Chapter 16: Sleepless

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[Poppy]

Non ho neanche il tempo di uscire dalla doccia che il mio cellulare, dimenticato sul letto, comincia a squillare, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Scommetto che questo è Luke che vuole raccontarmi il suo appuntamento con Zoe. Lei non mi chiamerebbe mai prima delle dieci e mezza di sera.
Anzi, visto che è sabato, prima delle undici.
"Pops, credo di essermi innamorato" esordisce, facendomi sorridere tra me e me mentre incastro il cellulare tra orecchio e spalla, tamponando con qualche difficoltà i capelli.
"Spero che tu stia parlando di Zoe o potremmo avere qualche problema" rispondo, scherzando a metà, e lui sembra pensarci qualche secondo prima di cominciare ad emettere versi indecifrabili.
"Oh no, no, no! Cioè sí, sto parlando di Zoe, della tua Zoe... Cioè della mia Zoe, quindi della nostra Zoe, ma no, no, della tua Zoe visto che non stiamo ancora insieme!".
Scoppio a ridere a quelle parole, lasciando l'asciugamano bagnato sopra la lavatrice prima di cominciare ad infilarmi la biancheria come meglio posso con un cellulare quasi conficcato in una clavicola.
Mi faranno santa un giorno.
"Calma, Luke, stavo scherzando, e se vuoi che sia la tua Zoe non hai che da chiederglielo. Non dovrei dirtelo, ma non aspetta altro da quando sono cominciate a crescerle le tette" ribatto, facendo emettere un verso di sorpresa a Luke, ed approfitto del suo silenzio momentaneo per infilare un paio di pantaloni della tuta, decidendo di rimandare di qualche minuti l'operazione di mettere una maglia.
"Davvero? Cioè sí, okay, immaginavo un minimo ma... Davvero? Vorrebbe stare con me?".
"Luke, tesoro, mio dolce cuginetto innocente, pattinatore del mio cuore, ma ti sei mai chiesto perchè sia presente a tutti i nostri allenamenti? Certo, in parte lo fa per me, perchè non può infrangere il Sis Code, ma lo fa soprattutto per te e per poi raccontare a me come sei bravo, bello, talentuoso e quanto ti stanno bene i pantaloni da allenamento" spiego, scuotendo la testa tra me e me mentre osservo il mio riflesso allo specchio, cominciando a punzecchiare con l'indice il mio ombelico, fingendo poi che sia un vecchietto arrabbiato e facendolo parlare alla superficie riflettente.
"E, tra l'altro, sei davvero sottile nel dimostrare il tuo interesse nei suoi confronti, sul serio. Chiedi sempre a lei se vuole un passaggio mentre lasci me, tua cugina, sangue del tuo sangue in balìa dell'autobus" aggiungo, sentendo Luke scoppiare a ridere alle mie parole.
"Va bene, va bene. Vorrà dire che domani le chiederò di andare al ballo insieme e di diventare la mia ragazza" risponde, facendomi sorridere.
Se Zoe non morirà domani, non morirà mai più.
"Mi ero quasi dimenticata del ballo" confesso, alzando con un gesto non molto femminile le coppe del reggiseno, alzando gli occhi al cielo quando sento il verso scioccato dall'altra parte della linea.
"Ma come puoi? Ci sono manifesti, volantini e fotografie ovunque! Tra l'altro mancano due settimane, sarà meglio che ti trovi un cavaliere".
"Oppure posso chiedere a Irina di darmi dell'allenamento extra ed evitare del tutto il ballo" propongo, riuscendo quasi a vedere l'espressione accigliata di Luke, quando comincio a sentire i primi brividi, decidendo che la maglia ora è d'obbligo.
E in qualche modo riesco nella titanica impresa, riuscendo anche a godermi del tutto la ramanzina di mio cugino.
"... Ed è l'ultimo anno, non puoi perdertelo! So che vuoi concentrarti sulle regionali, e lo voglio anche io, ma davvero, non perderti il ballo".
All'improvviso senti qualcosa battere contro la mia finestra, e come d'istinto mi giro, notando Calum alla finestra che mi fa cenno di aprirla.
"Ehm... Va bene, va bene, verrò. Ora devo andare... Mia madre ha fatto il minestrone. Ciao Luke, ciao", e senza attendere una sua risposta getto il cellulare sul letto, aprendo velocemente la mia finestra ed osservando Calum entrare con un leggero saltello.
"Mai sentito parlare delle porte? Sono un'invenzione straordinaria, sai?" Domando con un sorriso, facendo sorridere anche il ragazzo, ma il suo è un sorriso diverso da quello di prima, più spento, più... Grigio.
"Lo so, ma ho preferito farti una sorpresa" risponde, sedendosi poi sul suo letto, osservando quasi dubbioso i cuscini, quando mi sorge una domanda, notando la sua reazione particolare.
"Hai sonno?".
Calum tenta in qualche modo di dissimulare, ma il suo viso parla per lui, e probabilmente anche il mio sguardo gli chiede di non mentire.
"Moltissimo" risponde sinceramente, e sorrido tra me e me prima di fargli cenno di liberarsi di scarpe e giacca e stendersi accanto a me.
"Sai, credo proprio che non siamo destinati ad avere un pranzo o una cena fuori come due persone normali" ridacchio, stringendomi leggermente a lui, e Calum si limita a sorride piano, avvolgendo un braccio attorno alla mia vita.
"A quanto pare no. Siamo due persone strane, Poppy".
"Sarà, ma mi piace la nostra stranezza".
E dopo quelle parole un silenzio confortabile cala tra di noi mentre rimaniamo svegli ad osservare il soffitto, vicini, con l'unico rumore dei nostri pensieri, prima di crollare addormentati un'ora dopo circa, Calum come sempre dopo di me.

Sleepless || Calum Hood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora