Capitolo 22

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SERKAN

Sono stato incoerente con lei e persino con me stesso.
Avevo una voglia immensa di baciarla quando vidi quella meraviglia davanti ai miei occhi ma poi, quando tornai nella realtà, capii che la cosa giusta da fare per entrambi era prenderci del tempo.

La vidi in lacrime, ormai era diventato normale vederci soffrire a vicenda, sembrava essere una storia impossibile la nostra.

Dovevamo aiutare il destino o ascoltarlo e lasciar perdere tutto?

Cosa volevo davvero?
Stare solo o stare con lei?

Preferivo una relazione malata ma piena d'amore reciproco o vivere in modo totalmente sereno ma senza la persona che amo?

La mia vita nel giro di un mese stava diventando un completo dubbio, una vita piena di domande senza una reale risposta.

Quando tornai a casa, mamma era stesa sul divano alla ricerca di un film da guadare insieme ma in questo momento avevo voglia di tutto tranne che di vedere un film d'amore strappalacrime che sottolinea la mia vita infelice e sofferente rispetto al l'argomento.

"Scusami mamma, davvero non mi va di guardare un film!"
Le dissi con un filo di tristezza che nonostante tutto cercavo di nascondere.

"Che succede figliolo?" Mi chiese dolcemente.

Dovevo sfogarmi con lei, sicuramente mi avrebbe aiutato.

"Mamma, sto soffrendo" le dissi tutto d'un fiato.

"Ti fa male qualcosa amore?"

Lei è sempre stata dolce con me ma io non ho mai ricambiato con la stessa dolcezza che mi riservava.

"Il cuore mamma.
Mi fa malissimo.
È come se fosse spezzato in tanti piccoli pezzi ed io non riesca a rimettere insieme neanche due di loro" le dissi cercando di sopprimere le lacrime che minacciavano di uscire.

"Tesoro, ti capisco, ma sai qual è il segreto per far tornare il tuo cuore quello di una volta? Tornare da lei." Mi rivelò come se questo fosse l'ingrediente mancate della ricetta segreta.

Non le avevo raccontato tutti i particolari di questa storia con Andrea ma sapeva benissimo che nel mio cuore si stava intrufolando una personcina speciale.
Le mamme se ne rendono conto, le mamme capiscono ogni minima cosa del proprio figlio anche se lui cerca di tenerla fuori da tutte le sue vicende amorose.

"Non posso tornare da lei mamma"

"Perché dici questo amore?" Mi chiese con un filo di malinconia.

"Perché insieme non facciamo altro che soffrire. Non so se sia una cosa giusta per lei, per me, per noi"

"L'amore è così.
Si soffre insieme, si litiga, ci si sbrana, si dicono parole che nell'istante dopo vorresti non aver mai detto, ci si offende e, a volte, avresti una voglia matta di lanciargli una scarpa in testa ma...l'amore resterà sempre. Vale la pena non vivere tutto questo per delle paure?
Amore mio, devi vivere, devi lasciarti andare.
Questa ragazza è stata in grado di farti credere di nuovo nell'amore e non è da tutti. Il tuo cuore grazie a lei è tornato a battere, sei tornato a respirare. Vivevi in apnea da mesi ormai e ora lei è il tuo ossigeno.
Vuoi continuare a vivere? Torna da lei. "

Mi commosse con quelle parole.
Mi commosse perché capiva esattamente tutto quello che stavo provando, sapeva della mia sofferenza senza mai avermi chiesto nulla.

"Anche se volessi ora non potrei" una lacrima rigò il mio viso.

Mi guardò incredula.

"Le ho detto di prenderci del tempo subito dopo che mi aveva fatto una sorpresa a dir poco straordinaria. L'ho ferita, ancora una volta."

"Figliolo, tutto si può recuperare.
Corri e riprenditi ciò che è tuo. Non perdere tempo. Fallo per me"

Quelle parole mi fecero reagire.
Mi asciugai le lacrime, corsi in bagno e mi lavai.
Corsi in camera, mi vestii, presi il portafoglio e andai immediatamente dal primo fioraio ancora aperto.

"Scusi l'orario, avrei bisogno d 12 rose rosse di cui una bianca al centro." Dissi con il fiatone e con le guance rosse.

"Stiamo chiudendo ragazzo." Mi disse senza un briciolo di comprensione

"Sto perdendo la donna della mia vita, ho bisogno di quelle dannate rose" le dissi quasi urlando.

Mi guardò incredula e iniziò a lavorare.

Fece perfettamente quello che le avevo chiesto.
Le chiesi il conto, pagai e le lasciai una bella mancia ringraziandola per tutto quello che aveva fatto per me.

"Buona fortuna" mi urló facendomi un occhiolino.

"Grazie mille" risposi.

Ripresi la mia corsa verso casa di Andrea.
Appena arrivai, suonai insistentemente.

"Chi è?" Era una voce sconosciuta.

Avrò sbagliato campanello?

"Stavo cercando Andrea, probabilmente ho sbagliato citofono, mi scusi." Dissi un po' timido.

"Sono la madre, non hai sbagliato. Chi la cerca?" Mi chiese.

"Sono Serkan, può farla scendere senza che le dica chi sono? Ho bisogno che mi aiuti." Quasi la pregai.

"Va bene caro. Ci proverò"

Queste furono le ultime parole della madre di Andrea.

Passarono 10 minuti e ancora nessuno si faceva vivo.
Stavo per arrendermi, stavo per andare via fin quando il portone si spalancò e la vidi, tutta addormentata con il suo pigiamone di Winnie the Pooh.

Quando mi vide spalancò gli occhi ed iniziò ad arrossire.

"Cosa ci fai qui Serkan?" Mi chiese quasi furiosa anche se, i suoi occhi dicevano altro.

"Hai presente il tempo che ti avevo chiesto? Ammetto che rischiavo di morire se non ti avevo al mio fianco.
Voglio te, ora, domani e per il resto della mia vita"

Appena finii a dire queste ultime parole da dietro la schiena mi portai al petto il mazzo di rose.

"Serkan, questa storia non può andare avanti così. Ci stiamo uccidendo a vicenda" mi disse

"Preferisco ucciderci d'amore anziché vivere una vita senza te piccola"

Non sapevo cos'altro dire, cos'altro fare.
Ora potevo capire come si fosse sentita davanti casa mia, dopo che aveva organizzato tutto ed io, puntualmente avevo smontato ogni suo singolo sforzo.

"Serkan sarà difficile lo sai?" Mi chiese.

Abbassai lo sguardo, sapendo dove volesse arrivare ma non potevo far altro che stare lì, di fronte a lei, amandola senza freni.

"Amore mio, mi hai sentita?"

Alzai lo sguardo pensando di non aver capito bene.

Mi ha chiamato amore mio?
Perciò ero ancora il suo amore?
Sarà stata un'allucinazione.
Così il mio sguardo tornò a guardare il pavimento.

"Sarà tutto molto difficile ma saresti pronto a soffrire insieme a me amore mio?"

Non potevo crederci, mi stava perdonando, mi stava prendendo di nuovo con se.

La presi tra le mie braccia e la baciai appassionatamente.
Le nostre lingue si cullavano a vicenda e il nostro respiro diventò un'unica cosa.

Ora potevo gridarlo a tutti: Lei era mia, ed io ero suo.

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora