Capitolo 35

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ANDREA

Davvero non riuscivo a credere.
Non riuscivo a credere che aveva organizzato tutto questo per me, quei fiori, quella collana, tutto questo solo per me.
Era l'uomo perfetto, sotto tutti gli aspetti.

Quella era stata una delle mattine più belle che avessi mai vissuto ma si doveva tornare nella realtà e, in quel momento, la nostra realtà era la scuola.

Non riuscivo a smettere di abbracciarlo, baciarlo, guardarlo e amarlo. Era tutto così semplice.

Eravamo pronti dopo circa un'ora, anche se, fondamentalmente, una donna non era mai veramente pronta. Mancava sempre qualcosa.

Entrammo in macchina e partimmo.

Appena arrivati, scendemmo dall'auto mano nella mano. Non amavo le smancerie in pubblico ma con lui era inevitabile. Amavo stargli accanto, respirare il suo profumo, sprofondare nei suoi occhi, tenergli la mano e sentire protezione.
Nessuno sembrava interessato a noi.
Era tutto così strano.
Io mi sentivo strana, come se mi mancasse qualcosa, come se io non fossi lì in quel momento.
Probabilmente era solo una strana sensazione.

Arrivammo davanti al portone e notammo qualcosa di strano.
Ci fermammo all'improvviso entrambi, ci guardammo e con un semplice sguardo gli trasmisi tutta la mia incomprensione e paura.

Cosa stava succedendo?
Chi aveva fatto questo?
Perché stava succedendo proprio a me?
Cosa avevo fatto di male per meritarmi questo?
Solo una mente malefica poteva averlo fatto.

Rimasi lì impalata, con tante domande che mi ronzavano per la testa.

Riguardai Serkan ed immediatamente gli lasciai la mano.
Non volevo averlo accanto; del modo in cui avrei reagito non ne ero consapevole neanche io.

Tutta la scuola era tappezzata da fogli, fogli con sopra delle foto stampate.

Riconoscevo quella pettinatura.
Era lui. Serkan.
Mi avvicinai agli armadietti per vedere meglio le foto.
Si, era proprio lui.
Lui, che era avvinghiato ad una ragazza, in modo tutt'altro che amichevole, non una ragazza qualunque ma bensì con Tessa.

Era una foto recente?
Erano stati insieme a mia insaputa dopo la litigata?
Si era consolato con lei?
Cosa avevano fatto insieme?
Perché erano così intimi?

Non riuscivo più a pensare se non a loro due, insieme, quando io nel frattempo pensavo a lui.
Non riuscivo a crederci.

Andavo sempre più avanti e le foto aumentavano, aumentavano le strette, i baci, foto di messaggi che lasciavano poca immaginazione, l'affetto, l'amore.

Continuavo a guardare le foto incredula. Non avevo ancora avuto il coraggio di guardare negli occhi Serkan.

Non riuscivo più a trattenere le lacrime, più andavo avanti e più mi sentivo mancare la terra sotto i piedi.

Come aveva potuto farmi una cosa del genere?
Mi aveva tradita, aveva mancato di rispetto a me e alla nostra storia.
Era tutta una bugia?
Era tutta una scommessa?
Voleva solo la mia verginità?
Ero stata così ingenua, non avevo capito nulla, l'amore mi aveva resa completamente cieca.

Guardai Serkan e lui era fermo lì che mi guardava e rideva. Rideva senza scrupoli, rideva come se tutto questo fosse divertente.
Cosa c'era da ridere?

Mi girai e vidi Carlotta.
Anche lei rideva.

Continuai a spostare lo sguardo confusa e vidi Tony. Lui mi puntava il dito e rideva.

Ridevano tutti, ero diventata lo zimbello della scuola, come se tutti avessero progettato questo, come se tutti fossero a conoscenza di qualcosa tranne me.

Cosa stava succedendo?
Perché tutti mi deridevano?

Le lacrime continuavano a rigarmi il viso.
Mi diressi verso Carlotta pregandole di spiegarmi cosa stesse succedendo.

"Sei così stupida" mi disse continuando a ridere.

Mi avvicinai a Serkan ed era come se io non esistessi.
Ero lì, che volevo risposte, ma nessuno era in grado di darmele.

Ero in lacrime, non riuscivo più a respirare, volevo andare via da questa città, volevo sparire.
Non volevo vedere più nessuno di loro.
Carlotta, Tony, Serkan.
Dovevano sparire.
Mi mancava l'ossigeno.
Mi sentivo morire.
Forse stavo davvero morendo.

E fu proprio in quel preciso momento che l'ossigeno mi tornò in corpo, presi fiato e aprii gli occhi.

Dov'ero?
Cosa era successo?

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora