Chapter 13: Sleepless

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Grazie a @spring_bud per l'immagine nell'header!

[Calum]

"Per oggi va bene cosí, ragazzi! Ci vediamo domani pomeriggio!" Esclama l'allenatrice in rosa, sorridendo leggermente a Luke e Poppy che, stremati, raggiungono il bordo della pista, uscendo a passi incerti per arrivare agli spalti, gettandosi poi a sedere con poco garbo accanto a me.
"Non mi sento più le gambe ed un anca" sospira la ragazza, facendomi sorridere, mentre un mugolio lascia le labbra di Luke: "non so se ho piú fame o più sonno. Ho intenzione di gettarmi in una vasca piena di ghiaccio".
"Non mi parlare di ghiaccio, per cortesia".
"Se hai male ai muscoli, il rimedio migliore è una doccia d'acqua calda che piano piano fai scendere fino a farla diventare tiepida. L'allenatore ce lo consiglia sempre dopo le partite importanti" intervengo, rivolgendomi verso Luke, che annuisce ascoltando attentamente il mio consiglio.
"E vada per una doccia tiepida. Devo scappare, oggi pomeriggio ho... da fare" esclama qualche secondo dopo, arrossendo verso la fine della frase, e Poppy mi rivolge un occhiolino veloce prima di girarsi nuovamente verso suo cugino.
"Vai pure, ci vediamo domani... E salutami la mia migliore amica!" Esclama, muovendo la mano in aria, facendo aumentare il rossore di Luke che letteralmente scappa con il borsone sulle spalle.
"Credo che tu l'abbia spaventato" ridacchio non appena esce dal nostro campo visivo, facendo sorridere Poppy stessa che, con i pattini ancora ai piedi, posa la testa contro il seggiolino di plastica.
"Ormai dovrebbe averci fatto l'abitudine, mi conosce da una vita... Letteralmente" risponde, rimanendo in silenzio prima di aggiungere, a voce più bassa: "mi aspettavo facessi una di quelle scene da fratellone protettivo che minaccia il ragazzo di sua sorella di rompergli ogni osso che ha in corpo se la fa soffrire".
Alle sue parole scoppio in una fragorosa risata che riecheggia nel palazzetto, avvolgendo poi un braccio attorno alle sue spalle.
"Non potrei fargli questa minaccia, non posso lasciarti senza partner" rispondo sinceramente, nonostante Poppy stia scivolando lentamente nel sonno, e annuisce leggermente prima di lasciar cadere la testa sulla mia spalla.
Sorrido piano osservando le sue labbra socchiudersi, il sonno avere la meglio e la sua espressione rilassarsi, diventando assolutamente pacifica.
La posizione della sua testa scopre un piccolo neo non molto scuro vicino al suo orecchio che non avevo mai notato, lì dove i capelli tendono a formare i tirabaci che, nonostante la coda ordinata, non è riuscita a trattenere nell'elastico.
In questi ultimi giorni mi sembra di aver riscoperto Poppy, o di averne scoperta una totalmente diversa dalla bambina vivace ma allo stesso tempo calma e ponderata che giocava con mia sorella in giardino, che si fermava a cena ogni venerdì sera per gustarsi la pasta al forno di mia madre che, puntualmente, era piú buona di quella della sua.
La Poppy che sta dormendo con la testa sulla mia spalla è piú grande, una farfalla a metà tra il bozzolo e l'aria pura, una donna che conserva ancora quell'aria genuina e spontanea che solo una bambina puó avere. È una ragazza determinata, cocciuta ma allo stesso tempo fragile, che non nasconde le sue debolezze ma anzi le sfrutta affinchè la rendano più forte.
È speciale nel piú particolare dei modi.
All'improvviso sbatte piano le palpebre, rivelando gli occhi azzurri ancora velati di sonno, prima di alzare la testa dalla mia spalla, stringendo leggermente gli occhi.
"Scusa, non volevo addormentarmi" mormora, stropicciandosi gli occhi con quella semplicitá priva di malizia che la contraddistingue facendomi sorridere prima che mi alzi, chinandomi davanti a lei e cominciando a sciogliere il nodo che chiude i suoi pattini sotto il suo sguardo perplesso.
"Che stai facendo?".
"Sto aiutando una ragazza assonnata che ha bisogno di riposare".
"Ma il nostro pranzo..." tenta di protestare mentre le sfilo il pattino, sostituendolo con gli stivaletti con cui è arrivata.
"Adesso ti porto a casa mia così dormi un pochino, e più tardi possiamo andare a prendere un gelato, che ne dici?" Propongo con un sorriso, finendo d'infilare anche il secondo stivale prima di riporre i pattini nella loro custodia nel borsone.
Poppy mi osserva, leggermente pensierosa, con la testa leggermente curvata prima di annuire piano: "ma fa troppo freddo per un gelato, che ne dici di una cioccolata calda? Con i biscotti!".
Come avevo detto: una bambina intrappolata nel corpo di una donna.

Sleepless || Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora