Capitolo 1

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ANDREA

Sai quando incontri una persona e già  sai che difficilmente uscirà dalla tua vita?

Era la mattina del 12 settembre, primo giorno di scuola e come di abitudine, ero già in assoluto ritardo.
Guardai l'orologio e mi alzai velocemente dal letto, mi fiondai in bagno e mi lavai alla velocità della luce.
Aprii l'armadio e non seppi davvero in cosa indossare. Tra i mille dubbi, alla fine,  optai per un semplice jeans strappato, una maglia bianca molto semplice e le mie scarpe preferite: vans rosse.

Quando finii di vestirmi corsi di nuovo in bagno e mi fissai i capelli.
Cosa potevo fargli?
Meglio una coda di cavallo?
Una treccia?
O lasciarli semplicemente sciolti?

Ho sempre amato i miei capelli. Amavo tenerli sciolti, amavo inventare nuove pettinature, amavo curarli in ogni modo ma, ora, non avevo proprio tempo, quindi una spazzolata, due goccine di olio per capelli e via.
Presi di corsa lo zaino, il portafoglio, gli occhiali da sole e corsi in garage per prendere il motorino.

Arrivai giusto in tempo per il suono della campanella.
Parcheggiai il motorino e, per fortuna, c'era Carlotta che mi aspettava proprio vicino all'ingresso della scuola.
Carlotta, la mia amica d'infanzia, ci conosciamo da quando eravamo in fascia e nonostante tutto, nonostante i mille problemi, nonostante i vari disagi, siamo sempre rimaste unite.

"Andrea, sei sempre la solita ritardataria. Forza muoviamoci altrimenti non troveremo posto" mi disse molto velocemente senza prendere fiato.

"Si scusami Carlotta, forza andiamo"

Sotto braccio ci dirigemmo nella nostra aula.
Entrammo e restammo sconvolte.
Il professore era già nella sua postazione ed ogni componente della classe aveva preso il posto che più gli garbava.
Erano rimasti solo due banchi lontani fra loro.

"Ehi Andrea, dove preferisci metterti?"

"Carly è uguale"

Con l'imbarazzo in viso e il cuore che da lì a poco mi sarebbe uscito dal petto, mi diressi verso il mio banco.

Tutti erano abbastanza ansiosi, lo si poteva vedere dai loro occhi sgranati e lo si poteva sentire dal loro respiro.

"Salve, ora che ci siete tutti mi presento... Io sono il professor Dempsey, il vostro nuovo insegnante di matematica"

Il professore sembrava molto a suo agio e questo mi metteva tranquillità, mi faceva sentire bene.

Durante la lezione sono stata molto concentrata al punto che niente e nessuno sarebbe stato in grado di rubare la mia attenzione.
Al suono della campanella mi alzai rapidamente per raggiungere Carlotta ma il ragazzo che era seduto vicino a me, mi fermó.

Sono stata davvero così cieca da non averlo visto?
Sicuramente penserà che sono una  maleducata.

"Ehi come ti chiami?" Mi chiese gentilmente.

"Andrea. E tu? Non ti ho mai visto qui a scuola."

"Io sono Serkan, sono nuovo in città." Rispose abbastanza spigliato.

"Piacere Serkan."

"Piacere mio, Andrea"

Rimasi un po' stranita.
Nessuno mi aveva mai fermata per chiedere qualcosa su di me.
Sono sempre stata la ragazza invisibile agli occhi di tutti, che non fa altro che studiare, quella che meno parla e meglio sta, quella che se riesce a scappare da una conversazione lo fa più che volentieri.
Sono sempre stata molto timida ma quando Serkan mi ha fermata ho sentito qualcosa.

Sai quando il cuore ti batte forte e le farfalle nello stomaco impazziscono?
Mi sentivo proprio così ma non volevo pensarci, volevo ignorare tutto, l'unica cosa su cui dovevo concentrami era il college.

