Capitolo 31

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ANDREA

Ero lì, sotto casa sua.
Avevo bisogno di lui, di un suo contatto, di un suo gesto, un suo sguardo o semplicemente di una sua carezza.

Lui aveva bisogno di me ed io avevo bisogno di lui e seppur ci facevamo del male, dovevano stare insieme per stare bene.

Era una contraddizione ma l'amore funziona così, ami la persona sbagliata e, puntualmente, l'unica cosa che ti resta da fare è soffrire in silenzio.
Questa volta però non volevo star ferma, non volevo aspettare un miracolo, non volevo mettere tutto nelle mani del destino, volevo gestire la mia vita e volevo che le cose andassero proprio come volevo io.

Quei pensieri mi portarono davanti al suo portone di casa, mi spinsero a chiamarlo e a chiedergli di scendere.
Ma non con un semplice "scendi" ma con un "baciami".

Ma cosa stavo facendo?
Cosa stavo diventando?
Stavo cambiando davvero così tanto per amore?

Aspettai un po' prima di vederlo.
Il mio cuore non voleva rallentare, il mio respiro si faceva sempre più pesante e le farfalle minacciavano di uscire dallo stomaco ma, nonostante tutto, ero felice.

Mentre continuavo a camminare senza meta cercando così di non pensare a lui, sentii chiudersi il portone alle mie spalle.
Mi girai immediatamente e lui era lì.
Avevo voglia di corrergli incontro e baciarlo ma mi dovetti trattenere.

Lui lo voleva?
Accettava un mio bacio dopo quello che era successo davanti casa mia?
Voleva ancora stare con me?
Voleva ancora me?

Le risposte a queste domande arrivarono quando lui mi venne incontro con un passo spedito e mi baciò.

L'emozione mi percorse tutto il corpo, come se fosse il nostro primo bacio.
Fu intenso, intimo, importante e comunicativo.
Lui parlava per noi.
Ci eravamo detti tutto semplicemente sfiorandoci le labbra.

"Vieni con me" mi disse tutto ad un tratto.

"Ovunque tu voglia" gli dissi senza esitazione.

Mi prese per mano e mi accompagnò in automobile.
Mi aprì la portiera, lo ringraziai con un sorriso e salii.
Pochi secondi dopo, lui era già accanto a me, con le sue dita intrecciate alle mie e con gli occhi dolci rivolti verso i miei.

"Ti amo" mi disse con l'emozione nella voce e nello sguardo.

Fece retromarcia, uscì dal parcheggio e partimmo verso la meta indefinita.
Non amavo particolarmente essere all'oscuro di quello che stava per accadere, ma se stavo con Serkan non avevo bisogno di nient altro.

Eravamo insieme, tutto il resto del mondo l'avevo scordato.

Il viaggio durò all'incirca un quarto d'ora ma mi ero persa esattamente dopo il primo semaforo.
Non ero mai stata brava con le strade figuriamoci quando si usciva dalla città.

Arrivammo precisamente davanti ad una casetta, ben tenuta, ben illuminata e decorata.
Rimasi estasiata, non riuscivo a dire una sola parola. Fissavo quella casa come se non avessi mai visto nulla del genere, come quando porti una bambina a Disneyland.

"Allora? Vuoi entrare?" Mi chiese con un tono quasi di scusa per aver interrotto ogni mio pensiero.

"Certo" gli risposi tornando alla realtà.

Scese dall'auto e venne subito ad aprirmi la portiera.

"Grazie" gli dissi guardandolo negli occhi.

"Questo ed altro per la mia principessa" mi disse.

"Principessa?" Chiesi entusiasta.

"Si, e questo è il tuo castello" mi rispose dirigendo lo sguardo verso la casa.

"E tu chi saresti?" Gli chiesi con un sorriso malizioso.

"Ora sono un ranocchio che, con un tuo bacio, diventerà un principe" mi disse quasi timido.

"Un principe?" Chiesi con un tono forse troppo antipatico.

"Il tuo principe" mi rispose, stampandomi un bacio sulla guancia.

Con uno sguardo complice, mi prese la mano ed entrammo in casa.

"Amore vado ad accendere il camino, questa è casa tua, perciò fai quello che vuoi" mi disse allontanandosi da me.

Appena entraii, notaii immediatamente una foto.
Mi avvicinai e vidi che quella foto ritraeva la sua famiglia.
C'erano Serkan, la mamma Sara, il papà Fred e un altro ragazzo.

Ma chi era lui?
Chi era quel ragazzo vicino a Serkan?

Mentre cercavo di capire chi fosse quel ragazzo, lui era impegnato ad accendere il camino.
Continuai a guardare le foto e, andando avanti, ne vidi un'altra che ritraeva solo loro due.
Avevano un rapporto, questo era sicuro, ma che rapporto?
Chi era lui per Serkan?

"Piccola, mi passi quella cassetta di legno?" Mi chiese interrompendo ogni mio piccolo pensiero.

"Arriva subito" risposi con un sorriso quasi forzato.

Appena gli diedi la cassetta tornai sul posto delle foto.
Mi sembrava tutto così strano.
Perché non mi aveva mai parlato di questo ragazzo?
Cosa può mai essere successo?

Proprio mentre ero intenta a capire, sentii le sue braccia cingermi la vita, il suo respiro sul collo e i suoi occhi puntati direttamente sulle foto.

Mi voltai verso di lui e notai il cambiamento del suo sguardo con una lacrima che gli segnava il viso.

Mi girai completamente verso di lui, gli asciugai la lacrima e gli diedi un bacio esattamente dove la fermaii con il dito.

"Amore, che succede?" Gli chiesi con il cuore a pezzi.

"Piccola, devo raccontarti un po' di cose" mi disse con gli occhi persi nel vuoto mentre stringeva la mia mano con più forza come se questo potesse aiutarlo.

YOU ARE MY SUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora