L'eternità di chi ama

Capitolo 32

-Manca mezz'ora al processo. Ti aiuto io a vestirti, e per fortuna che ieri mattina, Jonathan e Madison ti hanno portato il completo- Callie aiutò Tristan ad alzarsi lentamente dal letto dell'ospedale. Una volta in piedi, Callie cominciò ad arrossire. Avrebbe dovuto spogliarlo, non del tutto, ma già il fatto di doverlo fare con il suo sguardo addosso la metteva a disagio.

-Ehm... io... prendo i vestiti- si allontanò da lui e prese in mano la camicia, i pantaloni e la giacca, posandoli sul letto.

-Posso...?- le indicò rossa in faccia il camice del paziente e lui annuì incerto.

Con le mani tremanti per l'imbarazzo, si abbassò e prese i lembi inferiori del camice, tirandolo su fino al petto, per poi sfilarlo delicatamente dalle braccia. Tristan rimase a petto nudo con solo i boxer addosso, Callie notò che era arrossito anche lui e che cercavano entrambi di non incontrare gli occhi dell'altro. Prese i pantaloni e glieli infilò una gamba dopo l'altra, per poi chiudere la zip cercando di ignorare il suo sguardo osservatore su di lei. Afferrò la camicia e ci introdusse le braccia, abbottonandola alla fine. Infine completò il vestiario con la giaccia e la cravatta, ordinatamente piegati sul letto. Quando Callie cominciò a fare il nodo alla cravatta si ritrovò a poca distanza dalle labbra di Tristan. Avrebbe potuto facilmente baciarlo, ma era convinta che lui l'avrebbe respinta. Così, con un sospiro si allontanò da lui. Guardò un'ultima volta Tristan vestito e sorrise.

-Finito. Ora dobbiamo solo aspettare Jonathan e Madison- Tristan si sedette sul bordo del letto e Callie rimase in piedi al centro della stanza, incerta su dove posizionarsi.

-Callie... mi... mi abbracceresti?- le chiese sussurrando senza guardarla negli occhi. Callie aspettava solo quella domanda, si fiondò su di lui e l'abbracciò con tutto l'amore che poteva dargli. Cullò la sua testa mentre Tristan chiudeva gli occhi, godendosi le sue carezze. Rimasero in silenzio per venti minuti, facendosi trasportare dal piacere di quell'abbraccio.

Qualcuno bussò alla porta e Callie si staccò a malincuore da Tristan per andare ad aprire. Vide Madison e Jonathan vestiti da sera, ma erano strani entrambi. Madison era più pallida del solido, come se qualcuno le avesse detto qualcosa di spaventoso, mentre Jonathan pareva nervoso e non smetteva di pestare freneticamente il piede per terra.

-Noi siamo pronti- comunicò Callie a loro, aprendo di più la porta per farli entrare.

-Benissimo, Kate ci aspetta già al tribunale- annunciò poi Jonathan. Prese il braccio di Tristan per aiutarlo ad alzarsi in piedi, e si avviarono verso la macchina.

Fuori dal palazzo trovarono una folla di giornalisti che aspettavano il loro arrivo. Appena li videro arrivare, si affiatarono contro i finestrini, coprendo i loro visi dalle macchine fotografiche ed i microfoni. Callie li guardò uno dopo l'altro con disprezzo.

-Non si fanno mai gli affari propri, sempre a rompere le scatole agli altri- quando Jonathan spense il motore, uscì aprendo la portiera a Madison, poi a Callie ed infine a Tristan. Cercarono tutti e tre di fargli da scudo dalla massa di gente che continuava ad urlare il suo nome, per attirare la sua attenzione. Riuscirono ad entrare sani e salvi dentro l'edificio e si appoggiarono alla porta, sospirando sollevati.

-Eccovi qua! Vi stavamo aspettando- la figura di Kate uscì da dietro l'angolo di un muro, in tutto l'atrio si udiva solo il rumore dei suoi tacchi che avanzavano verso di loro. Prese per il braccio Tristan per aiutarlo ad avviarsi verso la stanza del processo, seguiti a ruota da gli altri tre.

Appena entrarono, la giuria si voltò verso di loro ed il giudice ordinò a tutti di sedersi.

Il processo durò più del previsto, tra le proteste silenziose di Callie alle accuse verso Tristan e l'avvincente difesa di Kate, che riuscì ad impressionare il giudice e tutti i presenti. Un'ora e mezza dopo si arrivò alla domanda finale del giudice. L'uomo si girò verso la giuria e parlò.