Capitolo 42

109 9 12
                                    

ANDREA

Dopo ciò che era accaduto con Serkan, rimasi alcuni giorni in ospedale per ulteriori accertamenti sulla mia condizione fisica.
Passarono altri quindici giorni, i medici mi avevano espressamente detto che non sarebbe stato facile, che i tempi sarebbero stati lunghi e che dovevo essere molto paziente.
Stava diventando un incubo vivere nella stessa stanza, vedere le stesse persone ogni giorno, sentire le stesse voci e vedere intorno a me lo stesso "paesaggio" ormai da approssimativamente un mese.
L'unica mia certezza e l'unica persona che mi faceva pesare molto meno tutta questa situazione era Serkan.
In quei giorni, lui, mi era stato molto vicino, era sempre al mio fianco e ogni giorno mi raccontava qualche piccolo aneddoto della nostra storia.
I ricordi, ogni volta che si sedeva al mio fianco per raccontami qualcosa, tornavano puntualmente nella mia memoria ma non volevo dirgli nulla, volevo che continuasse a raccontare il nostro amore così come lo aveva vissuto lui in prima persona.

Era bello ascoltare tutte le sue emozioni, era bello riscontrare le stesse sensazioni e sentimenti che avevo provato io.
Mi raccontava spesso del nostro primo incontro, me lo ricordavo benissimo, ogni particolare era inciso nella mia mente ma volevo tenere questo segreto per me.

Arrivò il giorno in cui dovetti abbandonare definitivamente quella stanza che, volendo o non volendo, conoscevo a memoria, mi preparai, mi lavai, mi truccai dopo esattamente 22 giorni e in quel momento mi sentivo una vera donna.
Prima di abbandonare del tutto l'ospedale, i dottori mi accompagnarono in ufficio per darmi le ultime raccomandazioni.
Ero tranquilla, sapevo cosa dovevo fare una volta tornata a casa, già mi avevano detto più o meno cosa potevo o non potevo fare.

Entrai nell'ufficio del dottor J.Avery e mi sedetti, insieme a mamma, sulle poltroncine poste proprio davanti alla sua scrivania.
Ero pronta a sentire la solita tiritera, volevo che andasse spedito, volevo andare via, volevo tornare a casa e volevo Serkan.
Nascosi tutti quei pensieri dietro ad un finto sorriso e ad uno sguardo accondiscendente.

Notavo nel viso del dottor Avery, per la prima volta, un pizzico di preoccupazione, non mi sembrava un'espressione da qualcuno che doveva farmi delle semplici raccomandazioni.
Stavo iniziando a preoccuparmi, stavo iniziando a pensare ogni cosa, dalla più stupida alla più grave.
Non sapevo più cosa pensare, ero impaziente e continuavo a fissarlo, aspettando una risposta.
Guardavo mamma, ed anche lei aveva la mia stessa espressione interrogativa e con la preoccupazione tatuata in volto.

"Andrea, sono passati molti giorni, sei stata molto forte e quando torni a casa dovrai esserlo molto di più. Dopo questo incidente la tua vita è cambiata, sta cambiando e cambierà in futuro. Ci sono cose che ti fanno crescere prima del dovuto, prima delle tempistiche che vengono considerata *adeguate*. Ora stai per tornare a casa, con le tue cose, la tua camera, i tuoi affetti, la tua famiglia, il tuo ragazzo, i tuoi amici e..."

Si fermò.
Il suo sguardo da me, si spostò su mia madre, poi sul computer, poi sui fogli delle dimissioni e sotto a quei fogli c'erano delle foto.
Il suo sguardo ricadde nuovamente su di me, portando sotto ai miei occhi quelle foto.

"E... tuo figlio" disse.

Non potevo crederci.
Non era vero.
Questo era solo un sogno.
Avevo solo 18 anni.
Dovevo ancora crescere io, come potevo crescere una creatura?

I miei occhi, al guardare quelle foto, si inumidirono. Nonostante tutto, il pensiero di avere un "pesciolino" al mio interno era comunque emozionante.
Emozioni contrastanti che non sapevo come gestire.

Alzai lo sguardo e lo rivolsi a mia madre.
Non mi sarei mai aspettata la reazione che ha avuto, appena i nostri sguardi si incrociarono, mi abbracciò.
Al suo tocco scoppiai in un pianto disperato. Non sarei riuscita a contenere le mie emozioni per altro tempo.
Avevo bisogno di lei, avevo bisogno di mia madre per qualunque cosa, lei era la mia roccia, la mia forza, la mia mente, il mio pensiero, il mio consiglio. Lei era il mio tutto.

"Non devi preoccuparti, qualunque scelta farai, io sono tua madre e ti sosterrò sempre"

Sapevo che era una bella botta per mia madre, sapevo che quello che avrebbe voluto dirmi davvero era diverso, ma una madre, per un figlio farebbe di tutto anche appoggiarlo in qualcosa che già in partenza è considerata "sbagliata".

Il dottor Avery ci interruppe con un po' di timore palese sul suo viso.

"Questa era la notizia che dovevo darvi, abbiamo preferito aspettare che ti riprendessi totalmente per poi farti abituare all'idea che un bambino vive già dentro di te. Qui c'è il foglio delle dimissioni, qui ci sono le foto del bambino e per qualsiasi cosa, noi siamo qui."

Era strano sentire queste parole, vedere quelle foto ma con la forza che mi contraddistingueva, presi tutto, ringraziai il dottor Avery e mi diressi verso la porta.

Ora il mio pensiero si concentrava solo su una persona: Serkan.

SPAZIO AUTRICE:

Vi lascio qui la foto del dottor Jackson Avery, interpretato da Jesse Williams, spero vi piaccia tanto quanto piace a me. ❤️

Non ho mai amato scrivere un mio pensiero a fine capitolo, non so per quale strano motivo ma oggi mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per la pazienza che avete avuto in questo lungo mese senza aggiornamento

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non ho mai amato scrivere un mio pensiero a fine capitolo, non so per quale strano motivo ma oggi mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per la pazienza che avete avuto in questo lungo mese senza aggiornamento. Vi ringrazio perché siete sempre pronti a leggere, sempre pronti a commentare, anche privatamente la mia storia, e a darmi molti consigli e critiche costruttive. Grazie mille a tutti, davvero.
Un grazie speciale va a DaphneAli . Grazie per esserci sempre stata, dai primi capitoli, dai primi giorni, dai miei primi errori, dalle mie prime idee ed esperienze. Grazie di tutto.

VI VOGLIO BENE ❤️👑

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora