#47

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Capitolo 47: te lo prometto.

Spazio autrice:
Si dovevo aggiornare tardi ma sono riuscita a scrivere. Oggi vado al duomo (wow,lo sai che non interessa a nessuno vero nicole?) e niente mi andava di dirvelo ahhaha. Altra immagine illegale sopraaaa. Comunque....buona letturaaa❤

"Pronto Jessy che succede?"
Dice preoccupata mia madre. Non mi sono mai permessa di chiamarla durante le sue amatissime ore lavorative. Mi ha sempre detto di cercarla solo se succede qualcosa o ho qualcosa di importante da dirgli. Peccato che l'ultima volta che stavo morendo in un incendio,non sia corsa da me. Potrei incolparli su molte cose i miei genitori se decideranno di non farmi vedere più Cameron. Potrei elencargli tutte le cose che mi vietano di fare,quelle che mi hanno obbligato a fare e tutte le scelte in cui mi hanno condizionato contro la mia volontà. Li odio e non solo per questo che stanno facendo. Ma perché in tutta la mia vita gli ho chiesto un solo favore: quello di passare qualche oretta con me,davanti alla tv o andando in giro per negozi,mangiare fuori. Mi hanno accontentato molte cose ma non questa. Quella di cui avevo veramente bisogno. E li odio. Li odio tanto per questo. Quando mia madre risponde,mio padre prende il mio cellulare dalle mani di Cameron e parla lui.
"Sono Arnold...mi dispiace disturbarti ma,qui Cameron mi sta dicendo una delle sue cazzate e tanto per fargli capire che non è vero,ti ho chiamata"
Dall'altro capo del telefono mia madre resta un attimo in silenzio e dopo aver fatto un lungo sospiro risponde: "Perché sei con lui Arnold? Vuoi far scoppiare qualche altro litigio?"
Dice con tutta calma. Devo dire che mio padre è più protettivo di lei ma,quando ci si mette è molto peggio. Sopratutto su questa storia. Nash esce dalla porta,sbattendola. Meglio,avrebbe complicato tutto.
"Lascia stare...allora il signorino mi ha detto che anni fa avevi rapporti con suo padre,insomma,prima della rissa se così si può chiamare"
Ho paura della sua risposta. È ovvio che negherà tutto. "È vero?"
Resta in silenzio. Un lungo silenzio. Guardo Cameron che resta in piedi,dietro mio padre. "Anne ci sei?" Insiste mio padre. "Non mi dirai che la cazzata che ha detto è vera"
Riesco a vedere il dolore e la rabbia mischiata insieme dietro i suoi occhi. Non so cosa succederà e ammetto che questa volta ho paura. Tanto. Mio padre prende il mio telefono e in un batter d'occhio lo scaraventa contro il muro e si frantuma in mille pezzi. Un iPhone buttato. Non l'ho mai visto così incazzato e furioso. Prende Cameron dalla maglia e lo sbatte contro il muro.
"Non avvicinarti più a mia figlia se non vuoi finire di nuovo in prigione."
Cameron gli tira un calcio,penso sulla caviglia e lo lascia andare. Vado vicino a lui e gli prendo la mano,facendolo allontanare da mio padre.
"Ascolta Cameron,lascia stare. Non voglio altri casini,mi bastano questi."
Mio padre mi sposta,facendomi quasi cadere a terra e inizia a prendere a pugni Cameron,facendolo cadere a terra. Non riesco a guardare e vorrei fare qualcosa ma non so cosa!
"Bastaa!" Gli urlo,ma senza risultato. Cameron reagisce e questa volta è lui che prende a pugni mio padre. Le piastrelle bianche del pavimento si sporcano di sangue e sto iniziando a preoccuparmi davvero. Mio padre non fa più niente,resta in mobile mentre Cameron tira pugni ripetutamente sul suo naso e sulla sua mascella e dappertutto.
"Cameron fermati! Fermati!"
Si ferma. E lui non si muove. "Oh no"
Cameron si allontana e io vado verso il corpo di mio padre disteso a terra. "È svenuto" mi porto una mano davanti alla bocca per lo stupore e il terrore.
"Lo sai benissimo che nessuno deve provocarmi Jessy"
Dice come se non fosse successo nulla.
"Lo odio okay ma,è mio padre Cameron! Anche se ha iniziato lui potevi evitare di farlo svenire! Potrebbe anche chiamare la polizia dopo essersi ripreso!"
Mi passo una mano tra i capelli e mi prendo la testa tra le mani che a momenti scoppia. Non c'è la faccio più ho bisogno di staccarmi da tutto.
"Scusa Jessy,non volevo arrivare a tanto ma non mi importa chi sia a provocarmi. Può anche essere il mio stesso padre. Avrei reagito allo stesso modo."
Cerco di rialzare mio padre da terra e Cameron mi da una mano. È sempre mio padre e se gli succede qualcosa mi preoccupo. Anche se é cattivo e tutto il resto. Cattivo. Non so se è la parola giusta per definirlo. Non c'è un aggettivo preciso per descrivere la persona che è. Lo facciamo sdraiare sul divano e nel fratempo che aspetto che si risvegli,cerco di pulire il sangue sulla sua faccia.
"Mi perdoni Jessy? Per quello che ho fatto?"
Non so se abbia mai chiesto scusa a qualcuno così tanto da volere a tutti i costi il suo perdono. Con me lo sta facendo e se sono la prima,ne sono felice.
"È tutto così difficile Cameron..."
"Lo so Jessy,lo so"
Mi abbraccia e il suo profumo e le sue braccia mi confortano. "Però troveremo un modo. Te lo prometto"
Spero che manterrá tutte queste infinite promesse che mi sta facendo.

Do you trust me?||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora