Capitolo 21

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ANDREA

Era stato tutto perfetto, dal messaggio, al bacio finale.

Ero felice di aver fatto qualcosa per una persona importante, ero felice di essere riuscita a farlo sorridere, meravigliare, stupire ed emozionare.

Far felice lui significava far felice me.

Appena le nostra labbra si separarono, lo guardai.
Lo guardai profondamente, volevo capire solo dal suo sguardo tutto quello che stava provando.
Non volevo altro, non volevo parole, gesti, non volevo nulla, tutto questo era dedicato solo ed esclusivamente a lui.

"Ma sei pazza?" Mi chiese senza pensarci troppo.

"Si son davvero pazza, pazza d'amore, pazza di te" gli risposi.

"Andrea, ho sofferto molto.
Ho sofferto molto quando sono andato via e tu eri in lacrime, ho sofferto molto quando i miei pensieri erano rivolti solo a te, ho sofferto molto quando iniziavo a pensare ad una vita senza di te. Non riuscivo a capire cosa mi stesse accadendo, stavo cadendo in un baratro e non sapevo davvero come tornare in superficie.
Pensavo di essere..."

Lo interruppi.

"Amore mio, so quanto posso averti fatto soffrire, so che sono una pessima ragazza, so che non dimostro affetto, so che sono fredda, acida e a tratti antipatica ma io ti amo. Amo ogni piccola parte di te, amo quando mi guardi con quegli occhi grandi, amo quando mi sorridi e  ti sbucano le fossette, amo quando corrughi la fronte, amo quando ti aggiusti i capelli, amo quando mi abbracci, quando le tue dita sono incrociate con le mie e quando le tue mani grandi mi spostano i capelli dietro l'orecchio.
Amo persino quando ti arrabbi, quando non mi parli, quando cerchi di farmi ingelosire.
Amo davvero tutto di te, ma soprattutto amo il fatto di amarti."

Non potevo credere a tutto quello che stavo dicendo, non potevo credere di essere cambiata così tanto per lui, per noi e per il nostro pazzo amore.

"Quindi ora sarei l'amore tuo?"

Sinceramente non capivo il tono della sua domanda.

"Solo se tu lo vorrai" gli risposi attendendo ancora una sua risposta.

D'altronde avevo fatto tutto ciò per farmi perdonare ed una risposta non era ancora arrivata.

"Andrea, ho bisogno di stare un po' da solo. Ho bisogno di pensare se questa potrà mai essere una sana storia d'amore. Non voglio soffrire né tantomeno far soffrire te.
Prendiamoci il nostro tempo per pensare e solo così potremmo ricominciare tutto."

Non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo.
E il bacio?
Cosa stava a significare il bacio davanti al "ti amo"?
Cosa significava tutto questo?

Non poteva essere vero.

"Serkan, mi stai prendendo in giro?
Stai davvero ripensando all'amore che provi per me?" Gli chiesi con le lacrime agli occhi.

"Andrea, ho bisogno di tempo."

Si poteva prendere tutto il tempo che voleva, in questo preciso momento non volevo più starlo a sentire, non volevo più guardarlo né tantomeno averlo al mio fianco.
Volevo tornare a casa.
Volevi togliermi questo stupido abito lungo, volevo togliermi questo schifo dalla faccia ed andare a dormire.

Mi tolsi le scarpe ed iniziai a correre verso casa in lacrime.
Ero arrivata al punto di non sapere più dove stessi andando.

"Com'è andata?" Mi chiese Carlotta tramite messaggio.

"Domani ti racconto"

Chiusi il discorso in questo modo.
Non potevo, non volevo e non riuscivo a ripensare a tutta quell'emozione che percorreva i nostri corpi durante la sorpresa e poi com' è stato rovinato tutto per il suo essere orgoglioso e permaloso.

Arrivai a casa, ero stanca.
Era stata una giornata intensa e sfiancante.
Andai a farmi una doccia, mi asciugai i capelli, mi misi il pigiama e appena mi posai a letto mi addormentai.

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora