,apre la porta, è sorpresa di vedermi:
"Oh...prego entra.."
Ho deciso. Andrò anch'io alla prigione con loro.

Do you trust me?||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora