[Poppy]
Con gli anni, ho sviluppato un certo amore masochista per il dolore che viene alle gambe quando sono sotto intenso sforzo.
Se fossi poetica, direi che è perchè mi ricorda che sono ancora viva.
Ma non sono una scrittrice, quindi l'amore deriva dalla soddifazione per un allenamento ben svolto.
Ho lavorato bene, ho fatto ció che più mi piace, sono una persona fortunata.
"Distendi la gamba, Poppy! Luke, stringi la presa e indietro con le spalle, rigido!" Ci richiama Irina sopra il volume della musica, e noi, passando immediatamente alla figura successiva, mettiamo in atto i suoi rimproveri.
"Sono morto" mormora Luke, prendendomi poi per farmi volteggiare in aria, una, due, tre volte finchè la lama del pattino non tocca nuovamente la lastra di ghiaccio, facendomi sospirare di sollievo.
"Ed io con te" rispondo, finendo finalmente la coreografia allo stesso tempo della musica, posizionandomi con Luke al centro della pista.
"Bene, bene, ma meglio lo stretching, Poppy, le gambe non erano ben stirate, e Luke, devi lavorare sulle spalle" sospira Irina guardandoci avvicinare alla balaustra, entrambi madidi di sudore nonostante il freddo del palazzetto.
"Non ho avuto tempo oggi, ho fatto una cosa veloce giusto prima di venire qui... Compito di chimica" confesso, raggiungendo la panchina per togliermi i pattini, facendo sorridere l'allenatrice.
"Immaginavo, eri più rigida del solito", e sistemandosi la pelliccia rosa si avvicina a me e a Luke, guardandoci di sottecchi.
"Sentite, vogliamo stupire i giudici con l'ultima esibizione?" Domanda a bruciapelo, richiamando su di sè l'attenzione più di quanto già non faccia vestita di rosa con tanto di rossetto fucsia, ed entrambi annuiamo, quasi contemporaneamente.
Menti affini pensano in modo affine, anche se non so esattamente cosa stesse pensando quando mangiò le mie torte di fango.
È una cicatrice indelebile nel mio orgoglio come cuoca.
"Sono andata a New York, a febbraio di quest'anno, per il concerto di mia nipote Amelia, ve la ricordate, vero?".
Un altro cenno con la testa.
"Una ragazza ha suonato un pezzo da lei composto al violino, si chiama Une Nuit. Lei, Virginie, me lo ha registrato con il suo insegnante e me l'ha mandato la scorsa settimana su mia domanda perchè appena Amelia mi ha parlato di lei mi sono ricordata la sua composizione e ho pensato fosse perfetta per voi. Certo, so che noi ci orientiamo per 'svecchiare' questa arte, ma crede che se ascoltaste quello che ha creato vi convincereste, sul serio" conclude, con una mano già sul lettore cd, e non appena finisce di parlare un attimo di silenzio cala prima che le note dolci di un violino impregnino l'aria, dolci ma non solo, malinconiche, melancoliche, tristi eppure rassegnate.
Semplicemente bellissime.
Si sente che questa ragazza deve aver sofferto per qualcosa o per qualcuno.
"Quando cominciamo?" Domanda Luke, battendomi sul tempo e facendo sorridere Irina che interrompe la musica, girandosi poi per guardarci.
"Direi da domani. È venerdí, facciamo dalle cinque e mezza alle nove?" Propone, allontanandosi con un sorriso quando annuiamo per lasciarci soli a cambiarci.
"Menomale che mia madre ha organizzato la cena in famiglia stasera, avrebbe cominciato a lamentarsi senza tregua se fosse stata domani" sorride leggermente, facendomi scuotere la testa.
"Sai che stasera ci aspetta l'interrogatorio, vero? 'Avete un ragazzo? Una ragazza? Andate bene a scuola? Mangiate le verdure? Andate a letto entro le dieci?'" Ribatto, facendo scoppiare a ridere Luke.
"Nonna Amanda non si lascerá scappare l'occasione per farti il suo discorso sui contraccettivi e su come ai suoi tempi per evitare la gravidanza ci si lavasse con il whiskey" mi prende in giro, solo per farmi rabbrividire terrorizzata.
"Non avevo bisogno di questa visione, grazie molte... E direi che per lei non ha funzionato visto che ha avuto quattro figli".
"Chissà se ci sarà zio Ted... È dallo scorso Natale che è dato per disperso" domanda tra sè e sè, finendo di allacciare la scarpa, quando il suo cellulare squilla e con un rossore che urla 'Zoe' si allontana, lasciandomi da sola a finire di mettere via i pattini.
Ah, l'amour.***
Cosa potrebbe andare storto in una cena di famiglia?
Ecco, credo che potrei scrivere un libro su questa tematica perché se a del buon cibo e a del vino si uniscono venticinque persone imparentate tra loro, allora la ricetta è quella di un disastro.
"Ti prego, togli il tacchino dalle mani di nonna Ruth, sta brandendo quella coscia da mezz'ora" supplico Luke seduto accanto a me, impegnato ad osservare il caos generale con un leggero disgusto mischiato al divertimento.
"Ho seriamente paura mi uccida" mormora in risposta, facendomi alzare gli occhi al cielo, quando il piccolo Stevie, di soli cinque anni, cattura la mia attenzione infilandosi un pastello a cera nell'orecchio.
Notevole la profondità del suo orifizio.
Sto per commentare l'avvenimento con Luke quando il mio cellulare vibra nella tasca, e un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra quando leggo il messaggio ed il mittente.
"Bene, cuginetto. Credo proprio che adesso tu debba vedertela da sola con zia Ruth" sorrido innocentemente, e lasciando un bacio veloce sulla guancia a Luke mi allontano dal caos generale della mia famiglia verso la mia stanza, chiudendo la porta a chiave dietro di me.
"Di sotto state dando una festa?" Domanda la voce divertita di Calum, seduto sul mio letto con il cappuccio ancora sulla testa, ed io mi limito a sorridere prima di avvicinarmi a lui, mettendomi sul suo grembo prima di baciarlo dolcemente, incapace di stargli lontana ancora.
"Diciamo che c'è una riunione di famiglia. Non ti ringrazieró mai abbastanza per avermi salvata, la prozia Wanda stava per tirare fuori le foto dei suoi figli da piccoli, e sarebbe stato uno spettacolo raccapricciante" ridacchio, scuotendo la testa al solo pensiero, quando Calum mi trascina giù con lui, facendomi stendere per metà sul materasso e per metà sul suo corpo.
"Hai sonno, vero?" Domando piano, abbassandogli con delicatezza il cappuccio per rivelare occhiaie viola ed occhi rossi e lucidi per il sonno, facendolo sorridere piano prima che afferri la mia mano, lasciandoci un bacio sopra.
"Possiamo rimandare le avventure notturne a domani sera? Riesco a dormire solo se ci sei tu" sussurra, guardandomi negli occhi, ed io mi limito a sorridere prima di girarmi, abbracciando il suo braccio attorno al mio stomaco, sentendo la mia schiena contro il suo petto, e l'ultimo sussurro prima del silenzio della notte.
"Buonanotte, fiorellino".
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Sleepless || Calum Hood
FanfictionLe migliori conversazioni avvengono sempre nelle notti prive di sonno. "Non avrai sonno domani a scuola?". "Ne sará valsa la pena".