Capitolo 12

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ANDREA

Ero riuscita a rivelargli tutto ciò che provavo.
Tutto quello che avevo provato dal primo giorno in cui lo vidi, dal primo tocco.

Ero emozionata, mi sentivo a disagio quando ho iniziato a dirgli tutto ma subito dopo mi sentii meglio.

Lo vidi felice.
Lo vidi sereno.
Davvero riuscivo a fagli questo effetto?
Davvero una persona è capace di far cambiare umore in questo modo?

Solo una persona importante. Mi suggerì il mio subconscio.

Mentre pensavo continuavo a guardarlo. Non riuscivo più a togliergli gli occhi di dosso.
Era davvero bello.
Ora riuscivo a vedere tutti i suoi piccoli particolari.

Quando sorrideva gli sbucavano due fossette proprio vicino alle labbra.

Mi facevano impazzire.
Ogni volta che sorrideva, sorridevo anche io.

Poteva la felicità di qualcuno essere la tua felicità?
Poteva un sorriso provocarti a sua volta un sorriso?

Mi sentivo bene, stavo bene.
Ero felice.

Mentre pensavo, continuavamo a camminare, mano nella mano.

"Ehi Serkan. Ora cosa faremo?" chiesi con un filo di timidezza.

"In che senso?" 

"Noi due... Insomma, che siamo?"

"Tu cosa vorresti essere?"

Non me l'aspettavo.
Non mi aspettavo mi rigirasse la domanda.

"Serkan" lo rimproverai. Odiavo quando ad una mia domanda mi rispondevano con un'altra domanda.

"Andrea, non preoccuparti di cosa saremo, cosa faremo e cosa penseranno. Le cose verranno naturalmente. Tutto nasce così"

"Sì ma lo sai che per me è tutto nuovo"

"Non importa piccola, ci sono io con te"

Come mi aveva chiamata?
Piccola?
Davvero aveva appena detto "Piccola"?
Continuavo a ripeterlo e ogni volta mi sembrava sempre più strano.
E io come dovevo chiamarlo?
Piccolo?
Oh no, non mi piace.
Però "piccola" è davvero dolce.
Mi fa sentire sua.

Sua? Ma cosa stai dicendo Andrea?
Non costruirti dei castelli in aria da sola.

Ritornai nella realtà.
Non sapevo cosa rispondere, come chiamarlo... Non capivo più nulla.

"Piccola, torniamo a casa?"

"Sì certo, andiamo."

Iniziammo a dirigerci verso la strada di casa.
Si stava facendo buio ma con lui accanto non avevo paura.
Ogni paura era scomparsa.

Arrivai davanti casa mia.
Lui mi accompagnò fino alla porta proprio da gentiluomo.

"Bene, allora ci vediamo domani Ser ..." Non mi fece finire di parlare che mi interruppe.

"Certo piccola, ci vediamo domani."

Mentre inserivo la chiave dentro la serratura, mi prese per un braccio e mi baciò.

Fu un bacio dolce.
Un bacio che non mi aspettavo.
Un bacio che in fondo desideravo.
Non un bacio bensì il nostro bacio.

Appena le nostre labbra si separarono, i nostri respiri si divisero e i nostri cuori non battevano più all'unisono, ci guardammo profondamente negli occhi.
Quello sguardo duró un'eternità.

Mi stavo innamorando?

No. Non potevo innamorarmi.
Non ancora.

Lo salutai ed entrai a casa.

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