Ma come potevo non pensarci?
Come potevo ignorare quel contatto?

Quando mi ripresi dall'accaduto mi fiondai in corridoio e mi scontrai con Carlotta.

"Andrea ma dov'eri finita?" Mi chiese preoccupata

"Avevo dimenticato un libro sotto il banco, scusami"

Poggiammo i libri e i quaderni di matematica nell'armadietto e andammo di corsa alla lezione successiva: arte.
Ho sempre amato disegnare, capire cosa ci possa essere dietro ad un colore, ad un viso, ad un gesto.
Quando viaggiavamo, obbligavo la mia famiglia ad accompagnarmi ai musei più famosi del paese. Era un mondo che assolutamente volevo comprendere, volevo capire fino in fondo ogni minimo particolare.

Appena entrammo in aula notammo che eravamo arrivate un poco prima dell'inizio della lezione e che in classe era presente solo una persona.
Io e Carlotta ci dirigemmo verso i nostri banchi e questa volta per fortuna capitammo vicine.

La lezione era stata davvero molto interessante, non mi distrassi un secondo, non volevo ascoltare nessuno se non la professoressa.
Si, lo ammetto, sono molto brava a scuola ma semplicemente perché ci tengo ad entrare al college con ottimi voti.
Ho bisogno di cambiare aria, questo paesino purtroppo non ha più nulla da offrirmi dopo il liceo.

Suonó la campanella che mise fine alla lezione di Arte, mi alzai, presi tutti i miei libri e vidi che Carlotta era già fuori dall'aula e che stava parlando con un ragazzo.
Mi avvicinai incuriosita e appena mi volta lo vidi: era lui, Serkan.
Ero a pochi passi di distanza e riuscii a vedere che si scambiavano il numero di telefono e che sorridevano molto insieme.

"Bene Carlotta, allora scrivimi tu oggi pomeriggio"
Queste furono le ultime parole che sentii uscire dalla sua bocca. Dalla bocca del ragazzo sconosciuto.

Cosa?
Scrivimi?
Ma come sarà mai possibile?

"Si sì Serkan, certamente" rispose lei con disinvoltura.

Carlotta si voltó verso di me con uno sguardo che non me la raccontava giusta. Dovevo assolutamente capire cos'era tutta questa storia.

"Ehi Carlo chi era quello?" Chiesi senza pretese.

"È il nuovo ragazzo, si è trasferito qui dalla Florida. Oggi era il suo primo giorno di scuola e mi sono offerta di fargli un piccolo tour in città"

Carlotta era così. Amava aiutare le persone in difficoltà, amava stare al fianco di chi aveva bisogno e in cambio non voleva nulla se non una piccola dose di sincerità.

"Ah... E starete da soli?" Domandai un pochino incredula.

"Sì certo, lui non conosce nessuno. Ma perché tutte queste domande Andrea?"

"No niente, semplice curiosità"

Forzai un sorriso e ci dirigemmo verso l'ultima lezione del giorno.
Presi automaticamente i libri dall'armadietto ma non ero in me, stavo ancora pensando a quello che era successo poco fa.

Carlotta e Serkan?
Insieme?

Questo pensiero duró per tutta la lezione di letteratura e me ne accorsi solo quando suonó la campanella che segnó la fine della lezione.

"Andrea, ti ho vista molto distratta. Come mai?" Mi chiese Carlotta.

"Niente, tranquilla. Solo un po' di pensieri ma nulla di importante."

"Sappi che io sono qui, per qualunque cosa tu abbia bisogno"

Le sorrisi.
A volte le parole, tra noi, erano di troppo. Con uno sguardo ci capivano più di quando parlavamo.

"Dai forza andiamo, per oggi abbiamo finito"

Mi diressi verso il parcheggio, mi misi il casco e andai verso casa.
Questa lunga giornata scolastica era appena finita, ora mi restavano solo altri 292 giorni di scuola.

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora