Chapter 4: Sleepless

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[Poppy]

Ci sono una serie di regole non scritte in ogni amicizia.
Non vengono create di proposito, ma sono abitudini che diventano tali con il passare del tempo.
Nella mia amicizia con Zoe, è diventata una regola restare una agli allenamenti dell'altra, non a osservare ossessivamente chi si sta allenando, ma solo rimanere lí per supporto morale, ed è esattamente questo il motivo per cui mi ritrovo a fare gli esercizi di matematica sugli spalti del cortile mentre Zoe fa i suoi allenamenti d'atletica.
Di tanto in tanto la osservo, innamorata di come sembri quasi volare sul campo da corsa, tanto che più volte mi sono chiesta come fosse umanamente possibile andare così veloce.
È qualcosa di indescrivibile il modo in cui corre, anche perchè sembra diventare quasi un'altra persona: la sua personalità vivace e giocosa viene nascosta sotto una tenda rossa, simile a quella dei teatri, e tutto d'un tratto appare seria, concentrata, quasi pronta ad uccidere qualcuno.
Osservo il modo in cui la sua coda dondola ad ogni passo che fa, e sorrido tra me e me prima di tornare ai miei compiti di matematica.
Tanto tra meno di dieci minuti dovrebbe finire, e allora sarà il suo turno fare da spettatrice.
Spero che questa volta si sia portata una sciarpa.
"È libero questo posto?".
Una voce familiare mi spinge ad alzare la testa dal quaderno, quando incontro il sorriso di Calum, i suoi occhi nascosti dietro un paio di occhiali da sole, e mi guardo in giro velocemente, notando che sono l'unica sugli spalti. Si sarebbe potuto sedere ovunque, ma viene a sedersi accanto a me.
"Certo" rispondo, posando lo zaino già sporco ai miei piedi, ed il moro prende posto accanto a me, sorridendo leggermente quando scorge Zoe.
"Per cosa si sta allenando?" Domanda, girandosi verso di me, ed io decido di chiudere definitivamente il quaderno, concentrando sui fratelli Hood la mia totale attenzione.
"Ha una gara questo sabato, alle nove del mattino. Si sta allenando sui quattrocento metri" spiego, osservando Zoe tornare al posto di partenza, scambiandosi un cinque con una compagna di squadra.
"Non me lo ha detto, quella piccola idiota... Dove si terrà la gara?".
"Qui a scuola, è una competizione tra cinque o sei scuole, mi sembra. La prossima vera gara si terrà tra tre settimane al palazzetto dello sport" rispondo, girandomi verso Calum che osserva con attenzione quasi palpabile sua sorella, e quando l'allenatore fischia io stessa mi ritrovo a guardare Zoe, pregando dentro di me che arrivi prima.
La mora taglia il traguardo con metto scatto rispetto alle altre, ed immediatamente gira verso il suo allenatore che, con in mano il cronometro, le urla: "ottimo lavoro, Hood, hai battuto il tuo record".
"Mi ricorda molto me alla sua età" mormora all'improvviso Calum, e sorrido, ricordandomi tutte le volte che io e Zoe l'abbiamo spiato mentre si allenava in giardino o al parco e tutte le volte che siamo venute con le nostre famiglie alle sue partite.
"Avete lo sport nel sangue" rispondo, mettendo via i miei quaderni quando vedo le ragazze dell'atletica dirigersi verso gli spogliatoi, quando Calum mi sorprende, scoppiando a ridere.
"Senti chi parla, tu e tuo cugino siete degni delle olimpiadi, e non sto scherzando" sorride, ed io mi ritrovo ad arrossire a quel commento, quando, all'improvviso, si alza gli occhiali sulla testa, rivelando i suoi occhi e anche due occhiaie violacee profonde.
"Alla fine stanotte non sei riuscito a riposare?" Domando, sentendomi tentata di sfiorare i suoi occhi, ma mi trattengo quando lo sento sospirare.
"Mi sono addormentato alle sei del mattino e mi sono svegliato alle otto. Ho riposato ancora un'oretta circa alle due, ma nulla di più" confessa, chiedendo gli occhi, ed io osservo rapita il suo profilo, quando riapre gli occhi di scatto, alzandosi in piedi per poi tendermi una mano.
"Tu e Zoe dovete andare da qualche parte?" Domanda, la sua voce cordiale, ed io afferro la sua mano, alzandomi, prima di prendere il mio zaino e la borsa di allenamento quando questa mi viene tolta dalle spalle da Calum.
"Al palazzetto, è il mio turno d'allenamento".
A quella parole un sorriso radioso curva le labbra di Calum prima che mi ponga l'ultima domanda che mi sarei aspettata mi facesse.
"Posso venire anche io?".

Sleepless || Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora