Capitolo 23

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ANDREA

"Andrea svegliati" sentii in lontananza.

Sicuramente stavo ancora sognando così mi rigirai e richiusi gli occhi.

"Andrea svegliati, c'è qualcuno per te"

Questa volta ero certa che non era un sogno.
Come poteva esserci qualcuno per me?
Come poteva, a quest'ora della notte, esserci qualcuno sotto casa solo per me?

Decisi di alzarmi, di lavarmi i denti ma comunque di rimanere in pigiama.
Avevo pensato di mettermi le scarpe ma questo equivaleva a cercare dei calzini e, a quest'ora della notte, non avevo assolutamente voglia di far nulla.

Chi mi cerca a quest'ora corre il rischio di vedermi in questo stato, non è così?

Mi diedi un'aggiustata veloce ai capelli raccogliendoli in un disordinato chignon ed andai ad aprire il portone.

C'era lui.
Perché era qui?
Cosa voleva di più da me?
Non mi aveva già detto abbastanza?
Una cosa era certa, io ne avevo abbastanza.

Avevo un'aria infastidita.
Amavo vederlo qui, davanti casa mia ma, dopo tutto quello che mi aveva detto e la sofferenza che ho provato prima di riuscire ad addormentarmi è stata così forte che vederlo qui poteva solo che darmi fastidio.

"Cosa ci fai qui Serkan?"
Questa fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Inizió a dirmi tutto quello che in realtà, volevo sentirmi dire qualche ora prima proprio quando gli confessai tutto il mio amore, volevo questa risposta prima non adesso, volevo il suo sguardo innamorato prima, non adesso, volevo lui prima, non adesso.

Ma era davvero così?
Davvero non lo volevo più o tutto questo era solo dettato dall'orgoglio?

Sicuramente lo amavo, sicuramente avevo voglia di lui e sicuramente non mi ero pentita di quello che avevo fatto perciò la risposta era più che chiara: volevo lui, prima, adesso e per sempre.

Serkan era davanti a me, con quel mazzo di rose rosse e con la testa china, intento a cercare qualcosa di interessante nell'asfalto nero.

"Serkan sarà difficile, lo sai?" Gli domandai.

Era distratto, lo vedevo diverso, come se avesse paura di una mia risposta.

"Amore mio, mi hai sentita?"

E a quelle parole, la sua reazione istintiva fu quella di guardarmi negli occhi.
I nostri occhi, ancora una volta di fronte all'amore, ancora una volta davanti alla sofferenza, ma quella sera doveva andare diversamente, doveva regnare il sentimento, doveva regnare il cuore, non la testa e la ragione.

"Sarà difficile ma saresti comunque pronto a soffrire insieme?"

Questa fu una domanda dove, indirettamente, avevo detto tutto, avevo risposto al suo gesto.

Avevo bisogno di lui, volevo lui.
Questa storia aveva già avuto troppi ostacoli, ora toccava a noi farla continuare nel modo più naturale possibile.

Mi prese e mi baciò.
Fu uno di quei baci che non si dimenticano, fu uno di quei baci che, in futuro, racconteresti ai tuoi figli.
Non era un bacio, era il nostro bacio.

Quando le nostre labbra si separarono, rimanemmo a pochi centimetri di distanza.
Sentivo il suo respiro dritto sulle labbra, sentivo i suoi occhi dritti su di me.
Alzai lo sguardo e lui lo fece con me, rimanemmo così per un tempo indefinito. Nessuno voleva lasciarsi, nessuno voleva tornare a casa, nessuno voleva che quel momento finisse.

"Come mai hai deciso di tornare?"
Gli chiesi timida ma curiosa.

Eravamo ancora abbracciati ma questa volta il mio viso era appoggiato sul suo petto con l'orecchio posato dritto sul suo cuore.

"Sai quando stai affogando, ti manca l'ossigeno e ti senti morire? Io in quel momento, senza te, mi sentivo così.
Dovevo tornare, non potevo mollare tutto in quel modo, non con te." Mi disse senza tanti giri di parole.

"Ti amo." Gli risposi.

"Io ti ho amata dal primo giorno Andrea"

Con queste parole ed un ultimo bacio, decidemmo di andare.
Era davvero tardi ed il giorno dopo c'era scuola.

Salii a casa e mamma era sul divano che mi aspettava.

"Tesoro, cosa sono quelle rose?" Mi chiese con un sorriso.

"Sono delle semplici rose mami, domani ti racconterò tutto, promesso" le dissi mentre salivo velocemente in camera.

Posai le rose sul comodino così che, al mattino, mi sarei resa conto che non era un sogno.

Presi il telefono per vedere che ore erano e mi segnò le 3:26

Dovevo andare a dormire altrimenti domani non mi sarei alzata per andare a scuola.

Da lì a poco arrivò un messaggio: Serkan

"Questa è la prima notte da fidanzati perciò, buona notte amore mio. Ti amo.
Ps. Non ti farò mai mancare nulla, puoi starne certa"

Decisi di rispondergli, con lui dovevo essere diversa e amavo questa nuova me, innamorata e pronta a fare tutto per amore.

"Amore mio, buona notte,  ti amo."

Nulla di più semplice ma nulla di più significativo.
Lo amavo, volevo urlarlo al mondo, volevo che tutti lo sapessero.
Amavo, amavo lui, amavo noi, amavo tutto.

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