Aggiornamento straordinario per la raggiunta dei 4000 followers.
Grazie a tutti, biscottini.❤[Poppy]
Non appena riapro gli occhi, sentendo le palpebre incredibilmente pesanti e la testa leggera come se mi trovassi sott'acqua, le luci al neon mi spingono a stringere nuovamente gli occhi per poi riaprirli, sbattendoli più volte dolcemente, cercando di riprendere pieno dominio della vista.
Piano piano riesco a vedere le luci bianche sopra di me, un soffitto azzurrino pallido, e lasciando scorrere lo sguardo noto una figura addormentata accanto a me, la testa poggiata sul letto su cui sono distesa e le braccia incrociate al di sotto.
Calum.
Sospiro piano, ricordando cosa è successo al palazzetto, quando sento nuovamente la morsa di poche ore prima stringermi lo stomaco.
Le sue parole fanno ancora un male cane, e neanche il dolore lancinante provato stesa sul ghiaccio è stato abbastanza per farmelo dimenticare.
Istintivamente abbasso lo sguardo sulla mia gamba, notando una spessa fasciatura ricoprire la caviglia, e lentamente provo a muoverla, riuscendoci soltanto con una smorfia di dolore.
Porca miseria.
E ora come farò?
Le regionali sono alle porte, appena ventiquattro giorni, ed io sono in ospedale con una caviglia fasciata che non riesco neanche a muovere.
Non solo io rischio di uscire danneggiata, ma anche Luke, ed entrambi abbiamo bisogno dele nazionali per farci notare dalle migliori università sportive del mondo.
Lui sogna Mosca, Berlino, Londra, New York, e per colpa mia e della mia pateticità rischia di dover dire addio a tutto questo.
Non ci ho pensato.
Non ho pensato a Luke o al futuro, egoista come sono, ma solo al mio dolore.
E ho messo un cuore spezzato davanti al mio futuro.
"Sei sveglia".
La voce di Calum blocca i miei pensieri, raggelandoli, ed istintivamente i miei occhi si spostano su di lui, attirati come sempre da Calum.
È impossibile per me non accorgermi subito della sua presenza o della sua assenza, cosí come è impossibile per me stargli lontana.
È diventato nel giro di poco tempo in bisogno quasi viscerale, quasi istintivo, involontario.
Come se fosse parte di me.
Ed è proprio per questo che quelle parole pronunciate da lui forse a cuor leggero fanno un male che non avrei mai pensato di provare.
"E tu sei riuscito a dormire" mormoro, sentendo la voce roca che mi raschia la gola, facendomi quasi sentire il sapore ferroso del sangue.
Senza pensarci due volte Calum si alza, prendendo una bottiglietta d'acqua dal tavolino accanto a me prima di passarmela.
"Lo sai che con te, anche solo per poco, riesco sempre a dormire" risponde, abbozzando un sorriso tornando seduto accanto a me, guardando poi con tristezza la mia gamba.
"Non riesco a muoverla" confesso prima ancora di metabolizzare le parole, attirando nuovamente su di me lo sguardo di Calum che sospira, scuotendo piano la testa.
"Lo so. Non appena ho detto al dottore che eri una pattinatrice agonistica, ha cominciato a fare degli accertamenti specifici, e per farli ha dovuto sedarti e somministrarti dei medicinali potenti, quindi è normale che tu sia intorpidita, e il dolore è normale per i primi tre giorni, a sua detta" spiega, prendendomi poi la mano, cominciando ad accarezzarla piano, soffermando il suo tocco sull'anulare dove ho l'anello.
Annuisco piano, guardandolo negli occhi prima di far scivolare fuori dalla sua presa la mia mano, e questo gesto sembra colpirlo, motivo per cui guarda la porta della stanza prima di rivolgersi nuovamente verso di me.
"Calum, non serve...".
"Lasciami parlare, okay? Lasciami parlare, e poi, se vorrai, potrai mandarmi a quel paese. Io sparirò dalla tua vita, lo giuro".
Lo osservo stupita da quelle parole, guardando la sincerità brillare nei suoi occhi, e lentamente annuisco, seppur titubante.
Per favore, non farmi più male.
Calum sospira, prendendo poi nuovamente la mia mano, intrecciando le mie dita alle sue, e come ogni volta mi stupisco del modo quasi naturale in cui s'incastrano.
Magia.
"Mali è sempre stata la sorellona di casa. Ha sempre protetto da tutto e da tutti prima me e poi Zoe, ma insieme a Zoe ha cominciato ad essere molto protettiva anche nei tuoi confronti. Ti vede, e forse ti vedrà per sempre come una sorellina minore, da proteggere da qualsiasi male, parte della famiglia. E la famiglia la proteggi con le unghie e con i denti. Mali ha anche la particolare abilità di capire le cose con una sola occhiata, e fin dalla notte in cui abbiamo fatto i muffin ha capito qualcosa di me che neanche io sapevo. Mi ha detto di fare attenzione con te, perchè sei più piccola di me e perchè la situazione è delicata, ed all'inizio proprio non capivo le sue preoccupazioni. Poi, però, ho iniziato a provare qualcosa di più, qualcosa che provavo anche prima ma che forse non volevo ammettere, testardo come sono. Piano piano, continuando a frequentarti, ho capito che non mi bastavi. Non mi bastava passare le notti con te, avevo bisogno di stare con te sempre, sentirti parlare del più e del meno, della matematica che ti stressa o delle gare che ti hanno lasciato un segno nel cuore. Avevo bisogno di te. Ho bisogno di te nella mia vita, ma non come sorella, come amica. Non mi basterebbe, ho provato ad accontentarmi, ma non mi basteresti mai. Non sei una persona che può essere vissuta a metà, vai presa tutto o niente, sempre o mai, ed io voglio averti sempre. Oggi Mali ha capito che era successo qualcosa tra noi. Non ho avuto bisogno di dirle del bacio, avevo un sorriso talmente idiota che ha capito da sola, e stavo solo pensando a dove portarti stanotte -e, francamente, l'ospedale era l'ultimo posto in cui avrei voluto passare la notte-. Non capisce. Ho provato a spiegarle più volte che non deve proteggerti, che non ti farò del male, ma è fatta cosí, ama e protegge con tutta se stessa. Per quello ho detto quelle parole, e Dio solo sa quanto mi abbiano fatto male, quanto mi abbia fatto male anche solo pensarle. Perchè io ti voglio, Poppy. Nella mia vita, nella mia testa, nel mio cuore. Perchè forse, in un tempo quasi ridicolo, sono arrivato ad innamorarmi di te. E forse non ti dirò quelle due paroline che ti aspetti, forse le diró tra due settimane, due mesi, due anni, ma ho bisogno di te. Ti voglio nella mia vita, per baciare via le tue delusioni e per sdraiarmi accanto a te con la certezza che mi addormenterò solo per ricontrarti nei miei sogni. Voglio te, Poppy. Nel bene e nel male, pronto a supportarti nelle tue gare come so che faresti tu alle mie partite. Perchè non ho intenzione di restare a guardare mentre la mia stupidità ti permette di scivolarmi via dalle dita".
E a quelle parole, non posso frenare le lacrime di gioia che rigano il mio volto.
Rimango in silenzio, con le guance umide ed un sorriso cosí deficiente sulle labbra che probabilmente mi rende simile ad un clown, ma non mi interessa perchè Calum ha appena detto le parole giuste, e senza pensarci due volte lo attraggo a me per la maglietta, posando le mie labbra sulle sue.
"Non scivolo da nessuna parte. Mi sa che, anche se zoppicante e dolorante, dovrai sopportarmi ancora per un bel po'".
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Sleepless || Calum Hood
FanfictionLe migliori conversazioni avvengono sempre nelle notti prive di sonno. "Non avrai sonno domani a scuola?". "Ne sará valsa la pena".