Chapter 19: Sleepless

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[Calum]

Con un leggero saltello oltrepasso il muretto di pietra, lanciando un rapido sguardo al panorama oltre ad esso prima di sorridere piano, girandomi nuovamente verso il muro dove Poppy, leggermente più impacciata di me, sta cercando di scavalcare, ma la sua giaccia di jeans sembra creare attrito contro le pietre, e senza pensarci due volte la afferro per i fianchi, riportandola accanto a me.
"Ce l'avrei fatta da sola" mormoro, leggermente imbronciata, facendomi ridacchiare mentre mi allontano, guidandola poi verso il posto più bello del mondo.
"Ammettilo che avevi bisogno del mio aiuto, dai" la stuzzico, avvicinandomi per punzecchiarle con un dito la guancia, ottenendo uno sguardo che tenta di essere omicida ma risulta essere piuttosto divertito.
"Neanche nei tuoi sogni più selvaggi, mio caro" risponde, e senza aggiungere altro afferra la mia mano, permettendomi di guidarla finchè non raggiungiamo uno dei posti più belli e più suggestivi che abbia mai visto.
Il mare, con il suo sciabordio, sembra raccontare una storia, una favola lontana, le cui origini si perdono nel tempo mentre suona, parla, sbuffa e borbotta lento, dolce come la bassa marea, mentre la spuma candida e dall'apparenza zuccherina si distrugge in mille e mille goccioline leggere ingrangendosi contro la parete rocciosa.
La luna, complice, amica, compagnia di melancolica solitudine, osserva dall'alto la scena, e sembra sorridere a questa fiaba lontana, curiosa ed interessata come una bimba che ascolta la propria mamma narrare di principesse bellissime, principi coraggiosi e draghi sputafiamme.
Un'unica panchina, nascosta dalle piante grasse che crescono sulla parete rocciosa, è testimone solitaria di quello spettacolo, ma solitaria ancora per poco.
Poppy lascia la mia mano, avvicinandosi incuriosita, affacciandosi alla ringhiera, percorrendola con un dito mentre il suo sguardo è lontano, in qualche angolo remoto del pianeta, là dove finisce il mare, in quel posto sperduto e dimenticato da Dio.
Non resisto a quello spettacolo, guardandola così, meravigliata come quella bambina che sogna principesse e mondi incantati, e senza dare nell'occhio le scatto una fotografia, decidendo di conservarla per quando dovró tornare in Inghilterra.
"Qual è la storia di questo posto?" Domanda all'improvviso, girandosi verso di me, la treccia di capelli smossa dal vento, e lentamente mi avvicino, come se un movimento troppo brusco potesse spezzare la magia del momento, sedendomi poi sulla panchina, aspettando che venga vicina a me.
Poppy sembra capire il mio suggerimento senza che parli, e in pochi secondi è accanto a me, le gambe come sempre incrociate, la testa sorretta dalle mani mentre la curiosità infiamma vivida i suoi occhi.
E, proprio come l'altra volta, comincio a raccontare.
"Un giorno io e Michael abbiamo deciso di andare a cercare un altro posto dimenticato, ma non volevamo avventurarci per sobborghi o sentire il caos della città. Perció, abbiamo cominciato ad avvicinarci alla costa, cercando dapprima delle insenature particolari, ed effettivamente... Ma questa è un'altra storia. Comunque sia, dopo un po' abbiamo deciso di tornare sul lungomare, un po' abbattuti, quando ho visto questo posto da lontano, e non capendo cosa fosse ho praticamente corso fino a qui, seguito da Michael che non ha capito finchè non è arrivato quassù. E da allora, questo è per me il posto più bello del mondo".
Le mie parole muoiono nell'aria fresca delle due di notte mentre gli occhi di Poppy, ancora vispi e curiosi, mi osservano come per la prima volta, prima che sollevi la testa, ed avvicinandosi a me la poggia sulla mia spalla, permettendomi di sentire il suo profumo particolare.
"Non capisco, peró" mormora dopo qualche secondo, alzando la testa dalla mia spalla, guardandomi poi con curiosità, aspettando solo che glielo chieda, ed io l'accontento.
"Cosa?".
"Perchè hai deciso di portare proprio me in questi posti così intimi e particolari per te? Non capisco".
Sorrido alle sue parole, avvolgendo poi un braccio attorno alla sua schiena, portandola più vicina a me, facendole nuovamente appoggiare la testa sulla mia spalla, e guardando il mare, ipnotico, bello ed idilliaco come solo in un libro puó essere, le parole lasciano spontanee le mie labbra.
"Perchè sei l'unica in grado di apprezzare queste sfaccettature tutte diverse di me. Ogni posto che hai visto e che ti mostreró mi rappresenta in tutto e per tutto, e credo tu sia l'unica in grado di vederne il perchè".

Sleepless || Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora