Capitolo 23

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Quando le infermiere portarono Madison in una stanza dove non fecero entrare Jonathan, lui si sedette di fianco alla porta e attese. Era l'agonia più pressante e viva che avesse mai provato.

-Ehi...- Callie gli si avvicinò, sedendosi al suo fianco. Lui non le rispose, le degnò solo di un'occhiata mentre si trascinava per terra.

-Madison è forte, ce la farà...- cominciò con il tono di chi ne era fermamente convinto. Jonathan continuò a fissare il soffitto, con lo sguardo vuoto di chi se n'era già andato in un altro pianeta.

-Senti, non ricominciare a fare il depresso perché non ti si addice. Tenere il muso ed ignorarmi non la aiuterà- puntò lo sguardo su di lui ed alzò gli occhi al cielo.

-Tristan è in sala d'attesa, si sta autocommiserando anche lui. Crede che sia colpa sua se è caduta ed ha sbattuto la testa su un masso- sospirò e guardò a destra e a sinistra del corridoio dell'ospedale.

-Strano che nessuno ci abbia riconosciuto, comunque devi stare tranquillo. Madison...-

-Era proprio questo che volevo evitare...- la interruppe lui mantenendo lo sguardo fisso sulla luce al centro della stanza.

-Cosa?- gli chiese lei confusa.

-Non volevo affezionarmi a nessuno perché sapevo che sarebbe successo qualcosa come questo, ed io avrei sofferto- indicò la stanza alle sue spalle, in cui Madison stava combattendo tra la vita e la morte.

-Jonathan, la vita è così tutti i giorni. Non puoi permetterti di fare il furbo ed evitare tutti, prima o poi tutti noi ci innamoriamo di qualcuno, anche se non lo vorremmo- guardò addolorata Tristan seduto su una sedia della sala d'attesa. Lui non si accorse del suo sguardo, ma Jonathan sì.

-Lo ami?- le chiese lui, distogliendo per la prima volta lo sguardo dal soffitto e guardandola in faccia. La vide sospirare e chiudere gli occhi per qualche istante, poi si girò verso di lui sorridendo.

-Non stavamo parlando di te, scusa?- sorrise falsamente, era evidente che non volesse affrontare quell'argomento.

-Non so cosa farei se la perdessi- si mise disperato il viso tra le mani.

-Ti credevo diverso. Pensavo fossi il solito ragazzo rude e stronzo, ma sinceramente sono contenta voi due vi amate così tanto. L'amore e la fiducia che provate l'uno per l'altro è palpabile nell'aria, siete uno di quei amori rari e belli...- fece una pausa per guardare la porta alle sue spalle.

-... ed è per questo che Madison non morirà- Jonathan alzò il viso dalle mani e dopo ore di agonia e tristezza, le sorrise.

-Grazie Callie- lei le rivolse un'ultima occhiata gentile e ritornò da Tristan.

A Jonathan dispiaceva tantissimo per Callie. Era gentile con tutti ma nascondeva i suoi sentimenti, specialmente quelli che provava per Tristan.

Erano passate due ore da quando Madison era stata portata in una stanza per curarla e dalle finestre cominciò a spuntare il sole mattutino.

Aprì gli occhi quando sentì aprirsi le porte della stanza e si alzò immediatamente per parlare con il dottore.

Jonathan non disse niente, aspettò che fosse lui il primo a parlare. Deglutì nella speranza di ricevere una buona notizia.

-Figliolo, la ragazza sta bene ma ha bisogno di riposo per qualche giorno. Dovrà restare qui finché non si rimetterà in sesto. Il colpo che ha ricevuto poteva essere letale, ha preso una parte molto sensibile della testa, ma grazie al tuo temporaneo blocco dell'emorragia mentre aspettavi l'ambulanza, siamo riusciti in tempo a curarle la ferita. Devi essere orgoglioso di te ragazzo, l'hai salvata- detto ciò l'uomo gli diede una pacca sulla spalla e gli indicò la stanza come per invitarlo ad entrarci. Jonathan lo ringraziò e si riversò velocemente nella stanza.

L'eternità di chi amaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora