Cap.20 ~ "Paris Is Always A Good Idea"

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Erano le tre di notte ed eravamo appena arrivati a Parigi.
L'aria era molto fresca ed io ero partita soltanto con una maglietta a mezze maniche e un pantalone lungo sottile cosicche' Jimin, come al solito, si tolse la felpa e restando in canotta la mise sulle mie spalle.
"Amore, sei sempre cosi' dolce..sei sicuro di non aver freddo cosi'?"
Si avvicino' abbracciandomi da dietro "non preoccuparti, voglio che almeno tu non prenda freddo."
Mi diede un bacio sulla guancia e si stacco' piano da me, prese i nostri bagagli e andammo al Mandarin Oriental Hotel.

Arrivammo a destinazione e posammo le nostre cose presso la stanza 114 e decidemmo di farci un bagno caldo.
"Mi lavo prima io!"dissi correndo verso il bagno; Jimin mi raggiunse "potremmo lavarci insieme, che ne dici?"

Aprimmo la porta del bagno e notammo quanto fosse spazioso.
Aveva uno stile orientale perfetto come tutto il resto dell'hotel, ricordava quasi gli hotel in Corea!

Era interamente bianco con soltanto una parete fatta di mattoncini grigi e neri, i mobili erano di un marroncino chiaro che sfumavano nel bianco crema.
Era molto carino.

A quel punto Jimin indico' la vasca "la vedi? E' abbastanza grande per starci entrambi, che ne dici?"
Arrossi', non avevo mai fatto il bagno con nessuno prima d'ora,neppure con lui "bhe'..c'e' sempre una prima volta, no?"pensai.
Jimin inizio' a riempire la vasca e dopodiche' si tolse la canotta e inizio' a togliersi la cintura dal pantalone.
"Cosa ci fai ancora vestita? Vuoi che ci pensa io?"
Continuai ad arrossire, rimasi immobile senza sapere cosa fare "mi ha vista tipo mille volte nuda, che sara' mai se facciamo mille e uno?"
Mi schiari' la voce facendo un colpo di tosse "no,no, ce la faccio benissimo da sola."
Jimin sembrava non aver udito per niente quella frase e si avvicino' verso di me iniziando a sbottonarmi i pantaloni.
"Potevo spogliarmi anche da sola."
Mi stampo' un bacio sulle labbra e subito dopo resto' a fissarmi gli occhi "ma io che ci sono a fare?"
Dopo qualche secondo decidemmo di spogliarci e di entrare nella vasca.
Jimin si appoggio' con la testa verso il muro ed io mi sedetti di fronte a lui che dopo un po' mi avvicino' a se' iniziando a bagnarmi i capelli.
"Chiudi gli occhi, ora prendo lo shampoo, non vorrei che ti entrasse negli occhi."
Chiusi gli occhi proprio come aveva detto Jimin e mi lasciai lavare i capelli e tutto il resto del corpo da lui.
Subito dopo feci lo stesso con lui.
"Quanto adoro i tuoi capelli morbidi!"dissi massaggiandoli con lo shampoo.
"Lo sai, sono contento di star da solo con te questi giorni.
Si che stiamo insieme ogni giorno ma sarebbe bello vivere da soli, non trovi?
Questa e' una prova di convivenza."
Gli sorrisi"se mi chiede di andare a convivere saro' la ragazza piu' felice dell'universo, piu' di quanto non lo sia gia'!"
A quel punto Jimin mi tiro' ancor piu' verso se' facendomi appoggiare con la testa sulla spalla.
"Ti piacerebbe andare a convivere insieme dopo questa vacanza? Ovviamente in Corea, cosi' saremo vicini anche ai ragazzi."
Lo abbracciai forte, era proprio cio' che volevo sentirmi dire in quel momento da lui.
Alzai un po' lo sguardo verso di lui, gli stampai un fortissimo bacio sulla guancia e poi iniziai a sorridere "certo che mi piacerebbe! Tantissimo!"

Ci abbracciammo restando cosi' ancora per un po' fino a che non decidemmo di alzarci e di asciugarci.

"Ti va di vestirci per poi uscire anche se sono ormai le quattro di notte? Vorrei vedere la Torre Eiffel illuminata."
Accettai per poi andare verso la valigia per scegliere cosa indossare ma come sempre era Jimin che sceglieva per me.
"Ti vesto io, ora scelgo cosa metterti."
A quel punto mi si sdraiai sul letto coperta soltanto da biancheria intima, aspettando di essere vestita.
Jimin voleva aprire la valigia ma resto' talmente incantato che resto' a fissarmi stupito per un po', scrutando ogni mio dettaglio; lascio' perdere la valigia e si avvicino' pian piano a me continuando a fissarmi.
Era rimasto in boxer, non aveva null'altro addosso e guardandomi inizio' ad avere la pelle d'oca, il cuore gli batteva a mille, non poteva vedermi cosi', avrebbe voluto farmi sua ancora una volta e cosi' fu!
"Al diavolo i vestiti, sei bellissima anche senza!"

Si appoggio' sopra di me iniziando a baciarmi ogni parte del corpo fino a finire come al solito..a fare l'amore.

Passo' un'altra ora e noi eravamo ancora nel letto a coccolarci.
Ormai erano le cinque del mattino e non avevamo dormito neppure un istante.
Il sole non era ancora sorto e quindi le luci sarebbero state accese per un'altra oretta e quindi decidemmo di alzarci e di vestirci.
"Ti mettero' un pantalone nero, le vans grigie e una maglia blu e bianca a righe, dopodiche' indossero' la stessa cosa."

Ci vestimmo praticamente uguali.
Jimin adorava vestirsi uguale a me.

A quel punto sali' sulle sue spalle e decidemmo di uscire dall'hotel per visitare il posto intorno a noi.

Il cielo era di un blu scuro intenso che man mano sfumava nel cobalto per simboleggiare l'arrivo dell'alba ma nonostante cio' le luci della citta' erano ancora accese e Parigi illuminata era stupenda, soprattutto la Torre Eiffel.

Eravamo sul Ponte Alessandro III ad ammirare tutto cio' e a quel punto Jimin tiro' fuori dalla sua tasca destra un catenaccio non molto grande e un pennarello indelebile.
Lo guardai incuriosita "che cosa vuoi fare?"
Lo aggancio' per bene su uno dei lampioni e inizio' a scrivergli su "2015.09.08 ~ Jimin&Emily ~ "
Guardai tutto cio' con stupore, cosi' tanto che mi scese una lacrima.
Poteva essere una cosa banale, un semplice catenaccio ma per me simboleggiava qualcosa di piu', simboleggiava la forza del nostro amore che non si sarebbe mai spezzato.
Jimin noto' che il mio viso emanava luce, avevo un sorriso meraviglioso che non aveva fine, ne ero rimasta contentissima e lui ne era fiero "allora, come sta iniziando questa vacanza?"
Mi girai verso lui per poi guardarlo negli occhi nel modo piu' dolce che potevo.
Ero felice, e il mio cuore era altrettanto felice, batteva all'impazzata, batteva di gioia.
Conoscevo ormai Jimin da tempo, piu' di me stessa ma non smetteva mai di stupirmi.
A quel punto lo abbracciai e gli restai tra le braccia fino a che non si schiari' il cielo.

一 Il suo sorriso, le luci di Seoul. 一 ParkJimin ➴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora